Andrea Mariconti – The strange house in the wood

Informazioni Evento

Luogo
CASA SULL'ALBERO
Viale Penati 5/7 23864, Malgrate , Italia
Date
Dal al
Vernissage
18/11/2016

ore 18

Artisti
Andrea Mariconti
Curatori
Francesca Brambilla
Generi
arte contemporanea, personale
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Con la personale di Andrea Mariconti continua la collaborazione tra la CASA SULL’ALBERO, design & boutique hotel che sorge sul lago di Como nell’antico borgo di Malgrate, e FEDERICO RUI ARTE CONTEMPORANEA, affermata galleria milanese.

Comunicato stampa

CASA SULL'ALBERO
e FEDERICO RUI ARTE CONTEMPORANEA

hanno il piacere di invitarLa
VENERDI 18 NOVEMBRE
a Malgrate, presso La Casa sull'Albero
dalle ore 18.00 alle ore 20.00
per l'inaugurazione della mostra

ANDREA MARICONTI
the strange house in the wood

a cura di Francesca Brambilla

18.11.2016 > 31.03.2017

Casa Sull'Albero
via Penati 5/7 - MALGRATE (Lecco)
T. +39 (0)341 1880440 - [email protected]
www.casa-sullalbero.it

organizzazione:
Federico Rui Arte Contemporanea
www.federicorui.com - [email protected]

INVITO
COMUNICATO STAMPA
COMUNICATO STAMPA

Con la personale di Andrea Mariconti continua la collaborazione tra la CASA SULL'ALBERO, design & boutique hotel che sorge sul lago di Como nell'antico borgo di Malgrate, e FEDERICO RUI ARTE CONTEMPORANEA, affermata galleria milanese.
Dal 18 novembre 2016 al 31 marzo 2017 si potrà visitare la personale di Andrea Mariconti The strange house in the wood, allestita presso il boutique hotel la CASA SULL'ALBERO di Malgrate (Lecco). La struttura, interamente costruita in legno e vetro si trova in un parco sulla riva del lago di Como e sembra lo scenario ideale per le opere del pittore italiano classe 1978. Giovanni Intra Sidola, nel testo del catalogo al Museo Diocesiano, così descriveva l'artista: “Andrea Mariconti è un uomo in cammino, un artista sempre alla ricerca, una persona che si è mossa e si muove nel mondo, nella storia del genere umano, nella geologia della terra, nella propria anima.” Accanto alla ricerca sostanziale si configura come caratteristica dell'artista una ricerca formale, attraverso l'utilizzo di materiali di origine naturale: cenere, cera, terra, petrolio e ultimamente il rame. La cenere, in primis, che legata all'olio bianco gli consente di ottenere una matericità dell'impasto pittorico; la terra, richiamo alle nostre origini e al radicamento sul territorio di ciascun individuo; l'olio combustibile esausto, materiale povero e difficilmente riciclabile, che trova nuova vita e dignità all'interno dell'opera d'arte; e infine il rame, trattato tramite un procedimento di ossidazione che fa sorgere un barlume di colore nelle opere della più recente produzione. “Ogni colore è dato esclusivamente dalla cromia naturale di ogni materia. Gli oggetti, le sostanze, non sono simboli astratti, non vengono usati come metafore. Essi sono, nell’essenza”, così spiega Andrea Mariconti. The strange house in the wood è il titolo di una serie di lavori in cui l'artista immagina di camminare in un bosco. Una duplice visione: da una parte il possibile paragone tra la vita dell’uomo e quella di un albero, sia in forma individuale che in forma collettiva (città/bosco), dall’altra il pensiero che tale percorso sia una ricerca di se stesso e delle proprie radici. Hermann Hesse scriveva: “Gli alberi sono sempre stati per me i più persuasivi predicatori. (…) Tra le loro fronde stormisce il vento, le loro radici riposano nell'infinito; ma essi non vi si smarriscono, bensì mirano, con tutte le loro forze vitali, a un'unica cosa: realizzare la legge che in loro stessi è insita, costruire la propria forma, rappresentare se stessi. Nulla è più sacro, nulla è più esemplare di un albero bello e robusto. Quando un albero è stato segato ed espone al sole la sua nuda ferita mortale, dalla chiara sezione del suo tronco e lapide funebre si può leggere tutta la sua storia: negli anelli corrispondenti agli anni e nelle escrescenze stanno fedelmente scritti tutta la lotta, tutta la sofferenza, tutti i malanni, tutta la felicità e la prosperità, anni stentati e anni rigogliosi, assalti sostenuti, tempeste superate. Chi ha imparato ad ascoltare gli alberi non brama più di essere un albero. Brama di essere quello che è. Questa è la propria casa. Questa è la felicità.”.
ANDREA MARICONTI | BIOGRAFIA
Nato a Lodi nel 1978, vive e lavora a tra Cremona e Milano. Si laurea nel 2001 presso l'Accademia di Belle Arti di Brera, indirizzo Arti Visive, e nel 2006 in Scenografia e Discipline dello Spettacolo. Soggiorna in Kosovo nel 2005 e nel 2006 per un progetto di arte terapia per bambini affetti da traumi psichici di guerra, ed è docente del laboratorio teatrale nel corso per allievi disabili presso il CFP di Lodi. Sempre nel 2005 partecipa ad un workshop tenuto da Anselm Kiefer in occasione della preparazione dell’installazione presso l’Hangar Bicocca I Sette Palazzi Celesti. Dal 2009 coordina e promuove laboratori artistici in ambito sociale in Sud Africa e Italia (orfani, psichiatria, problemi relazionali). Nel 2011 è vincitore del Premio UNESCO per l’Arte. Dal 2003, anno della prima personale, lavora con Federico Rui Arte Contemporanea. Lavora con materiali di origine naturale (cenere – cera – petrolio – terra), l’unico colore che usa è il bianco. Tra le recenti esposizioni si ricordano: Kanon III Halos, curated by M.G.Melandri, MAG Museum - Magazzini del Sale, Cervia (2016); Keramos, a cura di G. Intra Sidola, Federico Rui Arte Contemporanea, Milano (2015); Kanon I habitat mouseion, a cura di G. Intra Sidola e Anonio Spadaro, Museo Diocesiano, Milano (2015); Sublimate, sublime, subliminal, Lloyd’s club e Underdog Gallery, curated by di A.Rankle, London (2013); Storia Naturale, a cura di E.Beluffi, Fondazione BiPiElle, Lodi (2012); Il divino nell’arte contemporanea, Museo dei Brettii, curated by V. Sgarbi, Cosenza(2012); UNESCO International Bioethics Art Prize, The United Nations: General Assembly Hall, New York (USA) (2011); I resti del tempo, Galleria Federico Rui, Milano (2010); No more me, Bell Roberts Gallery, Cape Town, South Africa (2009); Premio Cairo, Museo della Permanente, Milano (2007); Vertigini: il fantastico oggettuale, a cura di Silvia Pegoraro, XXXIX Premio Vasto, Palazzo d’Avalos, Vasto (2006).