In Plain Sight | Nicolás Lamas
Due mostre: la collettiva “In Plain Sight: Photography, Power and Public Space in Britain”. Sono parte del programma della San Lorenzo Gallery Night #2 che prevede l’apertura in contemporanea delle gallerie Monitor, Gilda Lavia e Monti 8.
Comunicato stampa
Due mostre
La collettiva “In Plain Sight: Photography, Power and Public Space in Britain”
Group show by Anna Fox-Jermaine Francis-Sunil Gupta-Karren Knorr
MacDonaldStrand-Sarah Pickering-John Stezaker-Bettina von Zwehl
e
Overton Window
a cura di Re:Humanism
Presenta: Nicolás Lamas
Collective memory
Opening: 4 dicembre, 2025
Matèria è lieta di annunciare il quarto appuntamento di OVERTON WINDOW - un ciclo espositivo ospitato all’interno della sua vetrina su strada - mirato a puntare i riflettori sull’arte digitale e on-chain, sviluppato in collaborazione con Re:humanism; la pionieristica piattaforma curatoriale fondata da Daniela Cotimbo dedicata ad esplorare le complesse relazioni tra cultura umanistica e scientifica, con una particolare enfasi sulla ricerca nell’ambito dell’intelligenza artificiale.
OVERTON WINDOW si propone di esplorare le possibilità derivanti dalla nostra relazione simbiotica e in rapida evoluzione con la tecnologia. Il progetto mira a sostenere gli artisti che trattano tematiche all’intersezione tra arte e tecnologia, con l’obiettivo di sfruttare il potenziale dirompente delle tecnologie AI e blockchain, aprendo la strada a nuovi modelli di produzione artistica.
Inoltre, OVERTON WINDOW funge da catalizzatore per rielaborare la produzione culturale, i mercati e i modelli di proprietà, fornendo agli artisti una piattaforma e una struttura di supporto per la sperimentazione all’interno di un panorama tecnologico in costante evoluzione.
Pensato come un ciclo di installazioni, OVERTON WINDOW presenta un dialogo aperto tra il pubblico e una selezione di artisti locali e internazionali. Filo conduttore dell’intero progetto è il concetto di nuove mitologie del digitale, un tema che abbraccia diverse declinazioni del nostro rapporto con il contemporaneo.
Se da un lato infatti chatbot, avatar e assistenti vocali diventano nuovi idoli, simulacri digitali che incarnano nuove tipologie di animismo, dall’altra proprio rinnovate forme di ritualità digitale abbracciano prospettive diversificate e suggeriscono nuove narrazioni.
Il quarto appuntamento di OVERTON WINDOW presenta per la prima volta un’installazione dell’artista peruviano Nicolás Lamas, intitolata Collective memory.
L’opera è concepita come un’archeologia senza tempo: in essa il calco in bronzo di un cranio di Kenyanthropus platyops – una specie di ominide estinta vissuta circa 3,5 milioni di anni fa – e un nido di vespe, fragile residuo di un’intelligenza collettiva non umana, sono fusi insieme e collocati all’interno della cornice di un server che evoca i flussi contemporanei di dati, le infrastrutture digitali e le reti d’informazione.
Il progetto si configura come una riflessione che intreccia temporalità distanti e modelli cognitivi differenti. Da una parte vi è il “cervello solido”, un’architettura stabile e specializzata, presente in molte specie viventi tra cui l’essere umano; dall’altra il “cervello liquido”, un sistema dinamico, distribuito e decentralizzato, tipico ad esempio degli insetti e dei sistemi di intelligenza artificiale.
Collective memory mette in discussione la nozione tradizionale di mente individuale e propone una visione secondo cui l’intelligenza sia una proprietà emergente dei sistemi complessi, biologici o artificiali, e vive nell’intreccio di queste reti viventi e in costante trasformazione. Un invito questo a superare le dicotomie e a ripensare l’esperienza personale e collettiva come una rete di relazioni che unisce diverse modalità di stare al mondo.
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Nicolás Lamas (Lima, 1980) lavora all’intersezione tra arte, scienza, tecnologia e cultura quotidiana, combinando materiali eterogenei, forme di vita, artefatti tecnologici e riferimenti linguistici. Le sue composizioni scultoree decostruiscono le visioni consolidate che determinano il modo in cui percepiamo, interpretiamo e interagiamo con l’ambiente. Fondendo e ricontestualizzando frammenti del quotidiano con manufatti storici, Lamas crea sculture che sfumano i confini temporali, appropriandosi di estetiche archeologiche e, al contempo, attingendo alle tecnologie digitali. Egli instaura un dialogo tra forze opposte per superare la rigida divisione tra discipline e dissolvere le nozioni tradizionali di materia. Ne emerge un gioco privo di gerarchie, in cui la relazione tra il corpo umano e altre forme di materia — organiche o sintetiche — costituisce un asse ricorrente, attivando riflessioni su agentività, memoria e trasformazione.
Tra le sue mostre personali più rilevanti in istituzioni si segnalano quelle presso Cukrarna a Lubiana, S.M.A.K. a Gent, CCC OD a Tours, Fundació Miró a Barcellona e P/////AKT ad Amsterdam.
Si ringrazia max goelitz gallery per il supporto e la collaborazione.