Non ci sono che io con le mie chimere stasera

Informazioni Evento

Luogo
VER SAN & DAFNE M.D.
viale Archimede 25, Campagnola di Zevio, Italia
Date
Dal al
Vernissage
05/09/2014

ore 19

Contatti
Email: info@gasparelli.com
Sito web: http://www.gasparelli.com
Curatori
Rodolfo Gasparelli, Gian Ruggero Manzoni
Generi
arte contemporanea, collettiva
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Mostra d’arte contemporanea “Non ci sono che io con le mie chimere stasera, e un corpo stavo per dimenticarlo”.

Comunicato stampa

In occasione dell'inaugurazione della nuova sede Ver san, le prerogative di ricerca e di innovazione proprie dell'azienda, sono espresse simbolicamente in figura, attraverso i linguaggi nuovi dell'arte contemporanea.

La mostra, prodotta e concepita dalla Galleria Gasparelli, distribuita sull'intera nuova struttura, invita gli artisti a confrontarsi sul tema del caduceo, riallineando arte medica e conoscenza.

Nell'argomentare la simbologia del caduceo, Eliphas Levi, nella sua "Histoire de la Magie”, interpreta l'invenzione di Ermete come un atto concettuale: “La vita è una serpe che genera e divora incessantemente sé stessa. Bisogna sfuggire alle sue strette e metterle il piede sulla testa. Ermete, moltiplicandola, la oppone a sé stessa, e in un equilibrio eterno ne fa il talismano del suo potere e la gloria del suo caduceo”.

Il gesto di Ermete Trismegisto è sostanzialmente un'operazione di raddoppiamento, attraverso la quale, la rappresentazione di vita e morte a cui l'unità base fa riferimento, espressa nella figura del cerchio, è superata da una dinamica a spirale, da un moto inconcluso, in cui metafisicamente l'unità resta aperta, quando in precedenza, ogni configurazione contempla una rimozione.

Escogitata, in questo modo, una chiave simbolica, per governare l'ingovernabile, più prossimo a noi è il senso dell'attività autoriale che Ermete aziona e rappresenta, e che coinvolge gli artisti invitati.

La scultura messa in scena da Francesco Bocchini, scossa da Mattia Vernocchi, dolorosa di Giacinto Cerone, epifanica di Verter Turroni. La pittura polisemica di Mirco Tarsi, nefasta di Angela Maltoni, orale di Erich Turroni, nel senso di trasmissione, interna all'immagine, di informazioni segniche.

I giacimenti grafici di Morena Chiodi, la virtualità virtuosa dei tracciati di Federico Guerri, la strategia comunicativa di Mad Meg. Il design anarchico del Laboratorio dell'imperfetto, la videoarte erudita di Carloni e Franceschetti.

E poi l'affondo nell'etimo della parola spazio, patēre, «essere aperto», che ci riporta alla spirale spirituale di Ermete, con lo stupore della misurazione architettato da Jacques Toussaint e le geometrie incalcolabili di Eliane Gervasoni.

Ecco che il mostro della mitologia greca citato da Beckett, la capra o chimera, icona della mostra, esemplifica una filosofia del pensiero orientata verso ogni manifestazione dell'esistenza psichica, che qui acquista forma d'immagine moderna.

artisti:
Francesco Bocchini, Carloni/Franceschetti, Giacinto Cerone, Morena Chiodi, Eliane Gervasoni, Federico Guerri, Il laboratorio dell'imperfetto, Mad Meg, Angela Maltoni, Mirco Tarsi, Jacques Toussaint, Erich Turroni, Verter Turroni, Mattia Vernocchi