Alma Zoppegni / Luigi Farina

Informazioni Evento

Luogo
FONDAZIONE GIORGIO AMENDOLA - ASSOCIAZIONE LUCANA IN PIEMONTE CARLO LEVI
Via Tollegno 52, Torino, Italia
Date
Dal al

dal lunedì al venerdì 10-12 / 15.30-19, sabato 10-12.30
Sabato pomeriggio, domenica e visite guidate su prenotazione: tel 011 2482970 - 3482211208

Vernissage
18/09/2020

ore 17

Artisti
Luigi Farina, Alma Zoppegni
Curatori
Pino Mantovani
Generi
arte contemporanea, doppia personale
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Alma Zoppegni “Segni di luce” – Luigi Farina “Il Pensiero delle mani”.

Comunicato stampa

Mostra

ALMA ZOPPEGNI SEGNI DI LUCE
LUIGI FARINA IL PENSIERO DELLE MANI
A cura di Pino Mantovani

Sale espositive della Fondazione Giorgio Amendola e dell’Associazione Lucana in Piemonte Carlo Levi
via Tollegno 52, Torino

Inaugurazione 18 settembre 2020, ore 17
nel giardino antistante la Fondazione e con ingresso subordinato alle norme vigenti

la mostra resterà aperta fino al 25 ottobre 2020

lunedì-venerdì 10-12 • 15:30-19, sabato 10-12:30
sabato pomeriggio e domenica visite guidate
su prenotazione: 011 2482970 - 348 2211208

Cataloghi in mostra

Alma Zoppegni e Luigi Farina sono due artisti di assai diversa provenienza che hanno completato il percorso formativo all’Accademia Albertina di Torino rispettivamente nella scuola di Pittura di Sergio Saroni e Mario Davico e in quella di Scultura di Sandro Cherchi e Pietro Lorenzoni. Nell’arco degli anni Settanta, in coincidenza con l’affermazione del poverismo in ambito torinese, si pongono con diversi atteggiamenti, strumenti, intelligenza e sensibilità oltre la stagione post-informale, in consapevole posizione alternativa rispetto alla concettualità, al neo dadaismo e alla pop.
Entrambi caratterizzati da introversione e rigore operativo che si traduce in atteggiamento analitico nell’elaborazione testuale e materica, superano ogni condizionamento ambientale travalicando l’alternativa tra astrazione e figurazione. Un viaggio in parallelo, uniti dalla stessa tensione emotiva e dalla ricerca di leggerezza tra luce e materia, proiettati nel futuro attraverso lo scavo in profondità alla ricerca delle proprie memorie storiche, dei simboli ancestrali e dei segni archetipici.
Fondamentale è per loro la necessità di sperimentare nuove forme, accogliendo suggerimenti della natura psichica e materiale e mettendoli a confronto con i procedimenti operativi: togliere o mettere, scavare o incidere, depositare o plasmare. Ritmo e armonia al servizio della bellezza, come valore e come etica, stile di vita e appagamento estetico, da raggiungere mediante una continua applicazione alla ricerca dell’identità del sé e del senso dell’esistenza.

L’ampiezza articolata dello spazio espositivo consente ai due artisti, che sulla separatezza e il dialogo hanno costruito le proprie storie, di documentare in forma pressoché antologica un lavoro di oltre un decennio segnando incroci e divaricazioni. Sull’autonomia puntano i cataloghi distinti, con una presentazione comune di Pino Mantovani e interventi critici specifici di Alexandra Wetzel e Armando Audoli.