Temporary Art Space
Un ex magazzino dal sapore industriale, affacciato sul lungotevere all’altezza di Ponte Marconi e non lontano dal Gazometro, si trasforma da metà novembre 2025 per quindici giorni in un Temporary Art Space: uno spazio fluido, temporaneo e aperto, come una pagina bianca pronta per essere scritta.
Comunicato stampa
Un ex magazzino dal sapore industriale, affacciato sul lungotevere all’altezza di Ponte Marconi e non lontano dal Gazometro, si trasforma da metà novembre 2025 per quindici giorni in un Temporary Art Space: uno spazio fluido, temporaneo e aperto, come una pagina bianca pronta per essere scritta.
Un luogo fuori dai consueti circuiti dell’arte contemporanea romana diventa terreno fertile per la sperimentazione e la contaminazione. Non un’esposizione tradizionale, ma un’esperienza viva, dove poter operare senza limiti prestabiliti.
White Gallery. Temporary Art Space nasce come risposta all’esigenza di ridefinire il modo di condividere l’arte: un punto d’incontro e di confronto, aperto a chi vuole agire superando il senso di isolamento e di confine del proprio studio. Una geografia periferica che si fa centrale nella mappa della creatività, uno spazio urbano che accoglie il non-finito, l’intuizione, l’opera sospesa. Una dimensione dove si incontrano artisti di generazioni e nazionalità diverse, interpreti di linguaggi ibridi e visioni che intrecciano tradizione e innovazione, senza barriere di tempo o di stile e dove l’arte si configura libera investita di sensazione nuove.
Scultura, pittura, fotografia, video, arte digitale: i linguaggi si incontrano, si sovrappongono si contaminano per dare vita a una narrazione collettiva. In questa prospettiva ritrovo lo spirito del progetto Carta bianca. Una nuova storia – 49 artisti × 49 copertine, ideato nel 2020 per dare voce a visioni molteplici, finestre su mondi diversi, dove il contesto diventa piattaforma, connessione, sguardo condiviso. Qui anche la realtà si fa corpo, presenza, materia; si insinua tra le opere, provoca domande, ridefinisce i confini tra arte, visibile e quotidiano.
Un esperimento aperto, in divenire, che restituisce all’arte la sua dimensione più autentica: quella del dialogo, della partecipazione e del confronto. Un attivatore di processi, una pausa dal frastuono del sistema, un momento per ricominciare a pensare, insieme, attraverso l’arte.
Nella poetica di Sonia Andresano, temi come l’attesa, il viaggio e il nomadismo diventano strumenti per raccontare un’identità in continuo movimento. Attraverso gesti, oggetti e frammenti di vita, l’artista traduce il cambiamento in una poetica emotiva che conduce sempre a una nuova partenza. Il progetto All Inclusive di Alessandro Asciutto, dalle Seychelles alla Colombia, esplora il turismo come linguaggio e forma di potere, mostrando come l’Occidente trasformi l’“altrove” in un prodotto da consumare. Il viaggio diventa così un’esperienza standardizzata che ripete immagini e desideri già conosciuti. Nell’inedita Non so dove, non so quando, Giulio Bensasson trasforma un archivio di diapositive ammuffite in un’indagine sulla memoria e mutazione dove l’immagine corrotta diventa spazio di rigenerazione e nuova immaginazione. Le figure di Elen Bezhen accostate a fiori e frutti, si fondono in simbolismo e sensualità. La sua pittura, ispirata ai maestri del Rinascimento nordico, sospende il tempo tra suggestioni medievali e sensibilità contemporanea. Myra Bonifazi, tra dimensioni macro e micro reinterpreta il tema delle nuvole attraverso raffinate tavole fotografiche. Esplosioni di nubi come forme danzanti, squarci di cielo variopinti e orizzonti doppiati, restituiscono un’insolita poetica del paesaggio. Un nuovo equilibrio tra naturalezza e artificio che ridona un singolare senso all’universo celeste. Il lavoro di Cécile Cornet, per la prima volta a Roma, si muove dentro l’universo figurativo venato di surrealismo, dove colore e intimità si intrecciano per raccontare la condizione femminile e lo spazio domestico come luogo politico e collettivo. Élle de Bernardini intreccia nella sua pratica artistica biografia e identità. La nuova serie materica Contrasexual Forms esplora le relazioni tra genere, sessualità, politica e storia dell’arte. La ricerca di Naomi Gilon indaga la trasformazione del corpo come linguaggio identitario, attraverso un uso sperimentale e sensuale della ceramica. Il suo lavoro intreccia mitologia classica e culture giovanili, fondendo fragilità e forza in un immaginario che combina il gusto pop con il grottesco. Fondendo narrazione e astrazione, la pittura dal tratto deciso ma al tempo stesso evanescente di Luca Giovagnoli rivela sottili tensioni interpersonali. Figure isolate, sospese in una luce atonale, evocano un tempo lontano ma familiare. In questo limbo temporale, due tacchi a spillo diventano icona di un erotismo discreto e contemporaneo. Luca Grimaldi trasforma immagini scattate con il cellulare in tele astratte, sottraendo informazioni e sperimentando nuovi linguaggi pittorici. Per la prima volta espone Il Presidente, reinterpretando l’icona dei luoghi pubblici in una nuova, sorprendente, dimensione. Eleonora Molignani debutta a Roma con Acchiappa pulci, proponendo un linguaggio grafico meticoloso che indaga il legame tra uomo e animale. L’artista interpreta il soggetto come archetipo e messaggero di mondi nascosti, costruendo un registro espressivo giocoso che, tra attrazione e distacco, esplora le forme della marginalità. Alessandra Pasqua sviluppa la sua ricerca a partire dall’antropologia, approfondendo la relazione umana e il senso universale di appartenenza. Le sue sculture, dai colori intensi e dalle forme primordiali, indagano identità, emozioni e desideri. Bride of Quietness, nera e opaca, dalle forme fluide e proteiformi, riflette sui temi della fertilità, della femminilità e della spiritualità, incarnando il principio femminile come ponte tra umano e divino. In dialogo con Monster, Monster, l’opera compone un universo condiviso in cui il monumentale si apre al gioco e alla vita quotidiana, fondendo la dimensione sacra con l’esperienza umana. Null Void 0 di Chiara Passa, attraverso disegni murali concettuali e minimalisti in AR-AI che esplorano il vuoto e il suo potenziale creativo, invita il pubblico a interagire come in un gioco, percorrendo il confine tra spazio tangibile e virtuale per ricostruire la forma tridimensionale dell’opera. Indagando la dimensione domestica come spazio intimo ma anche luogo di violenze silenziose Francesca Romana Pinzari esplora l’identità femminile e culturale con sculture costituite da oggetti comuni come sedie e spine cristallizzati, trasformando elementi ordinari in strumenti simbolici di guarigione e cicatrizzazione dei traumi. Greta Pllana utilizza la pittura per dare voce a ciò che è fragile, invisibile o indicibile, trasforma così le ferite interiori in uno spazio sacro e visibile, offrendo cura e testimonianza attraverso il gesto pittorico. La scultura di Giuseppe Pulvirenti esplora l’ambiguità delle forme e le potenzialità allusive dell’oggetto e a quella funzione inaspettata. Le sue opere, accompagnate da titoli enigmatici, invitano a un’esperienza intima e contemplativa che conduce lo spettatore verso una riflessione, in stretto rapporto con lo spazio. Sistema Arte Roma, ideato dalla giovane fotografa Olivia Rainaldi, debutta per la prima volta nella capitale e propone una mappa visiva dell’arte contemporanea cittadina. Il progetto work in progress racconta attraverso ritratti, incontri e un ascolto attento i protagonisti del panorama artistico della città. Con una serie di nuove opere Max Renkel torna sulla scena artistica romana, mostrando un lavoro dove astratto e figurativo si intrecciano in un dialogo complesso e dinamico, che riapre il dibattito tra i due estremi e analizza i territori di confine e connessione. Esplorando il ruolo delle donne attraverso una lente ecofemminista, Marta Roberti reinterpreta miti e iconografie divine, dando voce al femminile, alla natura e agli animali, proponendo un’identità in continua metamorfosi basata sulla cura e interconnessione con tutti gli esseri viventi. Sandro Sanna propone un nuovo allestimento di Rolling, trasformando l’opera in un progetto site-specific che fonde scultura e pittura in un dialogo continuo con lo spazio e la dinamicità della luce. Le forme geometriche si fanno mobili e cangianti dando origine a una composizione in continua trasformazione. Il rapporto tra mondo digitale e reale è al centro della ricerca di Mattia Sugamiele che, attraverso installazioni ibride tra pittura, scultura e nuove tecnologie, trasforma il virtuale in esperienze fisiche. I suoi morbidi “cuscini” dalle texture iridescenti e tattili, traducono il desiderio contemporaneo di contatto e rassicurazione, trasformandolo in una riflessione sulla natura ibrida dell’esperienza umana nell’era tecnologica. VENERDISABATO, duo formato dai giovani Luca Guarino e Sara Lomboni, nasce all’interno dell’Accademia di Brera come riflessione sulla dualità e sul tempo. Il nome, ispirato a una vecchia targa in legno ritrovata nel loro studio, racchiude il confine simbolico tra il lavoro e il riposo, il profano e il sacro, la fatica e l’attesa del sollievo. Con Il Consenso, presentato per la prima volta a Roma, il duo approfondisce questi temi esplorando le dinamiche di relazione e interdipendenza. Focalizzata su pittura e stampa su tessuto, María Ángeles Vila Tortosa esplora memoria, identità femminile e cultura domestica, proponendo una nuova visione di donnacibo e interrogando i cicli di vita, morte, fertilità e rinascita attraverso miti come quello della dea Cerere e simboli come il melograno.
Gli artisti di White Gallery: Sonia Andresano, Alessandro Asciutto, Giulio Bensasson, Elen Bezhen, Myra Bonifazi, Cécile Cornet, Élle de Bernardini, Naomi Gilon, Luca Giovagnoli, Luca Grimaldi, Eleonora Molignani, Alessandra Pasqua, Chiara Passa, Francesca Romana Pinzari, Greta Pllana, Giuseppe Pulvirenti, Olivia Rainaldi, Max Renkel, Marta Roberti, Sandro Sanna, Mattia Sugamiele, VENERDISABATO, María Ángeles Vila Tortosa.
Si ringraziano le gallerie: 1/9unosunove, Galleria Valentina Bonomo, Candy Snake Gallery, Gilda Lavia, Camilla Grimaldi Gallery, Art-Preview, z2o Sara Zanin.
Un ringraziamento particolare a: Gabriella Feliciani per la disponibilità e per il prezioso supporto alla realizzazione del progetto.
INFO:
White Gallery. Temporary Art Space
Un progetto di Valentina Ciarallo
Coordinatrice di progetto | Manrica Rotili
Assistente di progetto | Alyssa Beccaccioli