Anna Bandelli – Tracce
Case abbandonate da tempo, scampoli di passato, di vicende a lei ignote ma dalle quali si irradiano vicende sconosciute, forse dolorose, forse no, ma che sembrano tutte tristi per il semplice fatto che appartengono ad un passato che non c’è più
Comunicato stampa
TRACCE
Questa rassegna, curata da Adriano Perini ed organizzata da PHOTO-IMAGO, Centro per l’Archiviazione
e la Divulgazione dell’Immagine Fotografica, con la collaborazione ed il sostegno dell’Assessorato alla
Cultura ed alla Promozione della Città di Muggia, presenta per la prima volta, in modo esaustivo, in
provincia di Trieste, i lavori fotografici della giovane autrice.
Case abbandonate da tempo, scampoli di passato, di vicende a lei ignote ma dalle quali si irradiano vicende
sconosciute, forse dolorose, forse no, ma che sembrano tutte tristi per il semplice fatto che appartengono
ad un passato che non c’è più.
Porte mute, finestre cieche, muri ed intonaci con tracce di un vissuto, talvolta un quadro ancora appeso,
una vecchia fotografia, un catino a terra; segni, tracce di vite passate. Una Pompei dei sentimenti,
un’archeologia delle emozioni, questo è ciò che attrae Anna BANDELLI. Non c’è però ne squallore ne
degrado nella sua visione fotografica, solo forse il muto disappunto per non essere veramente in grado
di entrare in quelle storie, che possono essere state indifferentemente felici o dolorose. Sono state storie
di persone che noi possiamo solo forse immaginare, ma che attraverso i lavori di Anna ci inducono ad un
grande rispetto.
Centro per l’archiviazione e la divulgazione dell’immagine fotografica
P.O. Box 2458 – 34015 Muggia – Trieste (Italia) – C.F. 900214110320 – www.photoimago.com – [email protected]
Lei mezza italiana e mezza croata, queste tracce le trova principalmente nella campagna istriana, che sente
profondamente come la propria terra, dilaniata da secoli di avversità: la miseria, i nazionalismi, la guerra,
l’abbandono, il degrado, il lento risollevarsi orfano di storia. Forse inconsciamente lei va alla ricerca di
questa, cerca di restituire dignità almeno alle cose, non potendolo fare a favore delle vite. Una fotografia
evocativa, tutta in bianco e nero, permeata da un sentimento di tristezza per ciò che è stato, dal rimpianto
di non aver conosciuto quelle figure che aleggiano ancora in quegli ambienti, che hanno manipolato quei
rari oggetti che ancora lì giacciono abbandonati, muti testimoni di vicende a noi sconosciute che, forse,
possiamo solo immaginare.
Impossibile per l’autrice non guardare anche ai contesti in cui nascono le case fotografate. Inquadrature di
paesaggi, istriani e non, a volte essenziali a volte intricati, racchiudono nella loro universalità la possibilità
di trovare armonia e serenità nella naturale complessità.
Anche questa mostra va a consolidare la conoscenza del mondo della fotografia più vicino alle nostre
realtà storiche, geografiche e sociali, contribuendo al contempo alla conoscenza della visione artistica
contemporanea.
La rassegna si inserisce nel programma PRACC (Progetto Arte Contemporanea Museo Carà) che
l’Amministrazione Comunale ha varato già nel 2007 assieme alle associazioni culturali PHOTO-IMAGO,
Gruppo 78 e Juliet e si avvale del supporto della Casa dell’Arte di Trieste, nonché del sostegno
dell’Assessorato alla Cultura e Promozione della Città di Muggia.