Frames e poiesis

Informazioni Evento

Luogo
DIECI.DUE!
Via Volvinio 30, Milano, Italia
Date
Dal al

da martedì a venerdì dalle 1530 alle 19

Vernissage
12/02/2013

ore 18-21

Curatori
Biagio Cepollaro, Emanuele Magri
Generi
arte contemporanea, collettiva, new media
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Una prima ricognizione su opere di VideoPoesia in cui la rilevanza del testo poetico sia pari a quella dell’immagine.

Comunicato stampa

“frames e poiesis”
un progetto di Emanuele Magri
a cura di Biagio Cepollaro e Emanuele Magri
fino al 28 Febbraio 2013

Paolo Albani, Gherardo Bortolotti, Alessandro Broggi, Dome Bulfaro, Andrea Cavalleri, Biagio Cepollaro, Elena Chiesa, Gianluca Codeghini, Caterina Davinio, Roberto Dedenaro, Raffaele Maria Dolci, Giusi Drago, Francesco Forlani, O. Garofalo, Paolo Gentiluomo, Gino Ginel, Marco Giovenale, Meri Gorni, Giuliano Guatta, Alessandro Leone, Emanuele Magri, Alberto Mori, Asia Nemchenok, Mireille Saliba, TeoTelloli, Matilde Tortora, Giacomo Verde.

con due postazioni dedicate ai festival di Treviglio Poesia e Doctorclip Roma Poetry film festival

mercoledì 20 Febbraio 2013 h. 1830
conversazione con Biagio Cepollaro, Emanuele Magri e F.Forlani di Nazione Indiana e gli autori

Una prima ricognizione su opere di VideoPoesia in cui la rilevanza del testo poetico sia pari a quella dell'immagine.

La “videopoesia” appare nella ricerca artistica nell’ambito della neonata, fertile, sperimentale
videoarte, e quasi subito si manifesta una linea di ricerca che percorre le relazioni, associazioni,
fusioni tra il nuovo linguaggio video e il linguaggio poetico, anch’esso attraversato e scardinato da
sperimentazioni e rovesciamenti.

Da allora, la videopoesia, così come la videoarte, si moltiplica in opere, generi, ricerche, forme
linguistiche, mezzi tecnici, pratiche creative ecc. Sotto il termine-ombrello si trova caoticamente e
fecondamene di tutto: documentari di reading poetici, animazioni video, computer grafica, ecc.

Noi intendiamo limitare la nostra ricerca a quelle opere, per ora italiane, in cui, testo poetico e
video hanno lo stesso peso e sono fatte o dai singoli poeti o dai poeti con videomaker o artisti ma in
perfetta sintonia. Definire queste opere poesia?

La ricognizione idealmente inizia con due opere “storiche”, assunte quasi simbolicamente come
collegamento al passato, dal futurismo in poi, e come premesse dell’oggi: “the enemy” di Caterina
Davinio del 1997 e ”il punto sulla situazione poetica” di Paolo Albani. Seguono 14 opere scelte,
tenendo conto anche di caratteristiche di durata e fruizione in una mostra, tra quelle ritenute più
significative in due sensi. Innanzitutto, come opere in sé, nel proprio interesse specifico frutto di
interrelazione stimolante (per contrasto, equilibrio, scarto etc) tra il linguaggio della poesia (parola,
ritmo…) e quello del video (immagine, montaggio, elaborazioni elettroniche….). Ma anche come
esempi notevoli di una ricchezza di linguaggio praticata e possibile, delle differenze di oggetto
(dall’interiorità alla denuncia sociale), di utilizzo della tecnologia (dalla più sofisticata alla più
semplice), di elaborazioni creative (dalla poesia al video o viceversa), di responsabilità autoriale
(collaborazione tra poeta e videomaker ).

La relazione stretta tra il testo poetico e il video (l’eguale rilevanza che i due specifici rivestano per
l’opera di poesiavideo) può anche essere considerata una sorta di isotopia. Occorre poter riscontrare
lo stesso elemento strutturale e formale con eguale valore semantico in entrambi gli ambiti per poter
definire come opera di poesiavideo un determinato lavoro. ... E.M.