Gli antichi edifici bellici di Forte Marghera a Venezia si trasformano in spazi espositivi
Affacciata sulla baia di Forte Marghera, la Casermetta Est riapre al pubblico come spazio dedicato all'arte contemporanea e ai giovani talenti. A inaugurarlo è una mostra a cura di Antonio Grulli
Affacciata sulla baia di Forte Marghera, a Mestre, la Casermetta Est è uno dei due edifici gemelli conosciuti anche come Casermette napoleoniche.
Costruite nell’Ottocento, gli edifici sono stati oggetto di un importante intervento di recupero conservativo affidato alla
Fondazione Musei Civici di Venezia, trasformando la Casermetta Est in un nuovo spazio culturale dedicato all’arte contemporanea e ai giovani talenti (in relazione alla ricerca portata avanti nelle collezioni delle sedi museali a Venezia e con la produzione artistica nel centro di Mestre).
A inaugurarlo è Granda, la mostra che riunisce 27 artisti del programma Atelier 2024 – 2025di Fondazione Musei Civici di Venezia e Fondazione Bevilacqua La Masa, a cura di Antonio Grulli (e visibile sino al primo marzo 2026).
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Riapre la Casermetta Est di Forte Marghera a Mestre
L’intervento rappresenta il più recente tassello del vasto programma di riqualificazione di Forte Marghera, che negli ultimi anni ha interessato numerosi edifici storici del compendio. In particolare, le due Casermette napoleoniche, rappresentano oltre 2.500 mq di superficie complessiva destinata ad attività culturale ed espositive. La casermetta est è stata sottoposta a un rigoroso restauro grazie a un investimento di 4,7 milioni di euro, e sotto la direzione dell’arch. Riccardo Cianchetti.
Oltre a ospitare ogni anno le collettive degli artisti residenti all’Emeroteca dell’Arte (riaperta nel 2024), il nuovo spazio diventerà lo spazio dedicato alle mostre annuali del concorso Artefici del nostro Tempo, progetto che raccoglie opere di giovani creativi selezionati attraverso il bando internazionale promosso dal Comune di Venezia.
“Granda”: la mostra inaugurale della Casermetta Est di Forte Marghera a Mestre
Dopo essere stato ospitato a Palazzetto Tito e la Galleria di Piazza San Marco, il progetto espositivo conclude il programma degli Atelier 2024 – 2025 e approda nel nuovo spazio di Forte Marghera con un allestimento rinnovato che valorizza gli ambienti riqualificati.
Partecipanti attivi nell’azione rigenerativa degli ex ambienti bellici, gli artisti presentano una collettiva che pone l’attenzione sulla pluralità dei linguaggi dell’arte contemporanea, restituendo le ricerche sviluppate durante il periodo di residenza nei quindici atelier veneziani (e nei tredici studi dell’Emeroteca dell’Arte).

Forte Marghera a Mestre: la storia
Sorto sulle tracce dell’antico borgo di Marghera, il Forte conserva ancora oggi una testimonianza visibile delle sue origini: l’edificio sulla sinistra dell’ingresso, caratterizzato da tre arcate che nel Cinquecento appartenevano a un ponte. Nel corso dei secoli questa struttura venne inglobata nel complesso difensivo iniziato nel 1805 dalle truppe austriache e ampliato dai napoleonici fino al 1814, quando l’area tornò stabilmente sotto il controllo asburgico.
Nel Novecento, con la Prima Guerra Mondiale, il Forte assunse un ruolo strategico come polo logistico del Nord-Est. Ulteriori edifici ne completarono la morfologia, definendo gran parte dell’assetto giunto fino a noi.
Dal 2010 la proprietà è passata al Comune di Venezia e, cinque anni più tardi, è stata istituita la Fondazione Forte Marghera, incaricata della gestione del complesso e della valorizzazione del suo patrimonio storico e culturale.
Oggi l’ex struttura militare è a tutti gli effetti un polo culturale, ospitando il Museo Storico Militare, una biblioteca specialistica dedicata alle fortificazioni e numerose esposizioni dei Musei Civici Veneziani e della Biennale Arte.
Valentina Muzi
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