Arteam Cup 2025 / Arteam Cup 2024
La mostra dei finalisti di Arteam Cup 2025 e la tripersonale dei superfinalisti di Arteam Cup 2024.
Comunicato stampa
La mostra dei finalisti di Arteam Cup 2025 torna a Savona dal 22 novembre 2025 al 10 gennaio 2026 sulla Fortezza del Priamàr, dopo la visitatissima semifinale presentata a Moncalieri, in occasione di Paratissima KOSMOS XXI edizione.
Sono 32 gli artisti selezionati dalla Giuria di Arteam Cup 2025 per accedere alla mostra finale: Evita Andùjar, Alexa Baldessari, Veronica Benedetti, Stefania Bonatelli, Luca Carlevarino, Monica Carrera, Francesca Catellani, Chiara Anna Colombo, Gianni Depaoli, Francesco Fossati, Vincenzo Frattini, Silvia Gelli, Alessandro Giampaoli, Beppe Giardino, Federica Gonnelli, Carla Iacono, Laura Lambroni, Massimo Levati, Margherita Levo Rosenberg, Rovers Malaj, Ilaria Margutti, Simone Meneghello, Mattia Noal, Marco Paghera, Ettore Pinelli, Irene Pittatore, Diego Randazzo, Marco Rossetti, Marco Scarcella, Francesca Torchia, Samantha Torrisi, Ivano Troisi.
La mostra, a cura di Matteo Galbiati e Livia Savorelli, sarà ospitata al piano terra del Palazzo del Commissario, sulla Fortezza del Priamàr, mentre nel piano nobile del palazzo si svilupperà Nel respiro del Tempo, esposizione che ha per protagonisti i tre superfinalisti di Arteam Cup 2024: Artan Shalsi (Berat, Albania, 1970), Ivano Troisi (Salerno, 1984) e Silvia Vendramel (Treviso, 1972).
Artan Shalsi, il vincitore assoluto di Arteam Cup 2024 e gli altri due superfinalisti Ivano Troisi e Silvia Vendramel sono stati chiamati dai curatori Matteo Galbiati e Livia Savorelli, attraverso una selezione attenta di loro opere recenti realizzate negli ultimi anni, a confrontarsi reciprocamente e a misurarsi con il Tempo quale entità che nella loro ricerca, pur riverberando come istanza costante di riflessioni, si mantiene però composto in un’intenzionalità mai evidente ed eclatante, quanto sempre essenziale e imprescindibile. Intimamente poetica, questa presenza è da loro percepita più che altro come esperienza espressivamente rilevante senza che sia il solo termine di riferimento delle loro indagini, perché il fattore Tempo è intelligentemente coniugato alle loro peculiari determinazioni estetico-filosofiche, nondimeno espressive e linguistiche.
Nel respiro del Tempo è, pertanto, una mostra corale in cui l’arte contemporanea indaga, con intonazioni sensibilmente diverse, il rapporto tra la Natura, l’essere umano e la dimensione temporale, intesa non solo come successione cronologica, come fatto storico o come divenire fisico, ma come – o forse soprattutto – esperienza sensibile, emotiva e percettiva.
Il Tempo, invisibile e inesorabile, diventa materia viva, è traccia dell’esistente di cui ciascuna opera prova a catturarne i segni, i silenzi, le presenze, le prove e i battiti. Definiscono, insieme, il volere di palesarne quel suo “respiro”. Pittura, scultura e installazione si intrecciano in un percorso immersivo per lo sguardo e i sensi del pubblico: è il luogo dove la memoria dialoga con l’attesa, l’istante con l’eternità, il corpo con il mondo circostante e ogni elemento del visibile, insistito come termine di conoscenza, con la sua inevitabile trasformazione.
Gli artisti coinvolti interpretano il Tempo come flusso e come frammento, come forza che consuma e come energia che impercettibilmente si rigenera con la vita. Qualcuno ne rivela la lentezza e la ciclicità attraverso gesti ripetuti e materiali che mutano senza stravolgimenti evidenti, altri ne restituiscono la fugacità nell’impercettibile passaggio tra un gesto e l’altro quando si toccano e si trasformano materie diverse.
Nel respiro del Tempo invita il pubblico a rallentare, a sostare, ad ascoltare, a percepire il ritmo profondo che attraversa ogni cosa. È sorprendente poter cogliere questo fluire costante, cogliere questo respirare dell’imponderabile che, divenuto esperienza con l’arte, ci costringe a parteciparvi con una nuova sospesa consapevolezza.
Il loro dialogo che affiora è uno stimolo, una messa in prova; è un tentativo che, nella nostra epoca travagliata, vuole dare forma a un invisibile dimensionale riconnettendosi a quella fragile continuità che lega passato, presente e futuro in un unico, incessante atto di vita, di cui spesso sembriamo non curarci troppo.
ARTEAM CUP
Arteam Cup – dopo l’esordio nel 2015 all’Officina delle Zattere a Venezia, l’edizione 2016 al Palazzo del Monferrato di Alessandria, quella 2017 negli spazi industriali restituiti all’arte di BonelliLAB a Canneto sull’Oglio, l’edizione 2018 ospitata dalla Fondazione Zoli di Forlì, il 2019 con la mostra dei finalisti a Villa Nobel a Sanremo, l’edizione 2020/2021, nei difficili anni della pandemia, ritornata alla Fondazione Dino Zoli e le edizioni 2022 e 2023 presso il Palazzo del Commissario a Savona – costituisce a pieno titolo l’evento “fiore all’occhiello” dell’Associazione Culturale Arteam, dalla quale prende il nome. In ogni edizione, invariate le finalità: fornire, con la mostra dei finalisti, un’importante occasione di visibilità e confronto con differenti location espositive; contribuire, attraverso i differenti premi ideati per ogni edizione, all’ingresso degli artisti nel circuito delle gallerie d’arte e nel mercato principale; far vivere esperienze formative importanti, come le residenze d’artista, i progetti speciali o curatoriali; creare ed incentivare interazioni e momenti di scambio tra gli artisti; mettere in moto un confronto attivo con il mondo dell’Impresa. La più grande ambizione di Arteam Cup è, infatti, quella di “fare rete”, tessendo legami importanti tra i vari operatori del sistema arte.
FORTEZZA DEL PRIAMAR
La Fortezza del Priamàr venne fatta costruire dalla Repubblica di Genova tra il 1542 e il 1543 su progetto di G. M. Olgiati, con lo scopo di proteggere, da un lato, il proprio territorio da possibili attacchi provenienti dalla Stato Sabaudo e, dall’altro, di tenere sotto controllo la città di Savona che, nel 1528, era stata definitivamente sottomessa, con l’interramento del porto. Per far posto ai poderosi bastioni che si adeguano al meglio alle caratteristiche morfologiche dell’altura, vennero distrutti, sull’alto del colle, la Cattedrale, il palazzo vescovile, i dieci oratori delle confraternite, gli Ospedali, il castello Nuovo e, alle sue falde, la chiesa e convento di S. Domenico con l’omonima contrada. Altri importanti interventi di trasformazione del complesso militare furono realizzati nel XVII e XVIII secolo; nella fortezza, divenuta reclusorio, venne incarcerato nel 1830-31 Giuseppe Mazzini che qui ideò la Giovine Italia.
BIO ARTISTI
ARTAN SHALSI
La ricerca di Artan Shalsi (Berat, Albania, 1970) nasce nell’ascolto delle materie e dei loro stati più instabili, soffermandosi su ciò che sfugge, sul segno che vacilla, sulla forma che si ritrae. In questo margine incerto origina la verità più luminosa del suo lavoro. L’artista cerca di rallentare lo sguardo, restituendo alla visione un tempo più umano, in contrasto con il consumismo veloce delle immagini che domina la percezione contemporanea. L’opera resiste allo sguardo rapido e al consumo veloce delle immagini che caratterizza il nostro tempo, diventando frammento sospeso, istantanea di memoria e luogo in cui il silenzio e la leggerezza si fanno tangibili.
IVANO TROISI
Ivano Troisi (Salerno 1984), vive a Montecorvino Pugliano (SA). La sua ricerca parte dall’osservazione della natura per attuare un’analisi dei processi che ne caratterizzano le trasformazioni e mutazioni. La natura è oggetto di un processo di contemplazione, che successivamente diventa di documentazione, per risolversi in un meccanismo conoscitivo e scientifico. Tale approccio non si limita alla sfera teorica, ma si riversa su un aspetto tecnico: Troisi realizza da sé le carte che sono alla base della sua opera, documentandosi sulle diverse tipologie e tradizioni di realizzazione, e scegliendole a seconda del tema da sviluppare.
La manualità con cui l’artista opera, per certi aspetti, ricorda la tradizione scultorea. Il risultato finale è il frutto di uno specifico equilibrio tra forma e contenuto, che è oggetto di un medesimo percorso creativo. Tale percorso si concretizza attraverso xilografie, timbri, filigrane, disegni, in cui segni leggeri e delicati alle volte enfatizzano un aspetto organico, altre si trasmutano in elementi astratti, in un apparente gioco che al contempo svela e nasconde l’essenza più pura della Natura.
SILVIA VENDRAMEL
Silvia Vendramel (Treviso, 1972). Vive sulle colline liguri, al confine tra Italia e Francia e la sua ricerca si concentra sull’installazione e sull’assemblaggio di materiali comuni o autobiografici, messi in tensione tra morbidezza e solidità, effimero e permanente. Ha partecipato a numerose mostre in Italia e all’estero, realizzando anche opere permanenti. Nel 2025 presenta due personali in Francia e in Liguria. Vincitrice del Premio Santa Croce 2023, ha esposto e svolto residenze in Italia e all’estero, tra cui Hong Kong, Shanghai e New York.
Arteam Cup 2025 | X edizione
MOSTRA DEI FINALISTI
e
Nel respiro del Tempo
Tripersonale di Artan Shalsi, Ivano Troisi, Silvia Vendramel
a cura di Matteo Galbiati e Livia Savorelli
22 novembre 2025 – 10 gennaio 2026
Palazzo del Commissario, Fortezza del Priamàr
Corso Mazzini, Savona
Open day: sabato 22 novembre, ore 16 – 19.30
Presentazione Arteam Cup 2025 e mostra Nel respiro del Tempo: sabato 22 novembre, dalle ore 17.00, Sala della Sibilla, Fortezza del Priamàr
Orari di apertura: venerdì, sabato, domenica ore 15.00-18.00; chiuso 26 dicembre 2025. Ingresso libero
Premiazione: 10 gennaio 2026, ore 16.30