1° Digigraphie Photo Festival

Informazioni Evento

Luogo
VILLA POMINI
Via Don Luigi Testori 14, Castellanza, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

venerdì e sabato 15/19 – domenica 10/12 – 15/19

Vernissage
12/05/2012
Contatti
Sito web: http://www.archiviofotografico.org
Biglietti

ingresso libero

Generi
fotografia, collettiva

L’iniziativa nasce dall’opportunità di proporre in Italia un evento dedicato alla stampa digitale fine art, offrendo uno stimolante percorso di conoscenza, confronto ed esperienza, attraverso diverse mostre stampate con tecnologia EPSON Digigraphie, di autori affermati ed emergenti, unitamente ad una serie di eventi ed incontri rivolti alla didattica, alla critica, all’editoria, alla tecnica e alla fotografia d’autore.

Comunicato stampa

1° Digigraphie Photo Festival
12 maggio – 3 giugno 2012 – Villa Pomini – Castellanza (Va)

L’A.F.I., Archivio Fotografico Italiano, che ha come finalità quella di promuove la fotografia in tutti i suoi aspetti, diffondere la cultura della conservazione e valorizzazione di immagini storiche, moderne e contemporanee, e di favorire i giovani talenti, in collaborazione con EPSON – Sponsor Tecnologico e con il patrocinio del Assessorato alla Cultura del Comune di Castellanza (Va), organizza il 1° Digigraphie Photo Festival, dal 12 maggio 2012 al 3 giugno 2012.

L’iniziativa nasce dall’opportunità di proporre in Italia un evento dedicato alla stampa digitale fine art, offrendo uno stimolante percorso di conoscenza, confronto ed esperienza, attraverso diverse mostre stampate con tecnologia EPSON Digigraphie, di autori affermati ed emergenti, unitamente ad una serie di eventi ed incontri rivolti alla didattica, alla critica, all’editoria, alla tecnica e alla fotografia d’autore.
Per quanto riguarda la didattica, per favorire la partecipazione in tempi di crisi, grazie alla disponibilità dei relatori, abbiamo deciso di proporre costi davvero bassi, giusto per coprire le spese effettive logistiche. Un’opportunità per quanti desiderano coltivare interesse a una cifra accessibile.

L’Archivio Fotografico Italiano è anche un laboratorio di stampa fine art Digigraphie certificato da EPSON, voluto dalla necessità di proporsi sul mercato della fotografia d’autore, ma anche per la necessità di proporre nelle rassegna progetti di assoluto livello, anche sotto il punta di vista dell’arte di stampa, garantendo un prodotto di grande valore. Dopo vari studi e comparazioni, abbiamo deciso di adottare Digigraphie di EPSON per le caratteristiche che offre, tali da soddisfare i principali requisiti richiesti da artisti e collezionisti.
Per noi è stato come trasformare la nostra professione in una convinta passione, non tipicamente commerciale ma mossa da un forte sentimento per l’arte visiva, dando valore alle immagini, trasformandole in opere uniche.
Un progetto che ci vede impegnati in rapporti con scuole, fotografi e realtà culturali francesi, dove la Digigraphie EPSON è nata e diffusa ampiamente, tra artisti, galleristi e collezionisti.

Tornando al programma del Festival di seguito le esposizioni e gli eventi:

LE MOSTRE:

MAURIZIO GALIMBERTI
Viaggio in Italia

Un viaggio Made in Italy con Polaroid manipolate in modo creativo, e stampate in fine art Digigraphie dall'AFI per questa rassegna.
Maurizio Galimberti attraversa l'Italia per scoprire persone, momenti e luoghi che rappresentano il nostro paese nelle sue più intime manifestazioni.
L'omaggio di un italiano alla penisola, attraverso degli appunti fotografici. Ogni giorno è diverso, possono cambiare i soggetti, le modalità di ripresa, le pellicole. Galimberti, con lo stile personalissimo che lo identifica, racconta i luoghi riprendendo architetture e scene di vita inquadrando particelle di spazio che divengono immaginarie, fantasiose e ritmiche.

Maurizio Galimberti nasce a Como nel 1956 e cresce a Meda. Studia da geometra e nei cantieri affina il punto di vista rigoroso con cui impressionerà il mondo.
Sin da ragazzo partecipa a numerosi concorsi fotografici, vincendoli, addirittura con nomi diversi come quello della madre o della moglie. All’inizio usa la classica pellicola analogica lavorando molto con una fotocamera ad obbiettivo rotante widelux in bianco e nero e in diapo/cibachrome, poi nel 1983 inizia la sua passione-ossessione per la Polaroid. La sceglie per il semplice motivo che non sopportava l’attesa dello sviluppo per vedere il risultato del suo scatto e anche per una eterna paura del buio della camera oscura. Si accorge inoltre che la resa dei colori con la pellicola istantanea è semplicemente magica ed inizia un lungo percorso fino ad oggi di ricerca e di sperimentazione nell’uso di questo media.
Nei primi anni novanta infatti, abbandona l’attività edilizia di famiglia e decide di dedicarsi solo alla fotografia.
Nel 1991 inizia la collaborazione con Polaroid Italia della quale diventa ben presto il testimonial ufficiale e che ha come risultato il volume POLAROID PRO ART pubblicato nel 1995, vero oggetto di culto per gli appassionati di pellicola polaroid di tipo integrale.
Il 1997 è l’anno che vede l’entrata nel mondo del collezionismo d’arte dei suoi mosaici di polaroid.
Nello sviluppo di questa sua peculiare tecnica hanno grande influenza il futurismo di Boccioni e il movimento cinetico esasperato di Duchamp.
Galimberti riesce in un istante a visualizzare una complessa scomposizione dell’immagine da ritrarre, matematica nel suo rigore e musicale nell’armonia d’insieme, che realizza di getto leggendo le note nella sua mente.
Con la stessa tecnica diviene conosciuto per i suoi ritratti, sempre a mosaico. Arriva nel 1999 la nomina al primo posto nella classifica dei foto-ritrattisti italiani redatta dalla rivista Class. La popolarità e successo con cui vengono accolte queste inusuali rappresentazioni di volti lo portano a partecipare nel ruolo di ritrattista a numerose edizioni del Festival del Cinema di Venezia.
In particolare, nell’edizione del festival del 2003, il suo ritratto di Johnny Depp sarà la copertina del Times Magazine inglese del 27 settembre dello stesso anno.
La curiosità per la particolare tecnica da lui sviluppata ha suscitato l’interesse di numerose aziende leader in vari settori, tra le quali: Milan calcio (“Il Milan del centenario”) Fiat Auto (calendario 2006, libro “Viaggio in italia…nuova fiat 500″) Kerakoll (libro “NewYorkmatericomovimentosa”) Jaeger Lecoultre (libro “La grand maison”) Illy caffè (campagna istituzionale 2008) Nokia ( libro “telefoninotempoemozione”)Lancia Auto (ritratti alla 66a mostra del cinema di Venezia).
Nel 2005 l’incontro con i Sig.ri Fumagalli, appassionati e collezionisti di arte contemporanea, ha permesso a Galimberti di iniziare la realizzazione di importanti volumi sulle città del mondo come New York, Venezia, Berlino. Inoltre nel 2007 viene fondato l’Archivio NordEst che raccoglie, numera e cataloga le sue opere al fine di valorizzarle e di tutelarne l’autenticità.
Nell’ottobre 2009 in occasione della riapertura di Polaroid è invitato in veste di testimonial ufficiale alla fiera della fotografia di Hong Kong , di Las Vegas e al Tribeca Film Festival, realizzando portraits performance con Lady Gaga, Chuck Close e Robert de Niro.
Nell’Aprile 2011 all’interno della prestigiosa collana di film/dvd sui grandi della fotografia Italiana, prodotta da GiArt di bologna ed editata da Contrasto,è uscito il film/dvd ” Maurizio Galimberti ”
Nell’ Aprile del 2011, IMPOSSIBLE, nuovo brand produttore di instant film , gli ha dedicato un instant film b&w denominato ” IMPOSSIBLE MAURIZIO GALIMBERTI SPECIAL EDITION”.
Galimberti è stato inoltre visiting professor alla Domus Academy, alla facolta’ di Industrial Design alla Universita’ Bicocca di Milano e, all’Istituto Italiano di fotografia di Milano.
Tiene regolarmente workshop di fotografia creativa durante i principali festival fotografici.
Le sue opere fanno parte delle più importanti collezioni di fotografia.
Attualmente lavora ad un prestigioso volume sulla città di Milano in vista dell’Expo del 2015, e ad un volume con Archivio nordest sulla citta’ di New york di imminente realizzazione.
Con GiArt di bologna lavora ad un progetto denominato “Viaggio in Italia”, del quale verra’ realizzata nel 2012 una mostra itinerante con il relativo volume dedicato.

SILVIA AMODIO
Albini
Le persone albine, affette cioè da una patologia genetica che conferisce quel loro caratteristico colore della pelle, dei capelli e degli occhi, raramente sono protagoniste dei ritratti fotografici. Vivono in un mondo a parte, dove alla sofferenza fisica dovuta al fatto che la loro pelle è estremamente sensibile alla luce del sole e la loro vista molto debole, si accosta anche un disagio psichico per una diversità che spesso non viene rispettata. In alcune zone dell’Africa le persone albine vengono uccise e mutilate, perché troppo “differenti” dagli altri.
Interessata da sempre agli aspetti sociali e capace di esprimersi con un mezzo così intrigante e complesso come è il ritratto fotografico, Silvia Amodio ha realizzato recentemente una ricerca originale e rara chiedendo a diversi albini – uomini, donne, ragazzi, bambini – di posare in uno studio classico dotato di luci, pannelli e fondale. Il risultato è un lavoro che accosta alla bellezza dei ritratti l’analisi psicologica dei protagonisti emersa dal loro rapporto disponibile, sereno, serio o giocoso con l’obiettivo. Roberto Mutti

Silvia Amodio è nata a Milano il 3 febbraio 1968.
Si laurea in filosofia con una tesi sperimentale, svolta alle Hawaii, sulle competenze linguistiche dei delfini. Nella sua attività di fotografa e giornalista ha collaborato con settimanali e mensili (Famiglia Cristiana, Airone, D la Repubblica delle Donne, Anna, l’Espresso, Mondo Sommerso, New Age), pubblicando articoli e immagini in rubriche dedicate al mondo animale. Tutt'ora cura la rubrica MONDO ANIMALE per il mensile Informatore UNICOOP di Firenze.
Negli ultimi anni si è affermata nel campo della fotografia d’autore in Italia e all’estero, prediligendo Musei e Istituzioni per esporre i suoi lavori. Per interessi personali e formazione, la sua identità artistica si è definita collocandosi tra fotografia e scienza, in un connubio dal quale emerge la volontà di rappresentare la relazione tra uomo e animale da un punto di vista etico e filosofico.
E' stata relatrice in numerosi convegni scientifici nazionali e internazionali e vanta partecipazioni in qualità di esperta di animali alle trasmissioni televisive Maurizio Costanzo Show (Canale 5) e Geo&Geo (RaiTre). Sue fotografie sono state pubblicate su numerose riviste specializzate quali Arte Mondadori, Photo e ZOOM. Quest'ultimo bimestrale di fotografia, in particolare, ne ha pubblicato portfoli e interviste nel 2005 e nel 2007, prima come ritrattista di animali e più recentemente in relazione a un nuovo capitolo della sua vita professionale, che l'ha condotta a indagare attraverso la figura umana la condizione sociale del popolo sudafricano. La serie di ritratti realizzata nel 2005 alla periferia di Cape Town è stata esposta, l'anno successivo, in una mostra personale negli Stati Uniti all'Università di Seattle, in contemporanea a un ciclo di seminari che ha tenuto insieme alla scrittrice sudafricana Sindiwe Magona.
Ancora in Sudafrica nel 2007, con il supporto della Regione Toscana e dell'ASL di Firenze, ha realizzato "Volti Positivi", una ricerca fotografica e un documentario riguardante la diffusione dell'AIDS. Un'opera tratta da questo progetto è stata selezionata, unica italiana, nell’edizione 2008 del Taylor Wessing Photographic Prize indetto dalla National Portrait Gallery di Londra.
Vive tra Milano e Firenze.

ANTONIO MANTA
Black Not White
BLACK not WHITE gli scatti di Antonio Manta in una mostra in bianco e nero fine art Digigraphie realizzati in Uganda.
Il fotografo racconta la realtà della prigione Olia Prison, attraverso ritratti della vita del villaggio circostante: dai volti dei bambini agli spazi d’ospedale, tra gli scenari delle grandi foci del Nilo e le danze tribali.
“Il lavoro di Antonio Manta ci parla dell’Uganda: un paese dilaniato dalle lotte intestine per il potere politico, dalla povertà e dalla malattia. Il suo racconto, fondato su un nucleo centrale d’immagini rappresentanti la realtà di una prigione, la Olia Prison, si sviluppa nel suo intorno attraverso ritratti della vita del villaggio circostante. Assistiamo così a passaggi visivi tra le immagini di bimbi e spazi d’ospedale, tra gli scenari delle grandi foci del Nilo e le danze tribali.
Non c’è enfasi aggressiva o pietismo iconico nei volti ritratti, le fotografie ci rimandano ad una realtà quotidiana fatta di dignità, di lavoro spesso disorganizzato, di spazi non curati, dove l’uomo - unico protagonista - è elevato sopra l’ambiente attraverso lo sguardo orgoglioso del suo essere, dove tutto ciò che lo circonda passa in secondo ordine.
L’uso della fotografia in b/n ci fornisce una lettura spogliata dai dettagli cromatici, spesso forvianti per l’aggressività di colori contrastanti e disegni appariscenti, dove il contrasto mette in risalto la luce accecante che disfa la materia ed il buio dettagliato che la esalta, in un vortice di nuovi equilibri simbolici.
Ciò che Manta mette in evidenza attraverso “BLACK not WHITE” è la visione occidentale che abbiamo dell’Africa e del modo troppo “white” di percepire i problemi e le situazioni: noi occidentali dovremmo vedere più spesso in “black” con gli occhi, la cultura e l’essere dei paesi che crediamo di aiutare.” Paola Binante
Biografia
Antonio Manta è nato a Empoli, dopo esperienze lavorative diverse si è stabilito in un paese storico del Valdarno Superiore, Pia di Scò. Ha sempre avuto un rapporto stretto con la fotografia, come spesso accade, inizialmente per puro diversivo, poi con incarichi di diverso tenore a livello professionale. Nelle esperienze consumate in anni di immagini, ha fatto del reportage un fermo riferimento per la sua produzione fotografica. Operando in più campi della fotografia, ha carpito, esperienza dopo esperienza, l’essenza per quanto attiene la composizione fotografica e contenutistica. La voglia di conoscenza e la sperimentazione costante, lo hanno fatto approdare alla professione di elaboratore di immagini in digitale, nonché alla raffinata stampa in fine art. Ecco la ragione per cui ha eletto, per il suo atelier fotografico, il nuovo indirizzo situato lontano dal caos delle grandi città. Oramai è considerato, nei settori prima citati, uno dei massimi esperti del momento; è richiesto, per questo, in ogni parte d’Italia per tenere workshop, ma anche per l’aspetto reportagistico è chiamato a tenere lezioni e conversazioni. Al suo attivo figurano svariate pubblicazioni di tenore fotoreportagistico, la finalizzazione del proprio produrre libri molto spesso è per poter fare significative opere di beneficenza.

GIORGIO LOTTI
Gli anni di Epoca
Una selezione d’immagini che hanno reso celebre il grande fotografo italiano, stampate espressamente per questa mostra dall’AFI in fine art Digigraphie.
Un excursus dentro gli avvenimenti italiani più rilevanti degli ultimi 40 anni: dall’alluvione di Firenze del 1966 al funerale di Padre Pio nel 1968, dal terremoto in Irpinia del 1980 all’arrivo a Brindisi dei profughi albanesi nel 1991, per proseguire con una serie di ritratti intensi di noti personaggi della politica, della cultura, dell’arte, dello spettacolo, dell’economia.
Un percorso espositivo appassionante e ricco di spunti di riflessione, voluto per stimolare un dibattito sul concetto di fotogiornalismo, tra passato e presente, che Lotti contribuirà ad approfondire.

Giorgio Lotti nasce a Milano nel 1937. Inizia a lavorare nel 1957, collaborando come free-lance per alcuni quotidiani e settimanali quali Milano Sera, La Notte, Il Mondo, Settimo giorno, Paris Match. Nel 1964 entra nello staff di Epoca sotto la direzione di Nando Sampietro dove rimane fino al 1997, anno di chiusura del giornale. Ha lavorato fino al 2002 per Panorama.
Tra i molti libri pubblicati sono da ricordare Venezia muore, 1970;Il Duomo Avvelenato, Persico Editore, 1972;Il Teatro alla Scala, Mondadori 1978, Luce Mare, Baldini 1981, Cina, Cina, Cinacon prefazione di Deng Xiao Ping, Baldini 1986, Firenze 1966, il diluvio dell’ira e del miracolo Nicolini 1991.
Numerose le monografie: Giorgio Lotti, speciale monografia, Progresso fotografico, 1978; I grandi fotografi, Gruppo Editoriale Fabbri,1982; Cento anni di cinema, Fotopratica, 1995; 40 anni di storia raccontati dai grandi fotografi di Epoca, Fotopratica, 1997.
Numerose anche le mostre fotografiche a cui ha partecipato; tra le principali: The Land, Londra 1979, a cura di Bill Brand, Danza Internazionale, Sicof Milano 1985, Giorgio Lotti, Fotogiornalismo, 1986, Peace and Existance of the contemporary man, New York 1986, Ignoto a me stesso, ritratti di grandi scrittori, Torino 1987, CinaCinaCina, Castelfranco Veneto 1987, a cura di Gino Oliva, I sette fotografi di Epoca, Castelfranco Veneto 1989, a cura di Gino Oliva, Fotografia italiana, 1991, Giorgio Lotti: Fotogiornalismo, Il diaframma Milano 1993, a cura di Lanfranco Colombo, Giorgio Lotti, Fotografia di cinema, Cinemazero Pordenone 1994, a cura di Marco Rossetti, Un secolo di ritratto, Biennale di Venezia 1995, a cura di Italo Zannier, Luce colore emozioni, San Marino, 1996, Varese 1997, Pavullo 1997, Imagina, I grandi fotografi di Epoca raccontano il mondo, Verona Scavi scaligeri 1998, Fondazione Italiana della fotografia, Torino 1999, a cura di Laura Leonelli, catalogo Leonardo Arte. Ha partecipato inoltre a numerose edizioni del Sicof.
Nel 1973, per un reportage fatto in Cina viene insignito, dalla University of Photojournalism, Columbia, del premio The World Understanding Award. Nello stesso anno, durante uno dei numerosi viaggi in Cina, realizza il ritratto ufficiale di Zhou en Lai, la foto più stampata al mondo in oltre cento milioni di copie.
E’ stato premiato dalla città di Venezia per i suoi reportage sulla Serenissima.
Nel 1994, a Modena, riceve il prestigioso premio letterario Città di Modena.
Nel 1995, nel corso del 16° Sicof viene premiato con l'Horus Sicof 1995 per il ruolo svolto nel campo della fotografia italiana.
Alcune immagini sono conservate nei musei americani, di Tokio, Pechino, al Royal Victoria Albert Museum di Londra, al Cabinet del Estamper di Parigi, al Centro Studi dell’università di Parma, nelle collezioni civiche di Modena. Da alcuni anni si dedica alla ricerca fotografica nel campo del colore e dell’arte.

EVENTI CORRELATI:

Sabato 12 maggio 2012 ore 18,30 in avanti:

Inaugurazione FESTIVAL in VILLA
Programma:
Apertura mostre alla presenza degli autori
Presentazione al pubblico del primo libro della collana Digigraphie Fine Art edito dall’AFI
Buffet inaugurale
Proiezioni a ciclo continuo: Giorgio Lotti gli anni di Epoca, e lavori dei fotografi della collezione AFI

Domenica 27 maggio 2012 ore 15 – 17,30

LETTURA DEI PORTFOLIO e BOOK SHOP
a cura di noti esperti
Book Shop by HF Distribuzione
Premiazione concorso 1 °Digigraphie Photo Contest

A seguire:

Presentazione del Libro: FULVIO ROITER
Il giornalista e critico Roberto Mutti presenta il libro che ha scritto sul grande fotografo italiano, proiettando delle immagini che hanno reso celebre Fulvio Roiter nel mondo.
A seguire aperitivo

CORSI e WORKSHOP

12 maggio 2012 – ore 10 – 17,30
Photoshop creativo
Workshop con Marianna Santoni - Fotografa prof e Guru di Photoshop e Wacom Evangelist

13 maggio 2012 ore 14 - 18
Workshop: Ritratto fotografico ambientato / sulle sponde del lago
Docente: Claudio Argentiero

19-20 maggio 2012
Workshop: stampa fine art - nuove frontiere per la fotografia d’autore
Corso di post produzione e stampa in collaborazione con Epson e Canson Infinity
Docente: Antonio Manta

19-20 maggio 2012
Antiche tecniche di stampa: la gomma bicromatata – corso pratico
Docente: Roberto Lagrasta – Gruppo Rodolfo Namias

I dettagli per l’iscrizione nel sito: www.archiviofotografico.org

PROIEZIONI - INCONTRI CON L’AUTORE

Martedi 22 maggio 2012 ore 21,15
Proiezione audiovisivi

Martedi 29 maggio 2012 ore 21,15
Proiezione di un film-intervista a Maurizio Galimberti – Instant Artist
Con la partecipazione di M. Galimberti
A seguire:
Stampa fine art Digigraphie e collezionismo fotografico
chiacchierata con Maurizio Galimberti