Alexander Skats | Pedro Liñares
Andrea Festa presenta due progetti espositivi: The Rose Window, mostra personale di Alexander Skats ed Estudos, la prima mostra personale in Italia del pittore brasiliano Pedro Liñares, allestita presso Sala Nova.
Comunicato stampa
Andrea Festa presenta The Rose Window, mostra personale di Alexander Skats. La mostra sarà aperta al pubblico dal 21 novembre 2025 al 7 gennaio 2026, con opening il 21 novembre dalle 18:00 alle 21:00.
The Rose Window prende il titolo da una poesia di Rainer Maria Rilke, scritta durante gli anni formativi del poeta a Parigi sotto l’influenza di Auguste Rodin. Rodin incoraggiava Rilke a osservare il mondo con un’attenzione assoluta — a trattare gli oggetti non come simboli, ma come presenze vive, portatrici di un’interiorità. Questa disciplina dello sguardo, fondata sulla pazienza e sulla resa alla silenziosa insistenza delle cose, costituisce il fondamento concettuale della mostra.
In questo spirito, Skats rinnova la tradizione della natura morta, rivelando il divino che si cela nell’ordinario. Ispirandosi alla serie fotografica The Rose di Cy Twombly — a sua volta un dialogo con Rilke — così come ai dipinti floreali e alle nuvole di Gerhard Richter e alle intime nature morte di Henri Fantin-Latour ed Édouard Manet, Skats prosegue una linea pittorica che trasforma l’osservazione in rivelazione. Le sue opere non partono dal simbolo, ma dall’immediatezza dello spazio domestico: fotografie serali scattate in casa — un fiore su un tavolo, un angolo in penombra, il silenzio della notte.
Attraverso inquadratura, sottrazione e traduzione pittorica, questi frammenti di vita quotidiana vengono rallentati, sospesi, distillati. I dipinti invitano lo spettatore a soffermarsi su un singolo soggetto, permettendo all’attenzione di approfondirsi fino a diventare una forma silenziosa di catarsi. Nel dialogo tra osservatore e oggetto, il soggetto acquisisce agency: ciò che è familiare si carica di tensione, riflette e assorbe. Pur radicate nella fotografia, le opere mettono al centro la vitalità materica della pittura: la superficie diventa atmosfera, l’osservazione presenza, la percezione sospensione contemplativa.
Con The Rose Window, Alexander Skats propone una meditazione sul guardare — su come un semplice sguardo possa trasformarsi in un’attrazione e su come l’immagine più quotidiana possa condurci verso qualcosa di vasto, meditativo e silenziosamente trascendente.
Alexander Skats (n. 1986, Göteborg) è un pittore svedese con base a Malmö la cui pratica esplora come la circolazione delle immagini nell’era digitale forma memoria e desiderio. Lavorando principalmente a olio, attinge da archivi online, fotogrammi cinematografici e impressioni quotidiane per creare composizioni sospese tra riconoscibilità e ambiguità, trasformando percezioni fugaci in scene intime e contemplative. Si è formato presso l'Umeå Academy of Fine Arts (MFA) e la Valand Academy di Göteborg (BFA), sviluppando un linguaggio in cui luce cinematografica, variazioni di scala e motivi ricorrenti — da figure dormienti a nature morte ingrandite — articolano una riflessione sulla risonanza emotiva delle immagini contemporanee. Espone a livello internazionale, con recenti progetti a Roma, Parigi, Bruxelles, Hong Kong, Copenaghen e Stoccolma, e le sue opere fanno parte di importanti collezioni pubbliche e corporate, tra cui Swedish Arts Council, Volvo Art Collection, SAS Art Collection e SEB Art Collection.
Andrea Festa presenta Estudos, la prima mostra personale in Italia del pittore brasiliano Pedro Liñares, allestita presso Sala Nova.
L’esposizione riunisce una costellazione di opere a olio su carta che illuminano la dimensione intima e spesso invisibile della pratica dell’artista: lo studio come luogo di indagine, esercizio e rivelazione.
Realizzati in momenti e luoghi diversi, questi lavori tracciano l’evoluzione del vocabolario pittorico di Liñares. Lontani dall’essere semplici note preparatorie, sono spazi autonomi in cui le idee emergono con immediatezza e sincerità — dove composizione, gesto e colore si dispiegano prima che si consolidino certezze. Nati nel dialogo con il ritmo quotidiano dello studio, spesso parallelamente alla preparazione delle tele, questi fogli incarnano il pensiero fluido e istintivo che precede la forma compiuta.
Per Liñares, la carta è un terreno di pensiero: una superficie che incoraggia rischio, scioltezza, silenziosa concentrazione e scoperta improvvisa. Gli studi registrano un ritmo cognitivo — una verifica di strutture, la calibrazione della tavolozza, un’apertura all’accidente e all’improvvisazione. Attraverso di essi, la pittura diventa metodo e meditazione, negoziazione tra intuizione e analisi, tra la fisicità dell’olio e la chiarezza concettuale che esso cerca di raggiungere.
Molte delle opere in ESTUDOS nascono da incontri vissuti e osservazioni sottili: il dorso di un libro parigino dell’Ottocento; un motivo decorativo intravisto in un palazzo di Lisbona visitato con la madre; il disegno scoperto sul retro di uno specchio da studio; la presenza quotidiana di un ornamento ceramico osservato dalla finestra; l’immagine floreale stampata su un cuscino trovato nel suo primo giorno in un nuovo atelier; oggetti scoperti in uno studio berlinese; reliquie metalliche disposte su un panno rosso in un mercato d’antiquariato; o fotogrammi tratti da un cortometraggio realizzato dall’artista nel 2023. Altri lavori provengono da ricerche botaniche dedicate alla flora brasiliana.
Alcuni di questi studi sono poi diventati dipinti di grande formato ed esposti internazionalmente; altri restano gesti singolari — frammenti di pensiero che trovano la propria compiutezza nell’origine. Presentarli ora significa portare alla luce la logica privata della pittura: esitazioni sottili, gesti urgenti, decisioni sospese, atti delicati di osservazione che lentamente costruiscono un’opera.
In Estudos, lo studio diventa visibile. Lo spettatore entra nel ritmo interno dell’artista — nel lento accumulo di osservazioni, ricordi ed esperimenti attraverso cui le immagini prendono forma. Ciò che si rivela non è un’anticipazione di opere future, ma la pittura nel suo stato più puro: esplorativa, vulnerabile, sicura nella propria incertezza, profondamente sensibile alla vita materiale del pensiero.
Pedro Liñares (Rio de Janeiro, 1988) vive e lavora tra Lisbona e Rio de Janeiro. La sua ricerca si concentra sulla trasformazione delle informazioni visive quotidiane in nuovi significati attraverso osservazione, memoria e riorganizzazione delle immagini. Il processo prende forma a partire da studi a olio su carta, che fungono da esplorazione e sperimentazione, per poi tradursi in tele stratificate tramite gesti di accumulo, cancellazione e riformulazione. La sua pratica attinge a esperienze personali, materiali trovati e frammenti culturali, rivelando come la memoria operi attraverso tracce sottili più che attraverso narrazioni lineari. Tavolozze attenuate, luce diffusa e una modalità quasi archeologica di lavorare la superficie evocano la fragilità del tempo e della percezione. Il risultato è una pittura sospesa tra osservazione ed emozione, in cui l’ordinario diventa luogo di trasformazione silenziosa.