About ceramics
Gli artisti affrontano una riflessione che trova il proprio filo conduttore nell’esplorazione delle potenzialita’ figurali ed espressive specifiche della ceramica.
Comunicato stampa
About ceramics è il titolo della mostra collettiva che la OTTO Gallery dedica ad uno strumento linguistico duttile e complesso, arcaico ed affascinante come quello della ceramica. Gli artisti che fanno parte di questa mostra affrontano una riflessione che si snoda lungo le sale espositive della galleria e che trova il proprio filo conduttore nell’esplorazione delle potenzialità figurali ed espressive di questo materiale.
Se uno è lo strumento d’espressione, molteplici sono i modi di intenderlo: Arcangelo, Sandro Chia, Enzo Cucchi e Piero Pizzi Cannella raccolgono la sfida di un diverso supporto su cui apporre segni, elementi, forme che sono loro propri, esattamente come se dipingessero su una tela. Così su vasi, anfore, superfici ceramiche bidimensionali si dispiega tutto il repertorio dei motivi figurativi e degli elementi più riconoscibili che da sempre fanno parte dell’universo pittorico di questi artisti.
In altre ricerche la terra dipinta lascia il posto ad esperienze plastiche che, pur contrassegnate da poetiche molto diverse, entrano nelle dimensioni dello spiazzamento, dell’ironia e di un grado maggiore di libertà espressiva. Aldo Mondino adotta un’iconografia giocosa ed allusiva per il proprio lavoro in ceramica; Antonio Riello con linguaggio destabilizzante e sarcastico trasforma armi da guerra in decoratissimi accessori di moda; Bertozzi & Casoni, sfruttando l’estrema versatilità del mezzo, fanno convivere iperrealistici elementi eterogenei e contraddittori in spiazzanti e paradossali composizioni, dove la materia dissimula se stessa; Luigi Carboni concepisce la tridimensione come il luogo dello sperimentale in cui l’immagine proveniente dal mondo della natura, le zucche argentate e cangianti, conferiscono allo spazio l’aspetto di una vera e propria installazione.
Diversa ancora la direzione di altri artisti, per i quali l’esplorazione della materia coincide con la sua modellazione e con la sperimentazione delle sue mutazioni. Giuseppe Spagnulo intrattiene un rapporto fisico, arcaico con la terracotta che, insieme allo spazio, tratta come specifico elemento sculturale: la aggredisce, la forza, ne assomma parti per liberare la forma dalla staticità; Marco Gastini fa uso dell’argilla in accostamento dialettico e simultaneo con altri materiali, anche dissonanti che, messi in relazione tra loro, hanno la capacità di creare intensi campi di energia; Andrea Fogli dà vita ad evocative forme metamorfiche in cui la terracotta, non smaltata e modellata con le mani, origina sculture che modificano la loro struttura secondo i punti di vista; le sculture vibranti ed irregolari di Giacinto Cerone sono il risultato di un corpo a corpo con la materia che, piegata ad una forma che è un tutt’uno col colore, definisce uno spazio carico di tensioni.