Tutte le mostre da vedere a Vienna negli ultimi mesi del 2025
Ci sono appuntamenti da non perdere nella capitale austriaca tra grandi mostre collettive e monografiche dedicate ad artiste donne, con importanti passaggi di testimone alla direzione dei musei. Ecco cosa vedere a Vienna in questi mesi
Vienna ci regala un autunno denso di arte, tra grandi maestri della modernità e protagonisti della scena contemporanea. Dall’attesa retrospettiva dedicata a Marina Abramović all’Albertina Modern alla raffinata collezione impressionista del Belvedere, passando per i dialoghi tra gotico e modernismo all’Albertina e le ultime mostre firmate Heidi Horten Collection, la città si conferma uno dei poli culturali più vivaci d’Europa.
Giorgia Losio
Albertina – Gothic Modern
La mostra propone un’affascinante rilettura della nascita della modernità artistica, sottolineando come la presunta cesura con la tradizione fosse, in realtà, accompagnata da un ritorno consapevole al passato e, in particolare, all’arte tardomedievale. Come sottolinea Ralph Gleis, direttore dell’Albertina e curatore: “Il modernismo è solitamente inteso come un nuovo inizio radicale e una rottura con la tradizione. Ciò che sorprende, tuttavia, è che anche gli artisti modernisti guardavano a modelli storici, sebbene precedenti alla tradizione accademica, ovvero alle opere del Medioevo e del periodo gotico”. Accanto ad artisti come Munch e van Gogh, si scopre quanto l’arte gotica fosse già moderna nel linguaggio e nella tensione spirituale. L’allestimento accompagna il visitatore in un percorso che, partendo da temi come vita e morte, dolore e pentimento – centrali nell’immaginario medievale e teatralizzati dall’uso di pareti scure – conduce alla luminosità, richiamando le vetrate che illuminano le maestose cattedrali gotiche, dove la simbologia della luce come rinascita diventa fonte d’ispirazione anche per gli artisti moderni. Le circa 200 opere in mostra – tra dipinti, incisioni e sculture – indagano come gli artisti, tra il 1870 e il 1920, abbiano cercato nuove forme di espressione, liberandosi dalle convenzioni accademiche e attingendo al Medioevo per creare un linguaggio più autentico e spirituale.
Vienna // fino all’11 gennaio 2026
Gothic Modern – Munch, Beckmann, Kollwitz
ALBERTINA
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Albertina Modern – Marina Abramović
Vienna accoglie una grande retrospettiva dedicata a Marina Abramović, pioniera della performance art. La mostra, curata da Bettina M. Busse, direttrice del Bank Austria Kunstforum Wien, ripercorre decenni di ricerca artistica attraverso un allestimento suddiviso in stanze tematiche create insieme all’artista. Ogni spazio indaga un aspetto chiave del suo lavoro: la partecipazione, i limiti del corpo, il rapporto con la natura, la dimensione spirituale. Il corpo diventa mezzo, soggetto e oggetto dell’arte; il dolore, la resistenza e il tempo, strumenti di conoscenza. Le stanze esperienziali invitano il pubblico a un confronto diretto con l’energia delle opere che non si limitano a essere viste, ma vissute. La presenza di Abramović a Vienna assume un significato particolare: la città, culla dell’Aktionismus, offre il contesto ideale per riscoprire la sua poetica radicale. “Voglio sempre andare alla fonte”, afferma l’artista, “e per me la fonte è la natura, luoghi dotati di magnetismo ed energia: cascate, vulcani, crepe nella terra, grandi formazioni rocciose in cima alle montagne”. Un percorso immersivo che diventa viaggio interiore e rito di consapevolezza.
Vienna // fino al 1° marzo 2026
MARINA ABRAMOVIĆ
ALBERTINA MODERN
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Museo del Belvedere – Gli impressionisti francesi
La mostra propone una selezione significativa della collezione privata del Museum Langmatt di Baden, in Svizzera, una delle raccolte più complete del primo Impressionismo francese. Fondata dai coniugi Jenny e Sidney Brown nel 1896, durante il loro viaggio di nozze a Parigi, negli anni la collezione si arricchì di opere di Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir e Paul Cézanne, fino a diventare una delle più rappresentative testimonianze del gusto collezionistico dell’epoca. Tra i pezzi più rari, la Natura morta con pesche, caraffa e persona di Cézanne (1900 ca.): acquistata nel 1908 da Ambroise Vollard, rivela la tensione tra costruzione e percezione, anticipando il Cubismo. Le opere, solitamente conservate nella villa di famiglia, raccontano una storia d’amore per la pittura che attraversa luce, colore e vita quotidiana. Il percorso espositivo, organizzato in «saloni» tematici, consente di seguire l’evoluzione dei linguaggi impressionisti, dalla rappresentazione della natura e degli effetti atmosferici fino agli scorci urbani e ai momenti più intensamente pittorici. Come sottolinea la Direttrice Generale del Belvedere Stella Rollig: “Jenny e Sidney Brown stavano creando la loro collezione proprio mentre avvenivano le acquisizioni internazionali per la Galleria d’Arte Moderna di Vienna, oggi Museo del Belvedere. È, quindi, un piacere particolare che il Belvedere sia stato uno dei soli tre musei internazionali selezionati per esporre i tesori di Langmatt durante la ristrutturazione del museo svizzero.”
Vienna // fino all’8 febbraio 2026
Cézanne, Monet, Renoir. L’impressionismo francese dal Museum Langmatt
MUSEO DEL BELVEDERE
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Heidi Horten Collection – The Line / Ouriel Morgensztern
Alla Heidi Horten Collection di Vienna l’autunno si apre con due mostre complementari che invitano a guardare con occhi nuovi. Die Linie – The Line indaga la forza del segno e la sua capacità di generare forma e significato: dai disegni poetici di Paul Klee alle geometrie di Piet Mondrian, dai contrasti di Roy Lichtenstein alle installazioni filiformi e avvolgenti di Chiharu Shiota, la linea diventa gesto, confine, ritmo e memoria. Come sottolinea la curatrice Véronique Apburg: “Nelle arti visive, la linea è onnipresente. Navigando tra precisione costruttiva e gesto soggettivo, svolge compiti infiniti. Definisce la forma e porta ordine in superficie; modella contorni e strutture, crea separazione e connessione. La linea documenta e registra spazio e tempo, descrive la realtà, genera illusioni e cattura l’immaginario. Come principio fondamentale del design artistico, è indispensabile, eppure così ovvia che spesso passa inosservata. Nell’infinita varietà dei suoi concetti, funzioni e forme materiali, la linea ha molto da raccontare: del suo tempo, dei suoi artisti e delle loro preoccupazioni”.
In dialogo con questa riflessione, la personale Ort del fotografo Ouriel Morgensztern trasforma il museo stesso in soggetto: attraverso giochi di luce, riflessi e inquadrature silenziose, l’artista restituisce un ritratto intimo dello spazio espositivo e del suo rapporto con chi lo attraversa. Due esposizioni diverse, ma unite da un filo comune — quello dell’osservazione — che invita a rallentare e a seguire le linee visibili e invisibili che legano arte, architettura e sguardo. Con queste mostre, la Heidi Horten Collection chiude anche un importante capitolo della sua storia recente: sono infatti le ultime esposizioni sotto la direzione di Agnes Husslein-Arco, che ha guidato il museo fin dalla sua apertura, portandolo a imporsi come uno dei centri più dinamici della scena artistica viennese contemporanea.
Vienna // fino all’8 marzo 2026
Die Linie. The Line
HEIDI HORTEN COLLECTION
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Vienna // fino al 12 aprile 2026
ORT – Ouriel Morgensztern
HEIDI HORTEN COLLECTION
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mumok – Tobias Pils
Il mumok di Vienna una mostra monografica raccoglie oltre un decennio di ricerca dell’artista austriaco. Curata da Manuela Ammer, l’esposizione presenta un percorso visivo che si snoda tra il bianco e nero iniziale e l’introduzione graduale del colore, esplorando temi universali come la nascita, la morte e la trasformazione. La mostra include anche una parete murale di 20 metri, realizzata appositamente per lo spazio del museo. Questa esposizione segna un punto di transizione per il mumok, poiché rappresenta una delle ultime mostre curate sotto la direzione di Karola Kraus, che ha guidato il museo fino al 2025. La sua leadership ha contribuito a consolidare il mumok come uno dei principali centri per l’arte contemporanea in Austria. Dal 1° ottobre 2025 la direzione è passata a Fatima Hellberg, precedentemente direttrice del Kunstverein Bonn, dove ha curato mostre in collaborazione con artisti di fama internazionale.
Vienna // fino al 12 aprile 2026
Tobias Pils. Shh
MUMOK – MUSEUM MODERNER KUNST STIFTUNG LUDWIG
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Kunsthistorisches Museum – Michaelina Wautier
Il Kunsthistorisches Museum di Vienna porta alla ribalta una figura affascinante e a lungo dimenticata: Michaelina Wautier, pittrice fiamminga del Seicento, riscoperta negli ultimi anni come una delle voci più originali del suo tempo. La mostra riunisce per la prima volta quasi tutto il suo corpus conosciuto – ventinove dipinti, un disegno e una rara incisione – e restituisce la complessità di un’artista che seppe muoversi con libertà tra generi e soggetti. Wautier non si limitò alle nature morte o ai ritratti femminili, ma affrontò con audacia temi mitologici e religiosi, dominando la figura umana con una sicurezza che stupì i suoi contemporanei. Il suo celebre Trionfo di Bacco, a lungo attribuito a Rubens per la potenza della composizione e la scala monumentale, torna ora a firmare con chiarezza il suo nome, diventando simbolo di un riscatto tardivo, ma necessario. La rassegna, organizzata in collaborazione con la Royal Academy of Arts di Londra, non è solo una retrospettiva, ma un gesto di riparazione storica: un invito a guardare la pittura barocca da una prospettiva diversa, dove il talento non ha genere, ma sguardo. “Michaelina Wautier è una delle riscoperte più significative nella storia dell’arte”, afferma Jonathan Fine, direttore generale del Kunsthistorisches Museum.
Vienna // fino al 22 febbraio 2026
Michaelina Wautier Painter
KUNSTHISTORISCHES MUSEUM
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