A Venezia tutte le possibili declinazioni del “tempo presente” in una nuova mostra 

Il tempo in tutte le sue forme invade gli spazi della galleria AplusA, con un ricco progetto che coinvolge un team di curatori e artisti internazionali, che invitano a interrogarsi sul modo in cui abitiamo ogni istante della nostra esistenza

La consapevolezza del tempo che scorre e la pratica del vivere il presente costituiscono il fulcro della riflessione proposta da Time:lapse. Il titolo, scandito dai due punti come l’orario di un display digitale, introduce una mostra allestita negli spazi della galleria AplusA, nel cuore di Venezia.
Il progetto è curato dagli studenti dell’International Summer School in Curatorial Practice 2025, organizzato dalla School for Curatorial Studies Venice: Viola Amico, Mina Baniahmadi, Sean Burke, Daria Chelpachenko, Aruseak Hovhannisyan, Moe’Neyah Holland, Riya Jain, Akanksha Kamble, Lily Keeler, Gopika Kohli, Iuliia Kulikova, Rei Magongoa, Polina Mikhailova, Ana Ioana Olar, Noor Sharma e Lina Alshihabi.

Rituale come pratica di consapevolezza da AplusA a Venezia

I giovani curatori di Time:lapse invitano il pubblico a essere presenti nel momento, a registrarlo come esperienza essenziale della vita, rendendolo materiale, tangibile, memorabile. Tra le opere più intime del progetto figura The Book of Hours di Robert Blatt (1984, USA): un quaderno nero che elenca i 1.440 minuti di una giornata, restituendo al tempo materialità, peso e spessore. La formazione musicale dell’artista gli conferisce una visione del tempo come strumento di composizione, con un ritmo fatto di suoni e silenzi calibrati. Il titolo rimanda ai Libri d’Ore medievali, che guidavano i laici nei rituali di preghiera quotidiana, e al tempo stesso evoca la serie Today di On Kawara, in cui le date dipinte su tela scandiscono il ritmo della vita fissando ogni giornata. Allo stesso modo, il piccolo quaderno nero di Blatt si configura come una riflessione sulla necessità umana di dare forma al tempo attraverso rituali e pratiche consapevoli.

Tra produzione e fruizione nella mostra da AplusA a Venezia

Lo spirito di condivisione e coesione ha guidato il gruppo curatoriale nella creazione di una stazione di ricerca all’interno degli spazi della galleria. Perfettamente integrato nell’allestimento della mostra, questo ambiente invita a rallentare il passo. Qui il visitatore può esplorare il processo curatoriale attraverso i testi che hanno accompagnato la progettazione e una ricca selezione di riferimenti visivi.  Su una parete si materializza l’esperienza del doom-scrolling sui social, capace di trascinare chiunque in un flusso caotico e infinito di contenuti, ormai parte integrante della vita quotidiana. In questo spazio, tuttavia, non ci sono schermi: solo un tavolo con sedie, post-it organizzati per colore e pennarelli. Strumenti semplici, pronti per essere utilizzati per arricchire la ricerca attraverso l’esperienza umana diretta, piuttosto che attraverso il potere impersonale degli algoritmi.

Il potere indipendente per arricchire l’ecosistema dell’arte

School for Curatorial Studies Venice, attiva dal 2004, si configura come un progetto ambizioso e pionieristico. Attraverso un articolato programma di corsi, la scuola propone un approccio esperienziale e concreto alla pratica curatoriale, intrecciando teoria e prassi in un dialogo costante.
Se Venezia da sempre è pervasa da uno spirito creativo, iniziative di questo genere arricchiscono ulteriormente l’ecosistema artistico e alimentano un tessuto culturale indipendente, distante dalle logiche istituzionali. In tal modo, la scuola offre ai giovani appassionati di arte contemporanea uno spazio di ricerca e di libertà, in cui sperimentare nuovi paradigmi della professione curatoriale e dare voce a idee e concetti capaci di rispondere con urgenza alle domande del presente.

Valeria Radkevych

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Valeria Radkevych

Valeria Radkevych

Valeria Radkevych (1995, Lugansk, Ucraina) è una curatrice e ricercatrice indipendente. Ha conseguito una laurea magistrale in arti visive con doppio titolo, condiviso tra l'Università di Bologna e la Paris 1 – Panthéon Sorbonne. La sua ricerca, avviata con la…

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