Svelato il tema della Biennale Arte 2026 ideato da Koyo Kouoh. Anche se è scomparsa la curatrice sarà lei

Nessuno sostituirà la compianta Koyo Kouoh alla guida dell’Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia 2026: il team della curatrice porterà avanti il suo progetto, ispirato al concetto musicale di “chiave minore”

La scomparsa di Koyo Kouoh lo scorso 10 maggio ha lasciato la Biennale di Venezia in una situazione senza precedenti: a pochi giorni dalla conferenza stampa che avrebbe dovuto annunciare il tema della 61esima Esposizione Internazionale d’Arte, l’istituzione si è trovata tragicamente senza la persona che fino a quel momento aveva portato avanti il progetto curatoriale. Com’era auspicabile, la Biennale ha comunicato nella conferenza stampa di questa mattina che il lavoro svolto da Kouoh non andrà perduto: dal 9 maggio al 22 novembre 2026, ai Giardini e all’Arsenale, vedremo il progetto che la curatrice aveva pensato per quella che, ancora e per sempre, ricorderemo come la Biennale di Koyo Kouoh.

“In minor keys”. Il tema della Biennale Arte 2026

Come dichiarato dal team di Kouoh (composto da Gabe Beckhurst FeijooMarie Helene Pereira e Rasha Salti, Siddhartha Mitter e Rory Tsapayi) il titolo scelto dalla curatrice era e rimarrà In minor keys, un concetto mutuato dalla musica, che da un lato allude alla struttura della composizione e dall’altro al suo tono emotivo. Basse frequenze, malinconia, cordoglio: le chiavi minori richiedono ascolto e trasporto sincero. Ma sono anche piccole isole e mondi, ecosistemi, giardini. Una scelta che prosegue sulla linea definita dai predecessori di Kouoh, ispirata dalla volontà di decentralizzazione e di ridefinizione degli equilibri di potere del sistema, prestando attenzione alle realtà considerate minori e outsider. Ma è probabilmente meglio usare le parole di Koyo Kouoh per descrivere il tema da lei scelto, un tema che nel testo curatoriale richiama i “canti di chi genera bellezza nonostante la tragedia, le melodie dei fuggitivi che riemergono dalle rovine, le armonie di chi ripara ferite e mondi”.

L’Africa (e non solo) alla Biennale Arte 2026

Tra i maggiori protagonisti della prossima Biennale, coerentemente con l’importante carriera della curatrice, ci sarà il continente africano. La sua capacità di creare alternative per il futuro, che Kouoh ha abilmente colto e coltivato in particolare nelle città di Cape Town e Dakar. Ma grande attenzione sarà riservata anche agli arcipelaghi (come quello dei Caraibi), a quelle nature e culture geograficamente “isolate” per cui oggi si cerca di costruire ponti.

Le parole del presidente Buttafuoco

Ricorda Koyo Kouoh il presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco nel suo intervento, a partire dal momento della sua nomina. E ribadisce l’impegno della Biennale (che per le prossime tre edizioni, fino al 2030, potrà beneficiare del sostegno della maison Bvlgari) nel realizzare il progetto di una curatrice che “nell’assenza è presente, per indicare da un altrove la via del futuro”. Nell’attesa della lista degli artisti partecipanti, dell’identità grafica e di tutti i dettagli dell’allestimento (che saranno svelati nella conferenza stampa del 25 febbraio 2026), non possiamo che fare i migliori auguri al team della curatrice per l’intenso e importante lavoro del prossimo anno.

Bvlgari partner esclusivo della Biennale d’arte a Venezia

È con grande orgoglio e profonda emozione che affianchiamo l’Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia per le prossime tre edizioni, un’istituzione prestigiosa che incarna il coraggio di interrogarsi, la visione di innovare e la sensibilità di narrare lo spirito in  evoluzione del nostro tempo“, così parla Jean-Christophe Babin, CEO di Bvlgari. “Diventare partner esclusivo di una delle piattaforme più influenti al mondo per l’arte contemporanea riafferma con forza la dedizione duratura di Bvlgari all’eccellenza artistica e all’espressione creativa. La città di Venezia ha inoltre un significato simbolico profondo per la nostra Maison, quale intramontabile crocevia e punto di incontro fra culture diverse nel corso dei secoli, dove oggi il dialogo tra identità, patrimonio e modernità continua a fiorire in modi straordinari“.

Alberto Villa

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Alberto Villa

Alberto Villa

Nato in provincia di Milano sul finire del 2000, è critico e curatore indipendente. Si laurea in Economia e Management per l'Arte all'Università Bocconi con una tesi sulle produzioni in vetro di Josef Albers e attualmente frequenta il corso di…

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