Alberto Ghinzani – Open air

Informazioni Evento

Luogo
FONDAZIONE VERA COGHI - CASTELLO ISIMBARDI
Piazza Vittorio Emanuele 37 27030 , Castello d’Agogna , Italia
Date
Dal al

venerdì 15.00 – 20.00 | sabato e domenica 10.00 – 19.00

Vernissage
04/07/2015

ore 17,30

Artisti
Alberto Ghinzani
Curatori
Chiara Gatti
Uffici stampa
STUDIO DE ANGELIS
Generi
arte contemporanea, personale
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Con le opere di Alberto Ghinzani nasce a Castello d’Agogna, nel cuore della Lomellina, un nuovo Parco di scultura all’aperto, sempre nel prezioso sentiero del progetto della Fondazione Vera Coghi di sposare l’arte con la solidarietà. In programma anche laboratori didattici a tema per i più piccoli, visite guidate con la curatrice, reading di poesia, lezioni-concerto con i musicisti dell’orchestra sinfonica Giuseppe Verdi di Milano.

Comunicato stampa

“Cercavo forme che avessero un rapporto con la natura, ma in modo autonomo. Non mi ha mai interessato l’imitazione della natura in senso veristico, ottocentesco” (Alberto Ghinzani)
Sintesi ed essenzialità, concretezza e fragilità. Semplicemente con questi pochi sostantivi si può definire l’opera unica dello scultore di Valle Lomellina Alberto Ghinzani, nato nel 1938 e scomparso il 5 aprile scorso e al quale la Fondazione Vera Coghi di Castello d’Agogna rende omaggio con la prima grande retrospettiva dal titolo “Alberto Ghinzani. Open | Air” a cura della critica d’arte Chiara Gatti con il prezioso contributo di Claudia Ghinzani.

La mostra, in programma dal 4 luglio al 31 ottobre e il cui percorso si svilupperà sia all’interno dei diecimila metri quadrati del parco sia nelle sale della Corte interna di Castello Isimbardi, fa parte del progetto espositivo “Arte solidale a Castello Isimbardi” che si sviluppa durante l’intero semestre Expo e con i proventi interamente destinati al miglioramento della sanità sul territorio: in particolare al Poliambulatorio della stessa Fondazione Vera Coghi e al Reparto di Chirurgia Pediatrica dell’ospedale San Matteo di Pavia.
Già protagonista di un’antologica a Bellinzona conclusasi il 21 giugno e dedicata allo strettissimo rapporto dell’artista con il territorio, Alberto Ghinzani ritorna nella sua terra, la Lomellina, con 30 opere, di cui sette monumentali allestite nel parco del castello di origini trecentesche distillate fra orti e cortili, mentre le altre sculture saranno situate negli interni dell'antica dimora appena restaurati e destinati anche in futuro ad ospitare mostre temporanee.

Nel parco opere delle serie “gabbie”, “pagine” e “scomparti” punteggeranno gli spazi esterni, in un percorso dove gli umori della natura si mescolano agli umori dei materiali, del bronzo, del ferro, delle resine. Superfici dalle forme arcaiche, erose dal tempo e dagli eventi climatici.
Nelle sale interne del castello, invece, fra antichi stucchi e pavimenti in cotto, sarà ricostruita per tappe la ricerca di Alberto Ghinzani, a partire dai primi anni Sessanta, con gli studi sulla terza dimensione, sulla scultura “aperta” allo spazio, come nel caso degli esemplari storici Porta sul giardino o La forma del vuoto.
Una sequenza di Steli dei primi anni Settanta, racconterà il suo amore per la forma allungata, per la leggerezza della materia assottigliata fra le dita. Un processo di sintesi svelato anche dai disegni, dai numerosi bozzetti che, con segno veloce e gestuale, hanno dato origine per primi alla sua riflessione sul valore della linea anche in scultura.
La mostra approda alle opere più recenti passando per gli anni Ottanta e Novanta e per le sperimentazioni sulle resine e i loro valori espressivi.

Ad arricchire la mostra anche carteggi, fotografie e documenti sino ad oggi mai esposti, oltre a opere su carta a mostrare gli infiniti paralleli tra disegno e scultura e ripercorrere con maggiore consapevolezza il cammino espressivo di uno dei protagonisti della scultura italiana contemporanea fra concretezza e fragilità, che coltivò un rapporto ideale con maestri quali Medardo Rosso e Giacometti, sino alla leggerezza dei moduli compositivi di Regina, nata dalla stessa terra di Ghinzani.
L’esposizione colpisce per la grande forza lirica delle sculture, lavorate in ferro, resina, polvere di marmo, bronzo, ma tutte ugualmente lievi e di grande presenza scenica, essenzialità che scavalca solidità e volumi.
Ma nell’arte di Alberto Ghinzani, astratta e informale, i materiali usati, arbusti intrecciati, e i segni che i polpastrelli delle mani hanno ben visibili sulla materia, mostrano come più che mai sia vivo in lui il riferimento con la natura e il paesaggio, che poi è quello della sua Lomellina, panorama esistenziale, punto di partenza non di arrivo, in cui le linee orizzontali dei campi si intrecciano con quelle verticali degli alberi, “geografia della mia vicenda umana, del vissuto trasformato in scultura” come ha sempre amato ripetere l’artista.
Osservando le sculture di Alberto Ghinzani ci si accorge che esse abitano lo spazio, non lo invadono. Ecco perché per Ghinzani le quinte teatrali che costruisce mettono in scena il vuoto e le immense porte spalancate (es. Pagine, 1999) che si aprono sull’orizzonte.
Fittissimo anche il programma degli eventi collaterali che prevede aperitivi d’artista con visita guidata con la curatrice Chiara Gatti, reading di poesie, lezioni concerto con alcuni musicisti dell’orchestra sinfonica Giuseppe Verdi, ed infine laboratori per i più piccoli partendo dalla lirica delle opere in mostra e dai materiali utilizzati dall’artista.
La rassegna espositiva “Arte solidale a Castello Isimbardi” prevede inoltre le seguenti esposizioni:

- “Acqua e terra per nutrire. I paesaggi di Lomellina nelle mappe storiche dell’Archivio Isimbardi di Castello d’Agogna” (sino al 31 ottobre) a cura di Riccardo Rao con 40 mappe e disegni originali del XVII e XVIII secolo che testimoniano la storia dei paesaggi lomellini nei secoli passati;

- “7 mostre per la Lomellina” su 23 fra i più importanti artisti del territorio a cura di Giuseppe Castelli,

- “Scritti e ricordi di un ufficiale tedesco a Castello Isimbardi” (sino al 31 ottobre) a cura di Luigi Pagetti e Andrea Fraune con carteggi, fotografie e documenti inediti;

- “Ferdinando Tugnoli. 1913-1974” (sino al 31 ottobre) dedicata al pittore bolognese allievo di Giorgio Morandi.

Infine dal mese di luglio sarà possibile ammirare nel parco del castello una micropila in legno dell’anno 1930 che riproduce in piccolo l’intero processo della lavorazione del riso gentilmente concessa da Ente Nazionale Risi e sponsorizzata dalla società CURTIRISO di Valle Lomellina;

Ente Nazionale Risi e Curtiriso sostengono il progetto “Arte solidale a Castello Isimbardi” insieme a Comune di Castello d’Agogna, Comune di Lomello, Banca Popolare di Vicenza.