Tutto il programma 2026 del Museion di Bolzano tra arte urbana, comunità e territorio
Oltre alle mostre, il museo ha presentato diverse attività capaci di unire le ricerche artistiche contemporanee e il pubblico, ridefinendo il suo ruolo nel panorama culturale dell'Alto Adige
Ribadire la propria visione di museo come soggetto attivo nella trasformazione culturale e sociale dell’Alto Adige. Questo è l’obiettivo del Museion di Bolzano che prende forma nel nuovo programma di mostre e attività (di durata triennale) che si svilupperanno nel 2026 sotto il titolo di Museiopolis. Attraverso una rete di collaborazioni, nuove progettualità e un rinnovato impegno verso il territorio, il museo punta a rafforzare il legame che unisce comunità locali, istituzioni internazionali e pratiche artistiche contemporanee diventando una polis culturale.

Museiopolis e la cultura come spazio condiviso a Bolzano
Il 2026 vede la nascita di Museiopolis, una campagna triennale che ripensa il rapporto tra museo, città e territorio. Ispirata al concetto di polis, l’iniziativa mira a dissolvere le barriere tra centro e periferia, attivando un confronto di idee, pratiche e collaborazioni. Questo approccio si intreccia con THE SOFTEST HARD, la ricerca curatoriale sulla “morbidezza” come forza democratica e sociale, che orienta il museo verso forme di partecipazione attiva, responsabilità urbana e immaginazione collettiva. La missione espressa dal direttore Bart van der Heide riflette questa tensione verso una cultura accessibile, inclusiva e in dialogo con il territorio.

Tra nuove letture, grandi voci e prospettive globali: tutte le mostre del 2026 al Museion
La programmazione espositiva del 2026 porta a Bolzano artisti di calibro internazionale e nuove riletture di figure storiche. La stagione si apre con Feedback. Gli ambienti di Franco Vaccari, prima grande mostra dedicata alle installazioni immersive dell’artista modenese. Segue Sweet Landscape, la prima personale istituzionale italiana di Evelyn Taocheng Wang, che intreccia pittura, moda e memoria con il contesto culturale altoatesino. Con Mo num en ts, Som Supaparinya presenta una nuova video-opera sui rapporti tra degrado ambientale e narrazioni politiche del Sud-est asiatico, realizzata grazie all’Han Nefkens Foundation Grant.
In autunno, una retrospettiva in collaborazione con Palais de Tokyo e CAPC è dedicata a Rammellzee, figura radicale della scena graffiti e hip-hop newyorkese. A chiudere l’anno, la mostra dedicata a Luigi Zuccheri, che esplora la natura come forza autonoma attraverso tempere sperimentali. Accanto alle esposizioni, il museo porta avanti l’impegno verso la scena artistica locale tramite il Premio Piero Siena, e il tour internazionale della monografia su Lucia Marcucci.

Museion Passage: la nuova piazza urbana a Bolzano
Parallelamente alle mostre, il nuovo anno segna un rafforzamento del rapporto tra museo e spazio urbano grazie a Museion Passage, che diventa attivatore di Museiopolis. L’anno si apre con quattro nuove sculture monumentali di Eduard Habicher, pensate in dialogo con l’architettura di Museion e accompagnate da un evento sonoro con Joey Baron e Robyn Schulkowsky. Da luglio, il Passage ospita il primo capitolo di Museiopolis, una selezione di sculture della collezione che nel 2027 si diffonderanno in vari siti culturali della provincia, sviluppando una rete territoriale in cui opere e comunità entrano in relazione diretta.
Formazione, giovani comunità creative e nuove alleanze culturali
Completano il programma le attività educative e di ricerca di Museion Academy, che promuove collaborazioni accademiche e progetti espositivi. Si conclude, inoltre, la prima edizione del Master FOAM – Future of Art Museums, sviluppato con la Libera Università di Bolzano.
Infine, il Museion Art Club si trasforma in un incubatore di creatività giovanile con workshop, programmazioni indipendenti e iniziative che uniscono pratiche artistiche e rigenerazione urbana. Accanto a questo si sviluppa anche Museion Art Club Young che offre attività ricreative e formative dedicate a bambini e adolescenti, rafforzando il ruolo del museo come spazio di inclusione e di riflessione.
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