In Cina apre un nuovo centro d’arte contemporanea. Lo inaugura un artista israeliano
Con oltre 120 opere tra sculture sonore, dipinti e fotografie, Yuval Avital indaga il rapporto tra presenza e assenza negli ampi spazi di He Art Space, il nuovo centro d'arte contemporanea fondato dal curatore Ran Tang a Pechino

Si configura come uno spazio dinamico e polifunzionale, dedicato all’arte contemporanea, He Art Space, il nuovo centro d’arte di Pechino fondato dal curatore Ran Tang. Contraddistinto da una superficie di 100 metri quadrati, lo spazio ha aperto le sue porte al pubblico il 13 maggio scorso con Assenza, la mostra di Yuval Avital (Gerusalemme, 1977). Visibile sino al 30 giugno 2025, il progetto espositivo è il risultato di una residenza di un mese a Pechino che ha dato l’opportunità all’artista israeliano di approfondire usi, costumi e tradizioni locali, dando forma a un variegato corpus di opere capaci di indagare i diversi aspetti dell’assenza.
La mostra di Yuval Avital da He Art Space a Pechino
La mostra riunisce oltre 120 opere, tra cui sculture sonore, dipinti, fotografie, installazioni e video con cui Yuval Avital esplora la relazione tra luce e ombra, tra presenza e assenza. Tra i lavori che scandiscono il percorso espositivo spiccano le opere pittoriche (in parte realizzate con tessuti tradizionali locali e carta di riso), che evocano paesaggi interiori, spiriti assenti e figure simboliche che emergono dal mondo interiore, frutto di una ricerca che oscilla tra il figurativo e l’onirico.







Assenza: un concetto profondamente radicato nel pensiero cinese
A differenza della sua controparte occidentale — spesso associata a mancanza, perdita o vuoto — il termine “不在场”, utilizzato dal curatore Ran Tang per tradurre il concetto di “assenza”, suggerisce un ritiro intenzionale, uno spostamento che genera significato. Il termine richiama le tradizioni Daoista e Chan (Zen), dove l’assenza non è vuoto, ma lo spazio necessario affinché la presenza possa emergere — un concetto simile a 虚 (xū), il vuoto generativo che permette la trasformazione.
L’installazione pubblica Beijing ME Center a Pechino
Il progetto si completa di una grande opera pubblica posta nel lungo corridoio del Beijing ME Center a Pechino, composta di grandi stendardi sospesi in ramia, un tessuto naturale derivato dalla pianta omonima, prodotto in Cina da più di 5mila anni. Tinti a mano e pitturati con inchiostro cinese, questi dipinti si muovono delicatamente nell’aria, trasformando l’assenza in una presenza visibile e tangibile, creando un dialogo silenzioso con l’architettura del luogo.
Valentina Muzi
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