Elisa Capucci – The Post-Material Archive 02
Contemporary Cluster è lieta di presentare la mostra personale THE POST-MATERIAL ARCHIVE 02, mostra personale di Elisa Capucci (Italia, 1998) e secondo capitolo di un’articolata indagine artistica radicata nel pensiero neo-materialista e post-umanista contemporaneo.
Comunicato stampa
Contemporary Cluster è lieta di presentare la mostra personale THE POST-MATERIAL ARCHIVE 02, mostra personale di Elisa Capucci (Italia, 1998) e secondo capitolo di un’articolata indagine artistica radicata nel pensiero neo-materialista e post-umanista contemporaneo.
L’esposizione, che inaugurerà giovedì 4 dicembre presso lo storico Complesso delle Murate di Firenze, è stata generosamente sostenuta dal Danish Art Council. Le opere in mostra sono state concepite e prodotte all'interno di Thoravej 29, messo a disposizione da ArtHub Copenhagen, dove l’artista attualmente svolge la propria ricerca.
The Post-Material Archive 02 indaga le parentele tra esseri viventi e non, le interazioni fra specie e apparati produttivi, e le possibili configurazioni di futuri post-umani. La ricerca di Capucci considera la scultura non come mero esito formale o estetico, ma come pratica attiva, epistemica e pedagogica.
Ispirandosi al realismo speculativo e al materialismo vitale, con particolare riferimento al pensiero di Donna Haraway, l’artista esplora la scultura quale strumento diffrattivo capace di riconfigurare le relazioni tra esseri umani e materia complessa. In questa prospettiva, l’opera scultorea si configura come luogo di memoria, dispositivo per l’elaborazione del lutto e spazio di trasformazione attiva. La nozione harawayana di Communities of Compost orienta l’indagine di Capucci sulla vitalità e sull’agenzia della materia organica, urbana e industriale, spostando l’attenzione dal risultato formale al processo relazionale che dissolve i confini tra corpo, spazio, specie e infrastrutture.
L’artista utilizza infatti la scultura come apparato diffrattivo, capace di generare nuove narrazioni attraverso la stratificazione, l’interferenza e la metamorfosi dei materiali. Tale approccio trova espressione soprattutto nelle installazioni, concepite come ambienti multisensoriali ed ecosistemi in trasformazione. Queste composizioni nascono dalla combinazione di elementi industriali, materiali organici e residui urbani raccolti nei territori attraversati quotidianamente dall’artista: scarti e frammenti che, attraverso processi di modellato scultoreo, assemblaggio, riattivazione e formatura, si configurano come nuove entità corporee ibride. In questo gesto di ricomposizione, l’opera diviene un dispositivo condiviso di memoria e rappresentazione contemporanea, capace di interrogare il modo in cui la nostra relazione attiva con la materia partecipa ai processi di conoscenza e di costruzione della coscienza collettiva.
Capucci rivolge particolare attenzione all’agenzia dei materiali trascurati o dismessi, interrogando la loro capacità di stimolare consapevolezza, flessibilità cognitiva e responsabilità etica nei confronti delle questioni socio-economiche contemporanee. In questo secondo capitolo del progetto, l’artista invita il pubblico a sostare, ricordare e coltivare nuove forme di coesistenza: forme capaci di emergere e persistere anche fra le rovine del presente, ripensando le relazioni che legano corpi, infrastrutture e sistemi socio-economici attuali.
Elisa Capucci ha conseguito la laurea triennale e magistrale in Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, completando successivamente un periodo di studio per il Master in Fine Arts al Chelsea College of Arts (UAL) di Londra. La sua formazione è stata arricchita da esperienze come assistente di studio per artisti di rilievo internazionale come Michael Dean (Londra) e Uffe Isolotto (Copenaghen). Capucci è inoltre fondatrice di HIDDEN GARAGE, uno spazio indipendente a Bologna dedicato ad artisti emergenti e alla curatela autonoma.