La bellezza del ritratto
La mostra, che attraversa quattro secoli di storia dell’arte – dal Cinquecento al Novecento – sarà l’occasione per scoprire Capolavori antichi dal grande valore storico-culturale.
Comunicato stampa
La mostra, che attraversa quattro secoli di storia dell’arte – dal Cinquecento al Novecento – sarà l'occasione per scoprire Capolavori antichi dal grande valore storico-culturale: da
Bernardino Licinio, Fra’ Galgario, Bartolomeo Passerotti, Nicolas Regnier, François-Joseph Navez a Giulio Vito Musitelli, Guercino e Guglielmo Cortese detto il Borgognone.
Tra le opere in esposizione, spicca un nucleo straordinario di tredici studi di teste di Bernardino Licinio (Venezia, 1465-89 – 1550). Già riconosciuti da importanti studiosi come Detlev von Hadeln (1910), Bernard Berenson, Roberto Longhi, e Luisa Vertova, l’attribuzione a Licinio non è mai stata posta in discussione. I dipinti compaiono nell’inventario del 1623 di Maffeo Barberini e rimasero di proprietà della famiglia romana fino al 1935. Se è indubbio che alcune teste siano legate a una raffigurazione dell’Ultima Cena, della quale non possediamo alcuna notizia, è certo anche che questi studi, spesso tratti dal vero, furono conservati in bottega, come era pratica usuale nel Cinquecento e oltre, per essere utilizzati quali modelli per future commissioni.
Tra le novità, sarà esposta una tela recentemente scoperta di Nicolas Règnier, pittore di origine fiamminga, tra le personalità più colte e raffinate del panorama artistico veneziano nella seconda metà del Seicento. Si tratta di imponente ritratto maschile inedito, di altissima qualità esecutiva. Il dipinto raffigura un uomo maturo, in posa solenne e con sguardo frontale, colto in un gesto eloquente e autorevole. La composizione, arricchita da abiti eleganti e dettagli preziosi, richiama i ritratti ufficiali veneziani del Seicento. L’opera si distingue per la sua qualità esecutiva e l’impostazione monumentale. È una delle espressioni più alte della maturità artistica di Nicolas Régnier.
Infine, per l’occasione presentiamo il Ritratto di famiglia di Bartolomeo Passerotti (Bologna, 1529-1592), esempio di un ritratto “atteggiato”, in cui la naturalezza dei gesti - le mani dei due genitori e l’inclinarsi del volto della bambina con lo sguardo rivolto verso l’alto – richiama le scene di vita quotidiana coeve. La presenza della coppia di colombe in primo piano in questo dipinto, testimonia l’interesse di Passerotti per il mondo animale, già evidente nel suo celebre ‘Bestiario’.