A contemporary Dawn: a wor(l)d soundscape

Informazioni Evento

Luogo
IL VIVAIO DEL MALCANTONE
via del Malcantone 15, Firenze, Italia
Date
Il
Vernissage
22/03/2015

ore 20.30

Generi
performance - happening
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Un paesaggio sonoro che gioca con le dimensioni e interagisce con i suoi ascoltatori attraverso l’uso di Twitter, primo appuntamento di Modus Operandi_dialoghi a scena aperta, rassegna di work in progress pensata per creare uno spazio di confronto tra gli artisti in scena e il pubblico chiamato ad intervenire in un dialogo che possa contribuire al processo creativo specifico.

Comunicato stampa

Domenica 22 marzo alle 20.30 è in programma al Vivaio del Malcantone_centro di ricerca e pratica culturale il primo appuntamento di MODUS OPERANDI_dialoghi a scena aperta, progetto che nasce con lo scopo di dare spazio a realtà artistiche con differenti percorsi di ricerca e di elaborazione scenica, che necessitano di rendere pubblico anche solo un breve momento della propria ricerca e avere un luogo dove ricevere feedback e incontrare altri punti di vista senza filtri o parole di convenienza, a scena aperta.
Il primo lavoro presentato all’interno della cornice di Modus Operandi è A contemporary Dawn: a wor(l)d soundscape, un paesaggio sonoro che gioca con le dimensioni e interagisce con i suoi ascoltatori attraverso l’uso di Twitter.
Come tutti gli altri lavori che verranno presentati nel corso dell’anno, indicativamente l’ultima domenica di ogni mese, sarà accompagnato da un aperitivo pensato per poter coprire i costi di viaggio degli artisti, le spese vive della serata e della documentazione dei lavori.
Modus Operandi infatti è un progetto che al momento non è supportato da alcun tipo di finanziamento salvo le risorse personali di coloro che desiderano contribuire alla nascita di nuove produzioni creando delle occasioni di visibilità e di confronto.
(Entrata rivolta solo ai soci)

A contemporary Dawn: a wor(l)d Soundscape

A contemporary Dawn: a wor(l)d Soundscape è un’installazione sonora interattiva con spazializzazione ottofonica. Le tecnologie digitali e le possibilità di diffusione del suono consentono di abitare spazi musicali nuovi e inconsueti. Questo porta all’alterazione delle prospettive di ascolto e alla determinazione di molteplici livelli sonori in continua trasformazione. In A contemporary Dawn: a wor(l)d Soundscape, vari parametri della spazializzazione e di trasformazione del sistema non sono stati fissati dal compositore. La partitura è aperta: evolve in uno spazio stereofonico fino a quando l’interazione del pubblico non ne dilata lo spazio, rendendolo ottofonico, secondo alcuni pattern di movimento che sono modificati dai parametri ottenuti con l’interazione, e decide dei parametri costruttivi di nuovi elementi di sintesi.
Gli ascoltatori possono interagire attraverso l’uso di Twitter: non esiste un codice o un alfabeto da rispettare. È possibile twittare qualsiasi cosa, aggiungendo, però, l’hashtag #dawnscape. Il risultato dell’interazione sono nuovi suoni e nuovi spazi creati proprio a partire dai tweet. In questo modo, se il paesaggio sonoro fissato è in relazione al senso simbolico del tema compositivo, l’interazione è dedicata completamente alla percezione. L’algoritmo per la ricezione dei tweet e la loro analisi è stato implementato in Processing. L’applicazione Dawnscape individua ogni tweet contenente l’hashtag indicato e lo elabora estraendone i parametri necessari ad avviare la sintesi attuata da MaxMSP. La comunicazione tra i due software avviene in tempo reale attraverso messaggi del protocollo OSC (Open Sound Control). Per rendere possibile il più grande numero di queries a Twitter, Dawnscape si autentica con un’Application Only Auth (450 queries ogni 15 minuti). Dawnscape è realizzata con librerie twitter4j.

Autori

Alba F. Battista (1987) è diplomata in Musica Elettronica e Pianoforte e laureata in Fisica. Le sue composizioni e i suoi saggi sono selezionati in contesti nazionali e internazionali (icmc 2014, Atene, Grecia; ems14 Electroacoustic Music Beyond Concert Performance, Berlino, Germania; icmc 2013, Perth, Australia; 55ma Biennale d’Arte, Venezia, Italia; …). La sua composizione acusmatica Nueva Luz ha vinto il terzo premio al Concorso Internazionale del Festival Internacional de Arte Sonoro Monterrey sonom 2014 (Messico). È autrice di “Elementi di Acustica Fisica e sistemi di diffusione sonora” (2012) e “Elettrotecnica ed Elettronica. I nuovi strumenti che hanno rivoluzionato l’estetica della musica” (2014). È docente di Composizione Musicale Elettroacustica presso il Conservatorio “U. Giordano” di Foggia (Italia).

Giorgia Bonini è nata a Firenze il 25 settembre 1975. Mentre frequenta l’Istituto Tecnico Agrario, per uno scherzo della compagna di banco, entra in contatto col suo primo computer ma non è stato un colpo di fulmine. Dopo aver lasciato il computer inscatolato per sei mesi, a un certo punto ne è attratta e non lo ha più lasciato fino a diventare una sviluppatrice web che non disdegna incursioni in forme più creative di informatica.

Vittorio Castelnuovo è un filosofo e esperto di comunicazione. Allievo di Mario Perniola, è stato docente presso l’Università di Roma Tor Vergata (Italia). Ha lavorato come giornalista collaborando con Repubblica, Il Sole 24 Ore, Diario della Settimana, Alias (Il Manifesto), Il Mucchio Selvaggio, Pagina99, Cinema d’Essai, Music, Music & Arts, Estetica News, Rockerilla.
È autore e conduttore di numerosi programmi di Radio Rai. Tra le altre, nel 1996 ha curato con Wim Wenders l’organizzazione della Conferenza “Il futuro del cinema” presentata al Festival Internazionale del Cinema di Venezia. Attualmente, lavora per Rai Web.

Matteo Nicoletti (1971) è un web designer e un creative coder.
Dopo il suo diploma, essendo incerto tra studi scientifici o di design si è deciso per ingegneria meccanica presso l’università degli studi di Firenze ma non l’ha mai terminata. Quando, nel 1996, tornò dal servizio civile, il World Wide Web stava iniziando a diffondersi e si risolse a diventare un web designer: era la fusione perfetta tra tecnologia e arti grafiche che Matteo cercava. Per rappresentare questa dicotomia adottò il nickname “kaosmos”, una crasi, inventata da James Joyce, tra chaos (disordine, confusione) e cosmos (ordine, creazione). Da allora affianca la sua carriera come sviluppatore web (specializzato in frontend e user experience) con sortite in altri campi dell’informatica: quella musicale e il physical computing.