Andrea Mariconti – Atlas 2020/2025

Informazioni Evento

Luogo
FEDERICO RUI - ARTE CONTEMPORANEA
Via di Porta Tenaglia, 1/3, 20121 Milano, MI, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

dal martedì al venerdì, dalle 15 alle 19; sabato su appuntamento

Vernissage
14/10/2025
Generi
arte contemporanea, personale

A distanza di dieci anni dall’ultima personale dell’artista, la mostra vuole tracciare un percorso storico attraverso le tematiche affrontate da Mariconti sin dal 2002, anno in cui è iniziato il rapporto di collaborazione con la galleria.

Comunicato stampa

Federico Rui Arte Contemporanea è lieta di annunciare la personale di Andrea Mariconti intitolata "Atlas 2000-2025", che inaugura martedì 14 ottobre 2025 alle ore 18:30, e sarà visitabile fino al 20 dicembre 2025. Nell’occasione verrà presentato il volume edito da Arciduca Edizioni in occasione della mostra "Atlas Abda" recentemente tenutasi a Lodi.

A distanza di dieci anni dall’ultima personale dell’artista, la mostra vuole tracciare un percorso storico attraverso le tematiche affrontate da Mariconti sin dal 2002, anno in cui è iniziato il rapporto di collaborazione con la galleria. Una delle particolarità di tutta la produzione dell’artista è una sorta di extrapittoricità, ovvero quella caratteristica stilistica di non utilizzare materiali comuni al fare pittorico ma materiali organici in continuo mutamento. In questo modo l’artista esce dalla rappresentazione tradizionale per raggiungere una sfera fisica. L’unico colore che utilizza è l’olio bianco, mescolato con materiali di origine naturale: cenere, terra, petrolio e rame. La cenere, in primis, che legata all’olio bianco gli consente di ottenere una matericità dell’impasto pittorico; la terra, richiamo alle nostre origini, che simboleggia il radicamento sul territorio di ciascun individuo; l’olio combustibile esausto, materiale povero e difficilmente riciclabile, che trova nuova vita e dignità all’interno dell’opera d’arte; e infine il rame, trattato tramite un procedimento di ossidazione che fa sorgere un barlume di colore nelle opere della più recente produzione.

“L’artista studia amorosamente la sua materia, la scruta sino in fondo, ne spia il comportamento e le reazioni; la interroga per poterla comandare, la interpreta per poterla domare, le obbedisce per poterla piegare; la approfondisce perché riveli possibilità latenti e adatte alle sue intenzioni; la scava perché essa stessa suggerisca nuove e inedite possibilità da tentare; la segue perché i suoi naturali sviluppi possano coincidere con le esigenze dell’opera da fare” (Luigi Pareyson, da Estetica – Teoria della formatività, edizioni Zanichelli, 1960). Le opere sono condizionate dalla materia e al tempo stesso sono tutt’uno con essa; il paesaggio non è solo dipinto ma è anche il medium con il quale viene dipinto. Il territorio diventa indissolubilmente legato al nostro modo di vedere la realtà e al ricordo di essa. L'istante fuggente viene messo a fuoco e fissato sulla tela con rapidi gesti, prima che sia troppo tardi e che svanisca; l'olio si muove veloce, lotta con la tela, dona forma vitale alla luce e, esaurendosi, pone esso stesso i suoi propri limiti laddove soggiace alla cenere. Non ci rimane altro che abbandonarci al ricordo, frammenti di immagini che tendono a sbriciolarsi e a ricostruirsi, in una lotta contro il tempo e i resti del tempo.
Anche il colore a cui Mariconti giunge è dato esclusivamente dalla cromia naturale di ogni materia, oggetto o sostanza che utilizza che non devono essere interpretati come simboli astratti, citazionistici o metaforici, ma reali e vivi. Essi sono l’essenza.
Boschi, scogliere, ghiacciai e campi di covoni hanno una loro casuale geometria. La melanconia del ciclo della vita, impostata con immagini di sfondo naturale, ci fa percepire appena il passaggio dell’uomo: i suoi interventi e i suoi manufatti sono però in questo caso segni di “convivenza” e non di “violenza” alla natura stessa. A volte si intravede un traliccio in lontananza, un sentiero, dei sassi disposti in modo particolare, o balle di fieno diligentemente disposte nei campi; sono sempre interventi limitati e rispettosi, quasi doverosi per consentire all’uomo e alla natura di vivere in simbiosi. Vi è una sorta di nostalgia nel narrare ricordi imperfetti di un mondo che esiste non fuori, ma dentro di noi. Testimoniata anche dal ricorso a iscrizioni rupestri ed elementi di origine fossile.

Da diversi anni Mariconti si è avvicinato al mondo della scultura: “Ho amato quella patina, turchese, variabile e sempre viva. Il mio primo innamoramento è stato quindi da pittore. La campana è uno strumento musicale che agisce mediante il colpo vibrato dal battaglio che facendo risuonare le parti solide ne diffonde il suono su tutta la superficie creando gli armonici e quindi un accordo. Questo suono è tradizionalmente diffuso attraverso la cassa armonica del campanile, il quale, relazionandosi ad altri campanili posti nel territorio geografico, ne moltiplicavano il suono in senso orizzontale. Era il suono a connettere ogni edificio. Questo aspetto dell'orizzontalità mi ha colpito, era come se il suono preludesse ad un paesaggio, di campi e covoni in fieno. E' quello che ho riassunto nel concetto di Kanon, e nella serie Meta-fisica, la relazione di proporzioni tra uomo e ambiente vissuto dall'uomo, di cui l'archetipo campana ne è un esempio perfetto”. Le forme così ottenute si trasformano, andando oltre la loro dimensione plastica per inserirsi in un contesto più ampio, spaziale e paesaggistico, invitando il visitatore a intraprendere un viaggio sensoriale e immersivo, in cui i linguaggi dell’arte si fondono tra suono, forma e materia in cui si intrecciano e trasfigurano le percezioni.

ANDREA MARICONTI | BIOGRAFIA

Andrea Mariconti è nato nel 1978 a Lodi, si laurea nel 2001 presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, indirizzo Arti Visive e nel 2006 in Scenografia e Discipline dello Spettacolo. Tra i suoi insegnanti figurano D. Benati, M. Ceretti, R. Sanesi. Le prime esperienze approfondiscono la pratica artistica in campo sociale: soggiorna in Kosovo per un progetto di arte terapia per bambini affetti da traumi psichici di guerra, coordina e promuove laboratori artistici in ambito sociale in Sud Africa e Italia (orfani, psichiatria, oncologia, problemi relazionali). Nel 2005 collabora al workshop tenuto da Anselm Kiefer in occasione dell’installazione presso l’Hangar Bicocca I Sette Palazzi Celesti. Del 2003 è la prima personale a Milano e dal 2004 viene presentato regolarmente nelle più importanti fiere di arte contemporanea italiana ed internazionale (Berlino, Karlsruhe, Strasburgo, Basel, Taipei). Nel 2011 è vincitore del Premio UNESCO per l’Arte Contemporanea, cattedra di Arte e Bioetica e il suo lavoro A democratic republic founded on labor viene esposto permanentemente al Palazzo dell’ONU di New York. Tra le mostre più importanti si ricordano “Quia Pulvis”, curata da Fabrizio Dentice nel 2007 da Federico Rui Arte Contemporanea; “No more me” alla Bell Roberts Gallery di Cape Town in Sudafrica nel 2009; “La natura organica della memoria genera l’opera” a Palazzo Comunale di Cremona nel 2012; “Storia Naturale”, con oltre cento opere accompagnata da un volume edito per l’occasione da Skira, alla Fondazione BiPIElle nel 2012; “Kanon I, Habitat Mouseion”, al Museo Diocesano di Milano nel 2015; “Kanon III, Halos” ai Magazzini del Sale di Cervia nel 2016. Nel 2023 la Fondazione Ghisla di Locarno organizza all’interno degli spazi del museo l’importante esposizione “Andrea Mariconti Naeuma Antimatter”, curata da Alberto Fiz e Ilaria Bignotti. Dal 2018 è titolare della cattedra di Pittura e Arti Visive all’Accademia Santa Giulia di Brescia. In ambito scultoreo collabora con la storica Fonderia Allanconi, per la realizzazione di opere in bronzo a cera persa con una attenta ricerca sui processi tecnici e di trasformazione. Nel 2018 fonda AnimulaDesign. Lavora con materiali naturali di origine minerale (grafite – rame - bronzo) vegetale (fitolacca – carbone – cenere – carta ganpi - petrolio), da cui ricava colori e tinte intense e velate. Le sue opere sono presenti in collezioni private e pubbliche, sia nazionali che internazionali.