Zerocalcare al MAXXI. Una mostra a Roma che ripercorre tutto il suo lavoro

È nello Spazio Extra MAXXI che è allestita la mostra Zerocalcare. Scavare fossati- Nutrire coccodrilli, la prima personale dell’artista romano Michele Rech, in arte Zerocalcare. A raccontarci i suoi modelli è l’artista stesso

Al MAXXI, un luogo che a suo dire l’artista frequenta spesso, sono esposti poster, illustrazioni e copertine di Zerocalcare (Arezzo, 1983). Una mostra composta da “materiali già dati in pasto al pubblico attraverso i libri, e altri originali mai visti prima ma che mi sentivo tranquillo nel mostrare. Un’altra parte dei lavori sono parte invece di una storia collettiva. Sono i manifesti disegnati dall’artista ma frutto di una collaborazione con altre persone. Entrando nel merito l’artista spiega: “in qualche modo la mia paura era di stare sovradeterminando una comunità che è vasta, frastagliata e quindi composta da sensibilità anche molto diverse. Chi mi ha chiesto il manifesto 15 o 18 anni fa, mai avrebbe pensato che dal ponte di Quarto Oggiaro sarebbe finito illuminato da un faretto in un museo di Roma Nord. Quindi ho cercato di rendere questo passaggio il più orizzontale possibile”. Non solo sono state chieste le autorizzazioni ai diretti interessati per esporre i manifesti che li riguardavano, ma anche chi ha lavorato alla mostra ha rispettato la storia di quella comunità “senza cercare di nascondere o edulcorare, e di spettacolarizzare nulla, e questo penso sia il valore aggiunto di questa mostra”, dichiara sempre Zerocalcare. All’interno delle sale del museo viene presentata un’anteprima del progetto di digital storytelling Demopatia. Viaggio nelle viscere della democrazia, un lavoro collettivo realizzato per ActionAid insieme a Manolo Luppichini e Ivan Giordano.

Cover La profezia dell'armadillo Artist Edition, 2017, Courtesy Zerocalcare, libro ed. Bao Publishing, Milano

Cover La profezia dell’armadillo Artist Edition, 2017, Courtesy Zerocalcare, libro ed. Bao Publishing, Milano

ARMADILLO

A spiegarci il focus della mostra è invece la curatrice Giulia Ferracci, “l’idea è stata di raccontare il lavoro di Michele Rech, non attraverso una presentazione cronologica o monograficamente antica, ma di attraversare i suoi temi che dipingono l’affresco della contemporaneità. Quindi “l’armadillo” è la struttura principale che anima le sezioni che sono organizzate in diverse scocche, a forma di fagiolo rovesciato, e la spina dorsale è costituita dalla Tribù che è diciamo così, l’ossatura non soltanto culturale ma anche familiare dell’artista stesso, che attraversa tutte le diverse tematiche affrontate in sezioni quali Pop, Non-reportage, Lotte e resistenze, quindi dalla dimensione privata, biografica, intima, fino ad arrivare a racconti di cronaca quotidiana e alla documentazione di fatti e di reportage, con il sapore però del diario intimo.” Ma cosa rappresenta l’animale per l’artista? “L’armadillo è incarna la parte più chiusa della mia coscienza”, afferma Zerocalcare, “è l’immagine che ha avuto più successo perché più persone si riconoscevano in quella figura e in quel tipo di sociopatia”.

MANGA

“Tra le principali fonti di ispirazione ci sono certamente i manga, come dimostrano anche molte icone pop qui presenti: da Mila la pallavolista, disegnata senza mani visto che queste eroine devono soffrire tantissimo pur di emergere, a Dino di Denver, alla folletta Memole, ai Puffi. Tutti loro rappresentano un simbolo. Ci sono anche figure storiche come Galileo che è l’esempio massimo da chiamare in causa per la scienza, o il comandante Schettino, per parlare di atteggiamenti impudenti. Questi personaggi vengono presi in esame per raccontare le storie della nostra quotidianità”. Domandiamo al fumettista quale è il manga che lo ha ispirato maggiormente. Ci risponde: “i manga e i cartoni animati sono parte della mia famiglia, per me sono stati una balia tanto quanto mia madre o mia cugina, quelli che uso più spesso sono Ken il guerriero e i Cavalieri dello zodiaco, perché mi sembra che i vari personaggi riescano a racchiudere un po’ tutti gli archetipi della modernità che ci ha formato”.

– Ilaria Bulgarelli

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Ilaria Bulgarelli

Ilaria Bulgarelli

Ilaria Bulgarelli (Roma, 1981) ha studiato presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, conseguendo la laurea triennale in Ingegneria Edile, poi presso “Sapienza Università di Roma”, per terminare i suoi studi con la laurea specialistica in Architettura. Un mix…

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