Parte il nuovo programma di residenze e laboratori della Fondazione Lac o Le Mon. Tutti gli appuntamenti a Lecce
Orientate verso una visione pedagogica dell'arte, la fondazione culturale torna ad animare Casa Cafausica di San Cesario di Lecce con residenze, laboratori, incontri e simposi coinvolgendo addetti del settore (e non solo)
Nata nel 2015 per ospitare le proposte e le sperimentazioni del gruppo Lu Cafausu (composto da Emilio Fantin, Luigi Negro, Giancarlo Norese, Cesare Pietroiusti e Luigi Presicce), la Fondazione Lac o Le Mon ha sede nella Casa Cafausica di San Cesario di Lecce. La Casa riflette le poetiche degli artisti del gruppo che, nel corso di questi dieci anni, hanno avviato un approccio all’arte di tipo pedagogico attraverso iniziative interdisciplinari, rivolte a diversi interlocutori: dagli artisti ai curatori, dagli scienziati agli attivisti e ai pensatori. A seguito degli interventi di restauro e rifunzionalizzazione della Casa Cafausica, la Fondazione è pronta a ospitare un nuovo programma di attività e residenze a partire dal 13 luglio (fino al 26 ottobre 2025). Ecco tutti gli appuntamenti nel dettaglio.
Le attività di Fondazione Lac o Le Mon a San Cesario a Lecce
In un periodo segnato dalla violenza e da una profonda crisi culturale e politica, giardino project a Lecce intende porre l’attenzione sulla guerra in Palestina e lo fa con Volume 5. I feel a bit of sunshine when I see the marches all over the world supporting us (Noura Selmi), l’incontro che si svolgerà sabato 12 luglio al Chiostro della Biblioteca Bernardini di Lecce, con protagonista l’artista palestinese Shayma Hamad (Ramallah, 1997). A cura di Giulia Turconi, il progetto nasce dalla collaborazione tra la Fondazione Merz di Torino, il Polo Biblio – Museale di Lecce e la Fondazione Lac o Le Mon di San Cesario, sede in cui, il 13 luglio, si svolgerà un workshop (gratuito e aperto a tutti) di cucina palestinese con l’artista dove il cibo diventa una forma di resistenza e resilienza. A questo seguirà il Simposio di pittura di Luigi Presicce (dal 16 luglio al 5 agosto, su invito), exitu di Ayreen Anastas e Rene Gabri (and…and…and) (dal 6 a 24 agosto), Immaginare Elesusi nella Casa Cafausica di Cesare Pietroiusti (dal 26 agosto al 3 settembre), Posidonieto. Una residenza simbiotica di Zoe De Luca Legge (dal 4 al 16 settembre), Passaggi di Ilaria Mancia (dal 17 al 25 settembre), Hand follows nature di Juan Sandoval e Grazialba Di Summa (dal 28 settembre al 4 ottobre), Ogni tanto mangio un fiore. Un ricettario delle erbe spontanee di Lac o Le Mon e del territorio di Elena Campa (dal 6 al 12 ottobre), Introduzione al linguaggio sensoriale di Davide Giacobbe (laboratorio dal 17 al 19 ottobre) e, infine, Agricoltura rigenerativa di Giuseppe Sannicandro e Corrado Chiatti (dal 20 al 26 ottobre).
Le attività di Fondazione Lac o Le Mon: un incontro di culture e linguaggi
“Il programma 2025 delle residenze, dei laboratori e degli eventi presso la Casa Cafausica credo sia coerente con quelle che sono state, fin dall’inizio, le idee-guida della Fondazione Lac o Le Mon”, spiega Cesare Pietroiusti ad Artribune. “Prima di tutto l’eterogeneità dei temi (si va dalle erbe spontanee alla mitologia, dall’idrofemminismo alla terracotta, dal tarantismo al disegno infantile): è quello che chiamiamo ‘pensiero cafausico‘, un incontro, o un miscuglio, di cultura alta e bassa, locale e internazionale, scientifica e magica. Poi la compresenza di diversi linguaggi: pittura, performance, cucina… direi anche ozio. Infine, l’importanza del sapere ‘situato’, poiché tutto quello che accade a Lac o Le Mon, ogni discussione, ogni decisione, ogni azione, è sempre legata a forme di attenzione, di intervento collaborativo e di partecipazione consapevole alle caratteristiche e alle esigenze della Casa: la sua architettura, la terra, le piante, la limitatezza di acqua e di elettricità e ormai, essendo arrivati al decimo anno di attività, la tracce, anzi le opere, lasciate dalle artiste e dagli artisti che sono passati (e che voglio ringraziare per l’entusiasmo e l’incoraggiamento)”.
Fondazione Lac o Le Mon e la “ri-combinazione” di saperi
“Ho sempre di più l’impressione che, per chi si occupa di ricerca artistica, le modalità ‘istituzionali’ – la mostra nel museo come il corso di studi accademico – e quelle ‘digitali’– le reti sociali come le intelligenze artificiali – risultano sempre meno convincenti e sempre meno gioiose”, conclude l’artista. “In un posto come Lac o Le Mon, la ri-combinazione di saperi, competenze e intuizioni individuali, e l’emersione della fisicità (cibo, gioco, ritualità sperimentali), nella pluralità attiva della comunità, diventano la proposta di una, seppur temporanea, forma-di-vita”.
Valentina Muzi
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