10 anni Fondazione Bonotto

Informazioni Evento

Luogo
FONDAZIONE BONOTTO
Via Louvigny 41 36064 , Colceresa, Italia
Date
Il

ore 18

Generi
performance - happening, serata - evento
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Fondazione Bonotto festeggia i primi dieci anni di attività con una speciale serata di performances.

Comunicato stampa

Fondazione Bonotto festeggia i primi dieci anni di attività con una speciale serata di perfor-
mances.
Dopo il successo della recente mostra al Museo del Novecento di Milano, la Fondazione vicentina
prosegue con l’innovativa strategia di diffusione del proprio patrimonio culturale invitando alcuni
degli artisti con cui ha collaborato nel corso dei primi anni di attività ad un evento esclusivo ospita-
to da The Venice Venice Hotel.
Aprirà la serata Julien Blaine. Poeta, artista visuale e sonoro, marsigliese di nascita e internazio-
nale di spirito, sin dall’inizio della sua attività s’inserisce in un contesto di lotta e contestazione poli-
tica e sociale che lo porterà a sviluppare innovativi e fondamentali percorsi estetici. Grazie alla sua
famosa passionale presenza scenica, le sue performance poetiche sono tra le più più influenti del
XX secolo.
A seguire: il duo di sperimentazione e ricerca musicale L’Impero della Luce, composto da Johann
Merrich ed eeviac che vantano collaborazioni personali con importanti artisti: dal duo Andrigo&Ali-
prandi, al maestro di teatro delle ombre Beniko Tanaka, ai musicisti iosonouncane e Father Mur-
phy. L’Impero della Luce proporrà un set musicale basato su “Calcite, Onyx, Hawaii, Tabacco”, il
brano musicale realizzato modulando i campi magnetici registrati in Fondazione Bonotto.
Chiuderà la serata la performance di Giovanni Fontana, il più importante e influente poeta sonoro
contemporaneo, e Umberto Petrin, pianista jazz di livello internazionale, che offriranno un percor-
so appositamente sviluppato per la serata, tra Futurismo, Dada, Poesia Epigenetica e Poesia Digi-
tale.
Uno speciale omaggio sarà dedicato inoltre a Nam June Paik con la presentazione di 3 storici vi-
deo dell’artista coreano: “Global Groove” del 1974, “Suite 212” del 1977 e “Wrap Around the
World” del 1988.
Per l’occasione verrà anche presentata la Embassy Fondazione Bonotto, composta da due suites
arricchite da opere provenienti dalla Collezione Bonotto, che porta l’arte in luoghi inattesi e sor-
prendenti. Un’idea che si radica nella forte spinta rivoluzionaria dei movimenti rappresentati dalla
Collezione Bonotto che hanno generato nel XX secolo nuove strutture formali e di fruizione dell’ar-
te.
Dall’inizio degli anni Settanta, la Collezione Bonotto raccoglie numerosissime testimonianze tra
opere, documentazioni audio, video, manifesti, libri, riviste ed edizioni degli artisti Fluxus e delle
ricerche verbo-visuali internazionali sviluppate dalla fine degli anni Cinquanta: Lettrismo, Poesia
Concreta, Poesia Visiva, Poesia Sonora e Poesia Digitale. Tutta la collezione (opere e documenti)
è interamente e liberamente consultabile on line sul sito della Fondazione Bonotto (www.fondazio-
nebonotto.org) che, grazie all’enorme lavoro di connessioni sviluppate tra le varie schede, è dive-
nuto un punto di riferimento importante a livello internazionale per studiosi, curatori, direttori di mu-
sei e semplici amatori che desiderano approfondire le loro conoscenze di Fluxus e della Poesia
Concreta, Visiva, Sonora e Digitale.
Fondazione Bonotto, nata proprio a Venezia nel giugno 2013 alla presenza di Yoko Ono, nel ruo-
lo di madrina d’eccezione, si è imposta a livello internazionale come punto di riferimento per gli
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studiosi d’arte di tutto il mondo. Grazie all’opera di digitalizzazione di tutta la sua collezione libera-
mente fruibile sul sito www.fondazionebonotto.org e ai progetti sviluppati in collaborazione con il
Palais de Tokyo e il Centre Pompidou di Parigi, la WhiteChapel Gallery di Londra, l’Auditorium
Parco della Musica di Roma, il Museo del Novecento di Milano e molte altre istituzioni internazio-
nali, la fondazione vicentina è diventata una realtà imprescindibile per Fluxus e la Poesia Concre-
ta, Visiva, Sonora e Digitale.
Il programma della serata
18:00 - Accoglienza
18: 30 - Julien Blaine:
"Je parle ? la machine typographique” e "8 debout & 8 couch"
19:00 - L’impero della Luce:
“Calcite, Onyx, Hawaii, Tabacco”
20:00 - Giovani Fontana (Testi e voce) e Umberto Petrin (Pianoforte):
“Jazz Poetry and so !”
20:30 - 22:30 - Cocktail dinatoire.
Led Wall (al piano nobile)
Nam June Paik
Global Groove, 1974
Suite 212, 1977

Biografie degli artisti
Julien Blaine, nato a Rognac in Francia nel 1942, all’anagrafe Christian Poitevin, dà principio alla
sua produzione artistica agli inizi degli anni ‘60 affrontando il tema del rapporto tra parola e imma-
gine. Eclettico e sperimentatore è un poeta visuale e sonoro, performer ma anche organizzatore di
eventi internazionali. Nel 1962 inizia la sua attività editoriale fondando la rivista “Les Carnets de
l’Octéor” e collaborando allo stesso tempo con Ben Vautier a “Identité”. Tra le sue pubblicazioni più
importanti vi è Doc(k)s: una serie di monografie redatte per definire le esperienze poetiche raccolte
in diverse parti del mondo. Nel corso degli anni stringe rapporti di collaborazione con diversi poeti
visivi italiani con i quali si cimenta nella produzione di performances. Ha fondato il V.A.C. (Venta-
bren Art Contemporain) ed è stato l’animatore di svariati festival di poesia sonora. Fra le sue mo-
stre personali più importanti: “Galerie Lara Vincy” (Parigi, 1979, 1992, 2002), galleria “Franklin
Furnace” (New York, 1980), Centre Pompidou (Parigi, 1982), “Studio Morra” (Napoli, 1986), “Mer-
cato del Sale” (Milano, 1987), “Galerie Meyer” (Marsiglia, 2004), “Studiobrescia” (Brescia, 2004),
“Espace à vendre” (Nice, 2004), “Fondazione Berardelli” (Brescia, 2008), “Galleria Clivio” (Milano,
2018), “Heart spazio vivo” (Vimercate Monza e Brianza, 2019), “Galleria delle prigioni” (Treviso,
2019).
L'Impero della Luce è un duo di sperimentazione e ricerca musicale fondato nel 2018 da Johann
Merrich ed eeviac. Attraverso le tecniche dell'induzione elettromagnetica, L'Impero della Luce
esplora le sonorità della corrente elettrica emessa e dispersa dalle tecnologie inventate dall'uomo.
Nel 2019, L'Impero della Luce è stato scelto per essere parte del network internazionale Keychan-
ge. Dal 2020, collabora ufficialmente con SOMA Laboratory presentando agli ascolti il fascino per-
turbante dei dispositivi Ether. L'Impero della Luce ha scelto di concentrare le sue ricerche sulla ma-
teria originale della musica elettronica: la corrente elettrica. La quasi totalità dei dispositivi
elettrici emette di continuo suoni che non possiamo percepire con le nostre orecchie. Lampade,
ventilatori, spazzolini elettrici, alimentatori, radio-sveglie, lettori CD, televisori a tubo catodico han-
no una voce silenziosa: quella del campo elettromagnetico dei loro avvolgimenti o delle dispersioni
elettriche emesse dai circuiti. Attraverso particolari strumentazioni, Il duo sperimentale amplifica
questi suoni rendendoli udibili: attinta in purezza, la corrente elettrica così amplificata è organizza-
ta in tempo reale per creare composizioni e narrazioni sonore. L'Impero della Luce considera i
suoni segreti del paesaggio elettrico quotidiano un'espressione naturale dell'Antropocene; l'ascolto
implementato dalla tecnologia può concedere dignità estetica e meraviglia ai suoni spesso consi-
derati sgradevoli – come i ronzii dei neon o i sibili delle nostre aree urbane – che si trasformano,
per mezzo del nostro ascolto intenzionale, in contemporanee foreste elettriche.
Giovanni Fontana, performer, architetto, poeta visuale e sonoro, si definisce poliartista. È autore
di numerose pubblicazioni in forma tradizionale e multimediale. Tra le opere e gli interventi degli
ultimi anni, la pièce radiofonica Le droghe di Gardone - Strategie sonore sull’alcova d’annunziana,
commissionata dalla Fondation Louis Vuitton di Parigi (2016), Poema Bonotto, videopoema pubbli-
cato in USB pen-drive dalla Fondazione Bonotto di Colceresa (2015), le performance multimediali
Akkade ke – Poème épigénétique (Bordeaux, 2017), Epigenetic poetry - La punta della lingua (An-
cona, 2019), la pubblicazione del disco Epigenetic Poetry (LP con booklet, Ed. Recital, Los Ange-
les, U.S. 2016). Tra le ultime partecipazioni, quelle a La voix liberée (Palais de Tokyo, Paris, a cura
di Patrizio Peterlini ed Éric Mangion), Le poème en actes (Maison de la poésie, Paris), VI Perfor-
mance na dźwięki (MIK, Varsavia), International Performers Meeting (Panstowowa Galeria Sztuki,
Sopot), Räume für notizen (Alte Schmiede, Vienna). Creatore di “romanzi sonori”, tra i quali Taroc-
co Meccanico (Altri Termini 1990) e Chorus (Manni 2000), è autore di composizioni intermediali
particolarmente apprezzate negli ambienti della sperimentazione artistica internazionale. Ha colla-
borato con: Adriano Spatola, Arrigo Lora Totino, Dick Higgins, John Giorno, Henri Chopin, Bernard
Heidsieck, Julien Blaine, Jean-Jacques Lebel e altri.
Umberto Petrin, considerato tra i maggiori pianisti a livello internazionale, è un artista a tutto ton-
do. Accanto alla carriera di musicista si interessa alla poesia contemporanea, collaborando a rivi-
ste letterarie e pubblicando alcune raccolte. Sia come leader che come ospite di importanti forma-
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zioni affronta ogni stile jazzistico fino al free jazz. La sua sensibilità artistica lo porta a intraprende-
re vari progetti di sincretismo tra musica d’improvvisazione e altre arti, poesia, videoart, perfor-
mance, collaborando con alcuni tra i maggiori poeti italiani, come Luigi Pasotelli, Milo de Angelis,
Giovanni Fontana (che ha dedicato a Petrin il suo Poema Sonoro “Frammenti d’ombre e di pe-
nombre” – 1999) e Tomaso Kemeny. Si esibisce al fianco di capiscuola come Steve Lacy, Lee Ko-
nitz, Anthony Braxton, Lester Bowie, Enrico Rava, Tim Berne, Paul Lovens, Paul Rutherford, Han
Bennink, Willem Breuker, Marc Ducret, Michael Moore ecc., con molti dei quali realizza anche
pubblicazioni discografiche, ed è considerato dalla critica tra i maggiori interpreti delle musiche di
Thelonious Monk. Numerose le sue collaborazioni per piece teatrali che lo vedono a fianco in par-
ticolare di Stefano Benni, Lella Costa, David Riondino. Nel 2018 è chiamato dalla cantante brasi-
liana Rosàlia De Souza nel suo album “Tempo”, in veste sia di pianista che di arrangiatore e com-
positore di brani originali. Ha inciso finora oltre 70 CD, molti dei quali premiati dalla critica.