Leonor Fini e la collezione grafica Bassi Rathgeb
Segni e invenzioni dal Rinascimento al Novecento.
Comunicato stampa
La seconda parte del percorso, allestito tra le sale affrescate del piano nobile, è interamente dedicata al corpus di opere grafiche di Leonor Fini, realizzate nel corso del Novecento: 24 opere su carta tra fotolitografie e incisioni. Pur vicina ai Surrealisti, la pittura di Fini trae ispirazione dal Manierismo italiano, dai maestri fiamminghi e dal Romanticismo tedesco, rimanendo sempre autonoma dalle correnti dominanti. Le Composizioni grafiche, presenti in mostra, delineano la poetica dell’artista che, sebbene in dialogo con i principali movimenti e protagonisti della sua epoca, è sempre rimasta libera da influenze e categorie.
Al fine di tracciare la figura di Leonor Fini tra arti visive, musica e teatro in mostra, grazie alla collaborazione con l’Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale di Venezia, sarà esposto il bozzetto di scena originale dell’Orfeo, eseguito dall’artista per l’atto unico di Roberto Lupi presentato nel 1951 al Festival Internazionale di Musica Contemporanea della Biennale. Una selezione di fotografie provenienti sempre dai fondi archivistici della Biennale di Venezia documenterà la produzione di Fini quale costumista per il medesimo spettacolo.
LEONOR FINI E LA COLLEZIONE GRAFICA BASSI RATHGEB. Segni e invenzioni dal Rinascimento al Novecento è accompagnata da un catalogo scientifico, edito da Dario Cimorelli, che comprende saggi e schede delle opere curate dai membri del Comitato scientifico composto dal conservatore museale Raffaele Campion, dai docenti del Dipartimento dei Beni culturali Giovanni Bianchi, Mari Pietrogiovanna, Barbara Maria Savy e Federica Stevanin e dalle storiche dell’arte, esperte di cultura figurativa dell’Otto-Novecento, Silvia Capponi ed Elena Lissoni. Il catalogo conta inoltre sui contributi di Silvia Arzuffi, Chiara Bombardini e Claudia Caramanna.