Floating Mountains– Pensare come una montagna

Informazioni Evento

Luogo
ATL PRAGELATO
Pragelato - P.Zza Lantelme, Pragelato-Ruà, TO, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
29/11/2025

ore 15,30

Generi
arte contemporanea

In mostra le opere di quattro artisti internazionali tra installazioni, sculture e interventi site-specific nel paesaggio alpino.

Comunicato stampa

L’Associazione di Promozione Sociale Neks inaugura sabato 29 novembre 2025 la mostra d’arte contemporanea “Floating Mountains – Pensare come una montagna”, ospitata dalla città di Pragelato e realizzata grazie al contributo della Fondazione CRT, che da anni sostiene progetti capaci di coniugare innovazione artistica e valorizzazione del territorio. L’iniziativa si avvale inoltre del sostegno del Consiglio regionale del Piemonte e della Regione Piemonte – Assessorato alle Politiche Sociali e Assessorato alla Cultura – con il patrocinio del Comune di Pragelato. L’esposizione, curata da Michele Bramante e Cristina Giudice, con la direzione di Paolo Facelli, vedrà la partecipazione di quattro artisti internazionali, portatori di linguaggi e sensibilità differenti, che dialogheranno con il paesaggio alpino e con la comunità locale.

La mostra rappresenta il primo progetto artistico di Neks in ambito montano, un debutto che segna l’inizio di un percorso dedicato alla montagna come spazio di ricerca artistica e innovazione culturale. L’arte diventa infatti strumento per interpretare i mutamenti climatici, sociali ed economici che attraversano le aree alpine, e occasione per costruire una nuova identità culturale della montagna, capace di superare la stagionalità turistica legata alla neve e di aprirsi a esperienze accessibili durante tutto l’anno.
Il titolo dell’esposizione “Floating Mountains” richiama l’idea di una montagna che perde la sua immagine tradizionale di elemento fisso e immutabile per diventare simbolo di trasformazione. Nella percezione collettiva la montagna è sempre stata sinonimo di solidità, stabilità e permanenza; oggi, però, le alterazioni climatiche in corso, i cambiamenti nell’economia della neve e le nuove forme di abitare e visitare i territori alpini ne stanno modificando profondamente l’identità. La montagna “fluttuante” rappresenta quindi una condizione in divenire, un paesaggio che si ridefinisce continuamente e invita a riflettere sul rapporto tra essere umano, ambiente e cultura. In questa visione, l’arte diventa strumento di lettura e di dialogo con un territorio che non è più solo scenario naturale, ma soggetto attivo, dotato di un suo valore etico e di capacità di relazione.
La montagna come spazio di creazione condivisa
“Floating Mountains” si configura come una mostra diffusa, con opere collocate in spazi aperti e urbani del comune di Pragelato, pensate per integrarsi con il paesaggio e dialogare con la comunità locale. L’iniziativa trasforma la montagna in un laboratorio vivo di cultura, sostenibilità e innovazione, dove l’arte diventa un linguaggio condiviso capace di generare nuove forme di partecipazione e di relazione con l’ambiente.
Eventi collaterali e inclusione
Parallelamente alla mostra, il progetto punta a rafforzare il legame tra arte e comunità, promuovendo processi di partecipazione attiva e di inclusione sociale. L’obiettivo è trasformare l’esperienza artistica in un’occasione di incontro, scambio e crescita condivisa, capace di coinvolgere generazioni diverse e di valorizzare la dimensione educativa e relazionale dell’arte.
In quest’ottica, è stato creato un percorso specifico che vedrà la realizzazione di un laboratorio didattico-artistico destinato alla scuola primaria, ideato e condotto dalla dott. Martina Berra, con uscite sul territorio e attività pratiche pensate per stimolare la curiosità dei bambini e delle bambine e costruire racconti visivi intrecciati alla storia e alla natura locali.
Gli artisti e le loro opere
Johannes Pfeiffer, Luisa Valentini, Gabriele Garbolino e Carlo D’Oria sono i quattro artisti protagonisti di “Floating Mountain”. Ognuno di loro porta in mostra una personale visione del rapporto tra uomo e paesaggio, intrecciando linguaggi diversi – dalla scultura alla land art, dall’installazione alla ricerca site-specific – in un dialogo aperto con l’ambiente alpino e con la comunità di Pragelato. Le loro opere si inseriscono nel contesto naturale e urbano del territorio, trasformandolo in uno spazio di riflessione sulla relazione tra arte, natura e trasformazione contemporanea.
Johannes Pfeiffer, nato a Ulm – città del Baden-Württemberg, nel sud della Germania – ha studiato alla Freie Universität di Berlino e alle Accademie di Belle Arti di Roma e Carrara. Dal 1985 si dedica alla land art e alle installazioni ambientali, con interventi in Europa, Asia e Sud America, tra cui Pechino, Praga, Palma de Maiorca e il deserto di Atacama. Le sue opere, concepite come esperienze site-specific, instaurano un dialogo diretto con lo spazio e con le forze naturali che lo attraversano.
Luisa Valentini, docente fino al 2022 all’Accademia Albertina di Belle Arti, dove si è formata dopo la laurea in germanistica presso l’Università di Torino, dal 2024 è direttrice artistica del Museo Piscina Arte Aperta. Presente con le sue opere in importanti collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero, vanta collaborazioni internazionali quali quella con il Cirque du Soleil e, negli ultimi anni, è stata particolarmente impegnata sul fronte dell'arte sacra. Le sue opere coniugano spiritualità e materia, equilibrio e tensione formale.
Gabriele Garbolino, diplomato in Scultura all’Accademia Albertina sotto la guida di Riccardo Cordero, è docente di Anatomia Artistica e autore di numerose opere pubbliche. Le sue sculture, in materiali come bronzo, marmo e alluminio, sono presenti in collezioni museali in Italia e all’estero. La sua ricerca riflette sul corpo e sulla forma come sintesi tra esperienza fisica e tensione interiore.
Carlo D’Oria, nato a Torino, esplora nelle sue opere la fragilità della condizione umana e la relazione tra individuo e collettività. Le sue sculture, essenziali e simboliche, sono presenti in importanti collezioni pubbliche, tra cui il Castello di Rivara, il Castello Reale di Racconigi e il Parco d’Arte Quarelli. Il suo linguaggio plastico traduce in forma la memoria del paesaggio e il segno della presenza umana.