Andrea Facco – Anamnesis Pictoria
Il lavoro di Andrea Facco si muove da sempre sul crinale tra pittura e metapittura, tra esercizio tecnico e riflessione filosofica sul senso stesso del dipingere. In Anamnesis Pictoria l’artista presenta due serie recenti e intimamente intrecciate: le Tavolozze e i Ghost Paintings.
Comunicato stampa
Il lavoro di Andrea Facco si muove da sempre sul crinale tra pittura e metapittura, tra esercizio tecnico e riflessione filosofica sul senso stesso del dipingere. In Anamnesis Pictoria l’artista presenta due serie recenti e intimamente intrecciate: le Tavolozze e i Ghost Paintings. Le tavolozze sono superfici in cui il colore esplode e si sedimenta, residui vitali di un fare quotidiano che porta con sé tutta la densità del processo pittorico. Ogni tavolozza conserva la memoria del gesto e del tempo dell’opera, assorbendo cromie che non appartengono più a un quadro compiuto ma che ne sono l’ombra materica, la condizione di possibilità. Esse sono tracce, impronte, campi energetici in cui il colore diventa soggetto autonomo, liberato dalla necessità di raffigurare. Proprio da queste sedimentazioni prende origine il grigiocolore, ottenuto dalla scolatura dei pennelli immersi nell’acqua durante la lavorazione dei dipinti. È con questa sostanza, apparentemente neutra e residua, che Facco realizza i Ghost Paintings: copie di opere perdute, distrutte, trafugate, negate per sempre allo sguardo. Da Morandi a Caravaggio, da Raffaello a Klimt, la serie si confronta con un patrimonio iconico irrimediabilmente sottratto, restituendone una presenza fantasmica. Le tele, eseguite in rapporto uno a uno con gli originali, si presentano come apparizioni grigie, sospese tra omaggio e impossibilità, tra memoria e mancanza. Il dialogo tra le due serie è dunque necessario: se le Tavolozze custodiscono la vitalità del colore, i Ghost Paintings ne mostrano l’assenza, trasformando la pittura in una soglia metafisica tra ciò che esiste e ciò che non è più.