Da un anno a Tirana la villa che fu del dittatore albanese è diventata un centro d’arte

Mentre l’Italia dilapida centinaia di milioni costruendo campi di concentramento, la Francia in Albania dipana tutto il suo soft power realizzando decennali progetti culturali e artistici di grande respiro

Si appresta a festeggiare il suo primo anno di vita il più grande progetto artistico attuale in corso a Tirana. Nella capitale dell’Albania a gennaio 2025 sono iniziate infatti le attività di Vila 31 x Art Explora, un programma di residenze artistiche ma non solo di residenze artistiche. 

Vila 31 - Art Explora - Tirana, giardini esterni
Vila 31 – Art Explora – Tirana, giardini esterni

La nascita del progetto Vila 31 x Art Explora a Tirana

Il progetto nasce per forte impulso del Governo albanese proprio nella persona del primo ministro Edi Rama. Rama prima di fare il politico, negli Anni Novanta, era professore all’Accademia di Belle Arti e esponeva i suoi quadri in giro per l’Europa. Oggi è a capo dell’esecutivo albanese da un numero ingente di anni ma ciononostante continua ad occuparsi di arte sia come pittore (lavorando assieme a grosse gallerie internazionali, non ultima la nostra Alfonso Artiaco di Napoli) che come organizzatore di progetti culturali. Malgrado l’impulso di Rama tuttavia l’offerta culturale di Tirana in questi anni non è all’altezza di una giovane capitale vivace e dinamica che vuole affermarsi in Europa: mancano gallerie d’arte rilevanti, la Galleria Nazionale è chiusa da anni per lavori (forse riaprirà a metà 2026), il Museo Nazionale è nelle stesse condizioni ma non si sa bene quando riaprirà, non esiste uno spazio per grandi mostre di livello, importanti organizzazioni private come Harabel sono ferme a causa delle vicissitudini politico-giudiziarie che hanno interessato il Comune di Tirana. Altre organizzazioni locali (come la Tirana Art Weekend e la GAT – Galleria d’Arte di Tirana) cercano di fare il possibile ma il risultato non può costituire un traino sufficiente per attirare in città un turismo culturale internazionale e anche le nuove architetture, che spuntano con gran ritmo, quasi sempre accolgono contenuti più commerciali che culturali, come avvenuto nel rifacimento della Piramide.

Un centro d’arte nella villa del dittatore

E a proposito di architetture-simbolo del regime comunista crollato negli Anni Novanta, il progetto Vila 31 x Art Explora è ancora più importante perché si pone come una piattaforma aperta e racconta della capacità albanese di volgere a proprio favore la controversa storia della dittatura di Enver Hoxha. L’iniziativa affonda le sue origini nel 2023 in virtù di un accordo formalizzato tra Edi Rama ed Emmanuel Macron a seguito di una visita di quest’ultimo in Albania. Ancora una volta – come avviene nel Golfo, in Arabia o altrove – il soft power francese mette a segno colpi validi, anche in territori che si potrebbero pensare più vicini ad un’ipotetica influenza italiana. Ipotetica, appunto, visto che l’Italia preferisce in Albania portare avanti iniziative imbarazzanti come i campi di concentramento per migranti: con le stesse risorse si sarebbero potute fare attività culturali dal grande valore aggiunto finanziandole per trent’anni…

Bisej Kapo di Art Explora
Bisej Kapo di Art Explora

Un progetto culturale Franco-Albanese mentre l’Italia sta a guardare

L’accordo Albania-Francia puntava ad una destinazione culturale per la villa che è stata la casa di Hoxha e della sua famiglia fino alla fine del regime. Il dittatore, fautore di uno dei regimi più cervellotici e oppressivi del Dopoguerra in Europa, ha vissuto qui fino alla sua morte nel 1985. La villa, nel pieno centro di Tirana nel quartiere del Blloku al tempo inaccessibile come una città proibita e riservato esclusivamente agli alti dignitari del partito, era grande e suddivisa in vari appartamenti. Quello per la moglie del dittatore e quelli per i figli. Un labirinto da oltre 1000 mq con 7mila mq di spazi verdi all’esterno. Una villa costruita negli Anni Quaranta e poi ampliata a fine Settanta. Finita la dittatura, il fabbricato è diventato un pezzo del patrimonio statale ed è stata mantenuta come imbalsamata nel tempo: pulita, manutenuta, mai modificata. Tutte le ville circostanti hanno cambiato destinazione d’uso (la maggior parte sono bar e ristoranti!), ma questa è rimasta uguale a se stessa. Fino alla decisione del governo di destinarla dopo decenni di inutilizzo a spazio culturale.

Il progetto è stato portato a dama con i francesi di Art Explorauna fondazione nata nel 2019 che punta a democratizzare l’arte rendendola il più accessibile per tutti. I francesi hanno creato una divisione a Tirana della loro attività, mettendovi in testa la manager culturale Bisej Kapo (mentre Nita Deda è la responsabile dei programma culturale). “L’idea che avevamo di apertura sta funzionando” racconta Bisej ad Artribune “durante gli open studio dello scorso aprile dopo il primo giro di residenze abbiamo avuto migliaia e migliaia di visite, in tanti sono venuti anche al secondo e al terzo open studio per un totale di oltre 20mila persone, tutte le attività sono gratuite e ne abbiamo fatte più di 200. Ogni volta che pubblichiamo la open call riceviamo tantissime richieste da tutto il mondo: per il 2026 sono quasi 2mila”.

Vila 31 - Art Explora - Tirana, sala cinema
Vila 31 – Art Explora – Tirana, sala cinema

Come funziona la residenza alla Vila 31

Le residenze alla Vila 31 di Tirana durano 3 mesi (c’è anche una Cross-Residency che aggiunge ai 3 mesi di Tirana 3 mesi alla Cité Internationale des Arts di Parigi, gestita da Art Expolera), gli artisti hanno un grant di 800 euro al mese e 1500 euro per la produzione. E naturalmente un appartamento e un aiuto per i voli aerei. L’opportunità è quella di allestire un atelier in uno degli edifici più simbolici dell’Albania. A dispetto di quello che si potrebbe pensare, il villone è diventato accogliente grazie al restauro conservativo portato avanti dagli architetti di NeM ArchitectesLucie Niney e Thibault Marca sono riusciti a mantenere tutto il fascino di un tempo lasciando intatti gli infissi d’epoca, i mobili, le boiserie, perfino i vecchi apparecchi televisivi e gli storici ascensori di tecnologia italiana tipici degli Anni Settanta e Ottanta. Il colore degli arredi è segnaletico degli interventi di interior: gli elementi bianchi sono quelli nuovi, il resto è patrimonio storico di questa villa-fortezza, dipinti da realismo socialista alle pareti inclusi. È stato pubblicato un libro (“A Dictator’s Home”) in cui il fotografo Philipp Funke ha documentato la villa prima e dopo il passaggio degli architetti.

Le residenze si svolgono in tre turni annuali (Gennaio-Marzo; Maggio-Luglio; Settembre-Novembre), i vincitori vengono scelti da una commissione internazionale e si può arrivare grazie ai grandi spazi della villa fino ad un massimo di 30 ospiti all’anno suddivisi tra artisti e curatori o ricercatori in visita breve. Ci sono infatti 8 spaziosi e luminosissimi atelier (comprensivi di appartamento) e 3 guest room per soggiorni più veloci. Alla fine di ogni ciclo ci sono gli open studio. “Gli artisti si stanno trovando bene in questo spazio, ci dicono che si lavora piacevolmente e commentano positivamente la grande luce che entra dalle finestre” continua Kapo “tendono un minimo a personalizzare gli spazi e a lasciare qualcosa, ci hanno lasciato anche una gatta che ora vive nella villa e si infila ogni volta che facciamo degli shooting o delle performance!”. Molti artisti (il 40%) provengono dai balcani (Bosnia-Ezegovina, Kosovo oltre che Albania) dimostrando la centralità di questo progetto nell’area regionale.

Il futuro di Vila 31 a Tirana

Bisej Kapo sta cercando di incentivare ulteriormente la porosità di questa isola in mezzo alla città con la città stessa: “si tratta comunque di un edificio molto delicato, fino a qualche mese fa dovevo avvisare con giorni d’anticipo se avevo ospiti e visitatori. Oggi al di fuori dagli open studio abbiamo il cancello chiuso e il guardiano che chiede i documenti a chi prende appuntamento per venire. Piano piano lo spazio diventerà aperto e integrato con la città e le residenze aumenteranno, ce ne sarà anche una dedicata ai curatori per incoraggiarli a venire qui qualche mese e lavorare nel contesto di Tirana”. C’è tempo per fortuna, perché il contratto tra Art Explora e lo stato albanese è di 10 anni.
L’edificio presenta molti ambienti che si prestano a spazi espositivi, aree per riunioni e workshop e un ampio cinema sotterraneo: erano i saloni usati per 40 anni dal dittatore e dalla sua famiglia. Durante gli open studio invece si alternano talks, presentazioni, performance, attività per bambini e dj set oltre naturalmente alle visite degli studi degli artisti in residenza.
Non stiamo facendo un semplice centro artistico” conclude Bisej “ma un ecosistema vivo dove arte, comunità, città e storia dialogano di continuo”. Proprio nelle stanze dove viveva un autocrate che opprimeva la diversità, l’arte e la cultura.

Massimiliano Tonelli

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Massimiliano Tonelli

Massimiliano Tonelli

È laureato in Scienze della Comunicazione all’Università di Siena. Dal 1999 al 2011 è stato direttore della piattaforma editoriale cartacea e web Exibart. Direttore editoriale del Gambero Rosso dal 2012 al 2021. Ha moderato e preso parte come relatore a…

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