Alessandro Gagliardo – Crisi
Mostra personale.
Comunicato stampa
Adesso vorrei poter avere parole immediatamente esatte,
ma non le trovo
Ho provato ad ascoltare per conoscere
a guardare per capire
Liberando le orecchie
ripulendo gli occhi
Reagendo al crepuscolo dei sorrisi, alle riduzioni,
alle dittature del senso, degli scopi, dei tempi, dei denari.
Il canto al mattino presto dell’uccello è incomprensibile
eppure dice da sempre e senza dubbio del mondo che si sveglia
A genocidio in atto
ogni orrore concepibile dalla specie umana
la totalità di morte progettata al lavoro
e ostinarsi anche a riconoscere distintamente luccicare la bellezza
A questo asserraglio la sorpresa
a un sussulto per la vita
senza speranza
questo coraggio dell’attenzione
chiedo a me stesso
Come un fiore non coltivato,
obbedisco alla necessità della lietezza dopo lo scoraggiamento
Verrà ancora qualcosa che mi offenderà e mi massacrerà.
E, ingenuo, come chi è incredulo di morire,
rifiuto
al costo della solitudine che mi fa fratello dei cani,
il volto osceno della storia.
Commemorare è come smettere di amare
Pordenone, Luglio 2025
alessandro gagliardo