Andature III – Helene Appel / Eva Marisaldi

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO MARINO MARINI
Piazza Di San Pancrazio , Firenze, Italia
Date
Dal al
Vernissage
05/10/2023
Artisti
Eva Marisaldi, Helene Appel
Curatori
Marcella Cangioli, Antonella Nicola
Uffici stampa
DAVIS & CO
Generi
arte contemporanea, doppia personale
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Al Museo Marino Marini a Firenze apre al pubblico, giovedì 5 ottobre, in occasione della Florence Art Week, Andature III, una mostra con opere di Helene Appel e Eva Marisaldi.

Comunicato stampa

Al Museo Marino Marini a Firenze apre al pubblico, giovedì 5 ottobre, in occasione della Florence Art Week, Andature III, una mostra con opere di Helene Appel e Eva Marisaldi.

Andature è un progetto interdisciplinare che nasce nel 2020, a cura di Marcella Cangioli e Antonella Nicola, in collaborazione con l’Associazione Culturale Città Nascosta e il Museo Marino Marini, con il patrocinio della Regione Toscana e del Comune di Firenze.

La prima edizione, nel 2021, aveva presentato una serie di nuove opere realizzate da Chiara Bettazzi e Daniela De Lorenzo che, partendo dall’inaspettato periodo di sospensione e frattura del ritmo della vita nel quotidiano dovuto alla pandemia, avevano innescato una riflessione su temi quali tempo, ciclicità, caos, entropia, ordine e disordine. La seconda edizione, nel 2022, ha visto coinvolte Elisabetta di Maggio e Sophie Ko, in un dialogo, altrettanto riuscito, tra poetiche e tematiche, tra arte antica e del presente. L’appuntamento del 2023 mantiene il format del confronto tra due artiste di differenti generazioni, Helene Appel e Eva Marisaldi, spostando questa volta l’accento sull’osservazione del reale, dell’esperienza e del quotidiano, che vengono indagati e rappresentati con una acutezza e fedeltà quasi spiazzanti, da un lato, e una molteplicità di sfumature poetiche, dall’altro. Le curatrici hanno inoltre scelto di ampliare il dialogo poetico tra le due artiste, non solo evidenziando i loro linguaggi e gli importanti legami con la storia dell’arte – così come già nelle edizioni precedenti – ma intendendo questa volta tessere, nello specifico, una liason con le opere della collezione del Museo Marino Marini, andando a sottolineare quegli elementi ed aspetti materici scultorei e pittorici che hanno interessato Marino Marini, così come le artiste protagoniste di ANDATURE III. Vengono quindi presentate opere pittoriche, scultoree, installazioni sonore, video e disegni in cui, procedendo per intuizioni, ispirazioni o riferimenti specifici, potremo riconoscere il passo dell’artista, il suo tempo, il suo sguardo, il suo inarrestabile processo creativo.

Eva Marisaldi, tra le artiste italiane più interessanti, analizza le modalità della comunicazione, del linguaggio e le regole che influenzano i nostri comportamenti, attraversando in modo trasversale le diverse tematiche che riguardano la nostra società e quotidianità per decodificare, in maniera quasi antropologica, cosa si nasconde dietro le convenzioni. Il suo lavoro si concretizza, poi, in modo eclettico, utilizzando diversi media, passando dal disegno alla fotografia e alla scultura, fino alla performance, all’arte cinetica, al video e alle installazioni sonore (realizzate in collaborazione con Enrico Serotti). Partendo dalle opere di Marino Marini, Eva Marisaldi attua una riflessione sulla scultura scegliendo, nell’immensa produzione del maestro, alcune piccole figure di acrobati e cavalieri che diventano il motivo su cui l’artista articola la sua propria indagine e realizza, appositamente per questa occasione, alcuni nuovi disegni, Danza, due nuove sculture Studio#1 e Studio #2 e un’incisione su vetro, Lezioni, opere che ben si integrano con le altre selezionate per la mostra, dove ritmo, luce e suono rappresentano il nuovo lessico per continuare a parlare di scultura. Torna allora l’idea del passo che si rivela nei diversi aspetti della sua poetica – dall’osservazione all’esplorazione della realtà, al fine di decrittarne gli aspetti non indagati – così come anche nei mezzi espressivi adottati – il disegno, le installazioni, i suoni, le immagini animate e le sculture – che costituiscono una sorta di punteggiatura, una danza che, seguendo il titolo della mostra, afferisce all’andatura, al passo dell’artista, ma anche degli esseri viventi in generale.

I temi che ricorrono nei dipinti di Helene Appel, artista tedesca con numerose mostre internazionali all’attivo, sono presi dalla quotidianità, naturale e domestica, come se dipingesse le cose che sono sotto il suo sguardo, dai ciottoli e tombini incontrati lungo il cammino, a rami e terra o sabbia, fino ad alimenti e oggetti della cucina di casa – porri sminuzzati, chicchi di riso, canovacci, sapone – dipinti a grandezza naturale e con perfezione tale da sembrare reali, come veri trompe-l’oeil. Helene dipinge ‘oggetti comuni’ con una maestria ‘fuori dal comune’; così ci troviamo ad ammirare: Twig un ramoscello spezzato, Gully, un tombino su cui casualmente ha camminato, Cutting Board, un sedano tagliato su un piano, o ancora una grande tenda, Blue Fabric del 2016 o Sand (2018) dove i granelli di sabbia, terreno di gioco per bambini o confine della nostra terraferma, disegnano le ombre e le luci di quella inaspettata inquadratura. Estrapolandoli dal contesto e privandoli della loro narrativa, essi mutano e si trasformano assurgendo quasi allo status di icone tridimensionali. Come il fanciullo che trova una conchiglia, un resto di giocattolo o una piccola reliquia, è lo stato di stupore che accende ogni volta l’oggetto su cui Helene poi concentra il suo sguardo. Perlustrando e indagando la quotidianità nelle sue sfaccettature più diverse, ma anche nelle sue forme più comuni – quelle cui siamo ormai assuefatti o che apparentemente non ci seducono più, dalla natura agli oggetti di uso e consumo più banali – Helene porta il suo sguardo attento alla ricerca di quel dettaglio, di quella forma o di quella precisa curvatura in grado di diventare l’incipit di un nuovo racconto. Come spesso accade, l’artista, quale instancabile ricercatore, avventuriero e rabdomante, si inoltra in quei luoghi e ambiti che acquisiscono rilevanza solo dopo essere stati contemplati, vissuti, amati da uno sguardo poetico. E lì, in quei luoghi della contemplazione, scopre infinite sfaccettature e altrettante possibili andature, aprendo così alla collettività grandi capitali di esperienza e conoscenza. È un po’ questo ciò che, epoca dopo epoca, continuiamo a chiedere all’arte: di poterci continuare a meravigliare e colmare, di poterci offrire chiavi di lettura inedite e sofisticate per poter partecipare, sempre più profondamente, al mistero della vita stessa.

Partendo da dati reali, concreti o astratti, Eva Marisaldi e Helene Appel, attraverso il loro immaginario poetico, rivolgono lo sguardo al “qui ed ora” per tentare, attraverso quello che si mostra palesemente ai nostri occhi, di giungere altrove, a uno svelamento, a quel qualcosa che sfugge, che non cogliamo, che non è riconosciuto, per aprire a possibili altri significati e trasformazioni, in un mondo immerso di parole e immagini dove sempre di più linguaggio e gesti si perdono in un flusso infinito di informazioni.