Gli Etruschi e gli altri

Informazioni Evento

Luogo
PALAZZO DEI MUSEI
Via Lazzaro Spallanzani 1, Reggio Emilia, Italia
Date
Dal al

da martedì a venerdì 9 - 12
sabato, domenica e festivi 10 - 13 e 16 - 19
1 gennaio 2015 16 - 19
lunedì chiuso

Vernissage
12/12/2014

ore 17

Contatti
Email: patrizia.paterlini@municipio.re.it
Biglietti

ingresso libero

Patrocini

Mostra promossa da

Comune di Reggio Emilia/Musei Civici
Fondazione Pietro Manodori
Soprindentenza dei Beni archeologici dell’Emilia Romagna
Studio R Light
Lyons club Albinea “Ludovico Ariosto”

Generi
archeologia
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La mostra presenta circa 200 oggetti delle collezioni dei Musei Civici di Reggio Emilia, fra iscrizioni etrusche, bronzetti figurati, vasellame in bronzo e in ceramica.

Comunicato stampa

Reggio Emilia “città etrusca” e inclusiva. Lo sottolinea la mostra ai Musei Civici di Reggio Emilia Gli Etruschi e gli altri. Reggio Emilia terra di incontri”, a cura di Roberto Macellari, promossa dalla Fondazione Manodori, dal Comune di Reggio Emilia - Musei Civici e dalla Soprindentenza dei Beni archeologici dell’Emilia Romagna.
L’iniziativa avviene nell'anno di Expo 2015 (la mostra inserita nel progetto sarà aperta per tutto il periodo dell'Esposizione universale, fino al 31 ottobre 2015) e, nel centocinquantesimo del riconoscimento di una presenza etrusca nel Reggiano, intende porre in evidenza un territorio che fin dall’antichità costituisce un crocevia di legami tra popoli come Etruschi, Liguri e Celti e Umbri quasi a prefigurare la città inclusiva dei nostri giorni.
Nel 1864 don Gaetano Chierici diede notizia di un’iscrizione rinvenuta a Castellarano, che senza esitazione attribuì agli Etruschi, riconoscendone la presenza in quei luoghi prima dell’avvento dei Romani. Da allora ad oggi, le indagini sulla presenza etrusca tra il Po, l’Enza e l’Appennino hanno messo in evidenza il rilievo che Reggio Emilia aveva assunto anche rispetto ad altre province limitrofe.
L’esposizione pone l’accento sul quadro di una realtà composita, nella quale gli Etruschi, depositari della cultura scritta, detenevano le leve del potere politico ed economico almeno fino dal tardo VII secolo a.C. in rapporto con Liguri e Celti e, meno sicuramente, con Umbri. Il Reggiano era un territorio di incroci culturali facilitato da un reticolo di strade che consentiva la circolazione di individui portatori di lingue, culture e religioni differenti. I devoti di diversa cultura, accomunati dalla fede nelle stesse divinità, convergevano poi nei luoghi di culto. Il maggiore di questi santuari era a Servirola a San Polo D’Enza, perno del culto alla dea Vei, assimilabile alla greca Demetra.

La mostra presenta circa 200 oggetti delle collezioni dei Musei Civici di Reggio Emilia, fra iscrizioni etrusche, bronzetti figurati, vasellame in bronzo e in ceramica. Sono presenti corredi funerari dei diversi gruppi etnici documentati nel Reggiano, Etruschi, Liguri e Celti, con riferimenti alla cultura umbra. Ma ci sono anche reperti dell’equipaggiamento militare, del simposio e dell’abbigliamento femminile e una rassegna epigrafica dei primi nomi a noi noti redatti in etrusco, che in alcuni casi svela l’origine etnica “altra” di personaggi poi assimilati nel nuovo contesto culturale. In mostra anche un lituo, insegna dell’augure, il sacerdote addetto a tracciare le strade, e un mozzo di ruota di carro etrusco che evocano l’intensità dei traffici che animavano quelle vie di comunicazione. Spiccano infine i principali monumenti etruschi del territorio reggiano: i due cippi istoriati e iscritti rinvenuti vicino a Rubiera, che restituiscono nomi etruschi dietro i quali si celano origini diverse.

Il progetto “Gli Etruschi e gli altri. Reggio Emilia terra di incontri”, oltre alla mostra, comprende la pubblicazione di un volume omonimo promosso dalla Fondazione Manodori, edito da Skira, curato da Roberto Macellari responsabile delle collezioni archeologiche ed etnologiche dei Musei Civici di Reggio Emilia. Il libro include inoltre il saggio introduttivo di Giuseppe Sassatelli, direttore del dipartimento di Storia, Culture, Civiltà dell’Università di Bologna, sulla composita realtà etnica dell’Italia settentrionale nel primo millennio a.C. che permette al lettore di spingere il proprio sguardo anche oltre i limiti amministrativi del Reggiano, verso Felsina e le altre città dell’Etruria padana. E’ presente inoltre un contributo di Nicola Cassone su” Il nome del monte Surano, probabile sede di un culto a divinità infernali”.