Adelaide Di Nunzio – Dei e Dee part two

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA ARKE'
Via Giacomo Matteotti 239 , Locri , Italia
Date
Dal al

martedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 20.00

Vernissage
03/09/2016

ore 19,30

Artisti
Adelaide Di Nunzio
Generi
fotografia, personale
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Si tratta del proseguimento della ricerca che la fotografa Adelaide Di Nunzio ha presentato nel 2014 al Parco Archeologico di Locri Epizefiri.

Comunicato stampa

La mostra DEI E DEE part two - dal 3 settembre al 23 ottobre 2016 - alla galleria Arkè di Locri, fornirà un altro prezioso tassello alla rassegna MITICA – Percorsi sonori visivi e visionari contemporanei - Si tratta del proseguimento della ricerca che la fotografa Adelaide Di Nunzio ha presentato nel 2014 al Parco Archeologico di Locri Epizefiri . “ Dioniso, Zeus , Ecate, Apollo, Giunone, la Sibilla Cumana: antiche e tragiche vicende, amori, tradimenti, profezie, rievocati dalla Di Nunzio, con acuta sensibilità e restituiti alla nostra contemporaneità.... " quadri mitologici cui si uniscono, ora, il Minotauro, Partenope e Ulisse, e quindi, in omaggio a Locri, la dea Persefone" sempre con un senso" come sostiene l'antropologo Luigi Lombardi Satriani in un breve saggio dedicato a questa ricerca "di tensione all’ Assoluto e di immersione nell’interiorità". Nel progetto di Adelaide Di Nunzio v'è come la necessità di attraversare quell'antica lacerazione che ha ferito e trasformato il mare nostrum in un luogo non più di transito di idee e di commercio ma in un mare silente e foriero troppo spesso di morte. "Miti che rimandano, così come fanno i miti, alla rappresentazione della condizione umana; sempre alla ricerca del bene ovvero del benessere contingente che ad essa sfugge e che incarnano i desideri ora materiali ora ideali, o fin' anche virtuali degli uomini [...] Le icone dell'artista napoletana - nota Marò D'Agostino, curatrice della mostra e della rassegna Mitica - sono costruite piuttosto cancellando figure e, spogliandole dall'eccessiva rappresentatività, con un fare che non le descrive ma ne propone frammenti performativi e dinamici come se queste fossero, sì legate al passato , cionondimeno proiettate in un futuro incognito, in una partita tra presenza e assenza che lascia margini per ulteriori divinità e, quindi, per altre differenze. In tal modo sembra che il senso stesso della ricerca sia l'inclusione di alterazioni e differenze e l'immissione in nuove prospettive"