Una Vetrina sul Territorio #3 – Giuliana Milia

Informazioni Evento

Luogo
MAU - MUSEO D'ARTE URBANA
via Rocciamelone 7 c , Torino, Italia
Date
Dal al

lunedì ore 17-19 o su appuntamento

Vernissage
17/11/2017

ore 18,30

Artisti
Giuliana Milia
Curatori
Edoardo Di Mauro, Daniele D'Antonio
Generi
arte contemporanea
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Il Museo d’Arte Urbana ha ideato il format “Una Vetrina sul Territorio” per promuovere artisti, artigiani e creativi di Borgo Campidoglio e dintorni, a testimonianza del suo radicamento, e nella convinzione che il vero tesoro di un quartiere è costituito dalle sue risorse culturali ed umane.

Comunicato stampa

Il Museo d'Arte Urbana ha ideato il format "Una Vetrina sul Territorio" per promuovere artisti, artigiani e creativi di Borgo Campidoglio e dintorni, a testimonianza del suo radicamento, e nella convinzione che il vero tesoro di un quartiere è costituito dalle sue risorse culturali ed umane.
Terzo appuntamento venerdì 17 novembre dalle 18.30 alle 21.30, presso la Galleria del MAU in via Rocciamelone 7 c, con l'artista Giuliana Milia, titolare di un atelier pittorico e luogo di incontro e di riferimento per il quartiere in via Fiano 17
Mostra a cura di Edoardo Di Mauro e Daniele D'Antonio
Fino al 27 novembre lunedì ore 17-19 o su appuntamento
Sostenitori istituzionali : Regione Piemonte, Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT
Sponsor tecnici : OIKOS Colore e Materia per l'Architettura, Fiammengo Federico srl
Partner : Associazione Tribù del Badnight Cafè/Cabina dell'Arte Diffusa, Officine Brand www.officinebrand.it, Galleria Campidoglio www.galleriacampidoglio.it
Info 335 6398351 [email protected] www.museoarteurbana.it

La cifra stilistica di Giuliana Milia si pone nel sito dell’astrazione, più in generale nel territorio dell’aniconicità, ma uno studio attento delle complesse rivoluzioni di linguaggio che mutano il corpo dell’arte lungo il tracciato della contemporaneità, da fine Ottocento fino alla metà degli anni ’70 del secolo scorso, dimostrano che l’astrazione non persegue un percorso univoco ma è caratterizzata da un numero estremamente ampio di varianti.

Il termine “astrazione” etimologicamente deriva dal latino con il significato di “trarre via da” o “allontanare” e storicamente è il dato stilistico che caratterizza in maniera predominante il Novecento a proposito della negazione di ogni rapporto con gli elementi naturalistici e del confronto con forme ricavate della realtà.

Le premesse dell’astrattismo si rinvengono nel Simbolismo che proponeva di guardare alla dimensione interiore piuttosto che al mondo esterno e nelle proposte dell’Espressionismo intento a corrompere e deformare la realtà naturale.

Il progetto estetico di Giuliana Milia si pone sostanzialmente al crocevia di queste due opzioni, collocandosi in pieno all’interno della linea predominante dell’Astrazione italiana, dedita, più che ad un rigorismo geometrico, a penetrare con lo sguardo la realtà naturale per donarcela nell’essenzialità delle sue linee forza.

Quella di Giuliana Milia è un’astrazione “dolce”, dove l’artista si cimenta in una serie di composizioni ad acrilico in cui il tracciato dei segni si pone in una dimensione labirintica e curvilinea proiettandosi verso un orizzonte di geometria “romantica” scevra da qualsiasi rigidità e dove porzioni di colore dalle tinte tenui ed evocative si incastrano con precisione le une alle altre, in un balletto di pigmenti e di cromie dove talvolta si insinuano elementi di minimale figurazione ed in cui è sempre possibile cogliere il riferimento al dato naturale.

L’artista pone in essere una dialettica tra interno ed esterno: l’occhio coglie elementi di realtà che vengono introiettati e sublimati nella dimensione trascendente della composizione secondo un concetto circolare tipico dell’estetica medievale, non a caso una stagione non naturalistica ma tendente all’aniconicità. La piacevolezza ed il decorativismo che traspare da queste immagini non è fine a se stesso ma nasce dalla struttura stessa dell’opera, ne è elemento portante.

Giuliana Milia si pone in una scia che parte dall'astrazione biomorfica introdotta nel primo Novecento da Kandisky, soprattutto, ma anche Klee e Mirò, per giungere alla nostra fase di post modernità avanzata.

La inquieta e creativa ricerca dell'artista si cimenta anche con prove pittoriche indirizzate verso una dimensione segnica e calligrafica, tipica della tradizione orientale.

L'attenzione di Giuliama Milia nei confronti del clima della nostra epoca, in cui la dimensione costruttiva dell'oggettualismo gioca un ruolo importante, la porta ad estendere la sua pittura al di fuori del sito bidimensionale, per dirigerla verso l'installazione ambientale e la decorazione di oggetti di uso comune, che sarà possibile ammirare nella personale allestita presso la Galleria del Museo d'Arte Urbana.

Edoardo Di Mauro, novembre 2017