The Missing Post Office. Un film racconta l’ufficio postale delle lettere perdute in Giappone
“The Missing Post Office” è il cortometraggio di Clément Lefer che svela un luogo dove le lettere senza destinatario trovano rifugio. Sull’isola di Awashima c’è questo particolare ufficio postale, diretto da un 91enne. Il film
“Con questo progetto, ho voluto rendere omaggio all’intimità, ai ricordi che resistono alla cancellazione e alla bellezza di ciò che si condivide una sola volta”, afferma Clément Lefer, regista francese autore del cortometraggio The Missing Post Office.
In meno di 9 minuti, il film riesce a evocare l’atmosfera intima e carica di emotività racchiusa in questo luogo speciale sull’isola di Awashima, nel Mare di Seto, dove finiscono le lettere prive di destinatari o impossibili da recapitare.
The Missing Post Office: la storia dell’ufficio postale ad Awashima
Un vecchio ufficio postale in legno, attivo dal 1964 al 1991, ha trovato nuova vita quando l’artista giapponese Saya Kubota l’ha trasformato in un’installazione per la Triennale di Setouchi del 2013.
L’ex ufficio postale della città di Mitoyo, nella prefettura di Kagawa, è divenuto così un luogo deputato a raccogliere la corrispondenza non recapitabile: 100 caselle metalliche, sospese al soffitto tramite corde di pianoforte che emettono il suono del mare muovendosi, accolgono al loro interno lettere prive di destinatari.
O meglio, lettere che non risultano recapitabili poiché i destinatari sono defunti, discendenti futuri, primi amori, gli stessi scriventi, personaggi di fantasia e persino oggetti. Chi vuole può leggerle e riporle, ma se qualcuno trova una missiva che ritiene di essere a lui destinata, può conservarla.
Il cortometraggio di Clément Lefer
“Ho scoperto l’esistenza dell’Ufficio Postale Scomparso in Francia, tramite un articolo che ho trovato per caso. Qualche settimana dopo, sono partito da solo per filmarlo, avventurandomi su una piccola isola nel Mare di Seto”, racconta Clément Lefer. “Lì, ho trovato un luogo invisibile sulla maggior parte delle mappe, aperto solo tre ore a settimana. E nella calda luce del suo ingresso, un uomo anziano seduto in silenzio. Questo film è nato da quell’incontro”.
Il regista si riferisce al 91enne Katsuhisa Nakata, direttore delle poste che continua a prendersi cura di questi frammenti di memoria e grazie al quale The Missing Post Office continua ad essere vivo e attivo.
Il cortometraggio si dispiega proprio sulle parole di Nakata che, sorridente, racconta il suo impegno di custode del luogo e, soprattutto, dei pensieri e delle memorie che le persone gli affidano. Alcuni di questi vengono letti dagli stessi autori, che vengono ripresi con tatto dalla telecamera di Clément.
Un esperimento sociale di grande successo
“Watanabe è stato maestro di scuola e poeta. Diceva che la scrittura lo aveva infiacchito, che chi scrive pensa troppo e da lì nasceva la sua malinconia”, afferma uno dei personaggi di Tutti gli indirizzi perduti di Laura Imai Messina, che proprio nell’Ufficio postale di Awashima ambienta il suo romanzo.
Anche la scrittrice romana ha subito il fascino di questo luogo, nato come un esperimento artistico e che – considerata la grande mole di lettere pervenute – sembra aver risposto ad un’esigenza forte dell’umanità contemporanea: quella di raccontarsi in una maniera introspettiva, che solo la scrittura consente ancora di fare.
L’imponente quantità di lettere pervenute in questo singolare ufficio postale è stata infatti tale che sono stati inaugurati nuovi punti di raccolta, come quello all’aeroporto di Takamatsu e anche una filiale temporanea a Londra.
Si è venuto a comporre così un puzzle di umanità, in cui chiunque può specchiarsi, ritrovare sé stesso o comprendere qualcosa in più dell’altro.
Roberta Pisa
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