Andrea Lelario – Bagliori nella selva

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA LA NUVOLA
Via Margutta 41, Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
01/12/2025

ore 18

Artisti
Andrea Lelario
Curatori
Alice Falsaperla
Generi
personale, arte contemporanea

La rassegna celebra un passaggio fondamentale nel percorso dell’artista e della Galleria: in questa data, infatti, l’archivio di Lelario entrerà ufficialmente a far parte degli spazi e della collezione storica de La Nuvola, affiancandosi ai grandi nomi della Scuola di Piazza del Popolo, del Gruppo Forma 1 e dell’Arte Povera.

Comunicato stampa

Dopo la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea (GNAMC), la Galleria La Nuvola di Via Margutta è lieta d’ospitare, lunedì 1 dicembre 2025 alle ore 18, la nuova personale di Andrea Lelario (Roma, 1965). Dal titolo Bagliori nella selva, la mostra è a cura di Alice Falsaperla e con l’intervento critico di Antonella Sbrilli. Essa è patrocinata dal Comune di Roma Capitale, dall’Accademia delle Belle Arti di Roma (ABA), da AAIE Center for Contemporary Art e da HAVE FUN FOR (HF4) con Marco Del Bene e Valeria Picchi per la comunicazione. L’evento, realizzato in collaborazione con Ludovica Fracassi e Matteo Giuseppone, è inaugurato in occasione dell’iniziativa Via Margutta. Palcoscenico delle arti, promossa dall’omonima Associazione.
La rassegna celebra un passaggio fondamentale nel percorso dell’artista e della Galleria: in questa data, infatti, l’archivio di Lelario entrerà ufficialmente a far parte degli spazi e della collezione storica de La Nuvola, affiancandosi ai grandi nomi della Scuola di Piazza del Popolo, del Gruppo Forma 1 e dell’Arte Povera. L’acquisizione e l’ingresso dell’archivio sanciranno non solo un riconoscimento istituzionale, ma anche la volontà di custodire e valorizzare un autore la cui ricerca, negli ultimi anni, ha delineato nuove traiettorie di coerenza tecnica e rigore formale nel panorama artistico contemporaneo.

Per la preziosa occasione, sarà presentato un nucleo articolato di opere: dalle incisioni alle matrici su rame, fino a giungere ai suoi celebri taccuini su carta.
Essi sono fulcro della produzione di Lelario, nonché luogo di annotazione e meditazione, dove i frammenti figurativi si condensano in microcosmi densi e misurati, capaci di spandersi idealmente oltre i bordi della pagina.
Lelario costruisce, così, un vocabolario visivo fatto di penna micron 0.3 su cartoncino, poi fotoincisioni e grafiti fuori scala. Vi è l’omaggio a Dürer e al mito, all’antichità e al ricordo, per guidare il fruitore nella selva della propria coscienza, ricreato come uno spazio fitto e inquieto ma comunque illuminato da bagliori: quelle scintille che, dai recessi più remoti dell’immaginario, continuano a irradiare nuove armonie e significati. E lo fa eseguendo un segno, definito e ripetuto, come dispositivo d’esplorazione e rivelazione del mondo interiore che ci abita, tra memorie e metafore. Ciò che appare come un fitto groviglio di forme è, in realtà, un sistema protettivo, un tessuto emblematico che custodisce il rapporto che intessiamo con la nostra interiorità.
Infine, le citazioni iconografiche che si trasformano in cesure dotte, echi dell’essere dove gli studi junghiani si intrecciano ai paesaggi del Grand Tour, suggerendo un parallelismo tra viaggio geografico, psichico e archetipico. L’esotismo in Lelario, sembra restituirci un linguaggio di significati, un rebus simbolico capace d’indagare i lembi della nostra esistenza.