Markus Saile – Drifters
Drifters, la prima mostra personale di Markus Saile (Stoccarda, Germania, 1981) nello spazio di via Baccio Pontelli 16.
Comunicato stampa
z2o Project | via Baccio Pontelli 16, 00153 Roma | T. +39 06 80073146 | [email protected] | www.z2ogalleria.it
Orario di apertura: dal martedì al sabato | 12 - 19
Markus Saile
Drifters
Opening martedì 7 ottobre 2025 | 18-21
7 ottobre > 15 novembre 2025
z2o Project | Via Baccio Pontelli 16, 1° Piano | Roma
z2o Project è lieta di presentare Drifters, la prima mostra personale di Markus Saile (Stoccarda,
Germania, 1981) nello spazio di via Baccio Pontelli 16.
Il termine “Drifters” indica persone o entità che si muovono nello spazio, fermandosi di tanto in
tanto senza una meta o un'intenzione precisa. Ciononostante, essi sono caratterizzati da un certo
senso di autodeterminazione, soprattutto quando se ne considerano le varie incarnazioni
cinematografiche. In pittura, il termine può riferirsi sia a forme e gesti che sembrano fluttuare nello
spazio pittorico, sia ai dipinti stessi, intesi come oggetti che si collocano di volta in volta in spazi
espositivi diversi, dando vita a costellazioni sempre nuove.
I dipinti prendono forma attraverso un processo di stratificazione, fatto di velature sottili e
sovrapposizioni di colore che ne rivelano la dimensione materiale. I depositi di pittura che si
accumulano ai bordi dei supporti lasciano emergere la struttura temporale del processo pittorico
— come gli anelli di crescita di un albero — conferendo alle opere una qualità materica. Interventi
gestuali enfatizzano lo spazio pittorico come fosse una scena teatrale. In questo senso, il lavoro
concettuale sul gesto pittorico può essere letto come una sorta di rievocazione performativa dei
suoi potenziali storici, temporali e spaziali.
Nel suo processo pittorico, Saile costruisce il volume attraverso il movimento del pennello,
analogamente al procedimento di estrusione nei programmi di modellazione 3D. Invece di unire
una serie di punti per formare una linea, come avviene nel disegno prospettico, il gesto del
pennello genera un piano in un unico movimento. In un gruppo di opere, queste forme sembrano
fluttuare davanti a spazi quasi neutri, come se fossero ritagliate, o meglio: come dei “drifters”.
Tutto questo richiama quella che è stata definita la logica neobarocca dello spazio digitale
decentrato, in cui i confini vengono costantemente riscritti e lo spettatore è coinvolto nell’evento
dell’immagine, nei suoi ripiegamenti e dispiegamenti.
BIO:
Markus Saile (Stoccarda, Germania, 1981) ha partecipato a numerose mostre personali e
collettive in gallerie e musei. Tra le sue recenti mostre personali si segnalano objects in the mirror
(con Alwin Lay) all’Artothek di Colonia, Pipes alla Galeria Scala di Poznan, Everything Folds
presso DREI a Colonia, EDGE TO EDGE alla Mai 36 Galerie di Zurigo, Scala presso A+B Gallery
a Brescia, separate | related al Neuer Aachener Kunstverein (NAK) e Das und gleicht dem
Chamäleon alla Galerie Markus Lüttgen di Düsseldorf. È stato inoltre parte della mostra collettiva
dedicata alla pittura Jetzt! Junge Malerei in Deutschland al Kunstmuseum Bonn, al Museum
Wiesbaden, alle Kunstsammlungen Chemnitz-Museum Gunzenhauser e alle Deichtorhallen di
Amburgo. Le sue opere sono state esposte in numerose collettive, tra cui alla Paik Hae Young
Gallery di Seul, Bel Amis di Los Angeles, Museo Licini di Ascoli Piceno, Pinacoteca Emilio Notte
di Ceglie Messapica, Galerie Markus Lüttgen di Düsseldorf, Temporary Gallery di Colonia,
Galerie Crone di Vienna, Mai 36 di Zurigo, Arp Museum Rolandseck, Strabag Kunstforum di
Vienna, DREI a Colonia e RECEPTION a Berlino.
Per Drifters, Markus Saile ha concepito un allestimento come installazione di nuove opere in
dialogo diretto con lo spazio fisico e le sue caratteristiche specifiche. Fondamentale è la relazione
tra l’architettura, i formati dei supporti e i parametri spaziali interni alle immagini, così come le
aree marginali, i bordi, i vuoti e le sovrapposizioni. Questi elementi attivano connessioni e rimandi
tra le singole opere, dando vita a una sintassi aperta di frammenti e a uno spazio poetico fatto di
riferimenti incrociati.
I “Pipe Paintings” costituiscono un nucleo concettuale di opere con cui l’artista interviene in
questo campo d’azione in modo specifico. Attraverso il loro formato allungato, esplorano il confine
tra immagine e oggetto. Il termine inglese 'Pipe' corrisponde al carattere tipografico della barra
verticale, oggi ampiamente utilizzato nella scrittura informale legata alla cultura digitale. In senso
generale, questo simbolo segna la fine di una sezione e l’inizio di un’altra. È una cesura — un
taglio — che al tempo stesso rivela una connessione.
«Le opere di Saile convocano lo spazio pittorico, in un sottile gioco tra lo spazio in cui sono
collocate, quello che rappresentano e quello costruito dialogando con l’architettura». In questo
senso, «lo spazio di mezzo, ovvero tra un dipinto e l’altro, diventa uno spazio politico: è lì che ci
troviamo e ci muoviamo, come spettatori. I problemi pittorici possono essere letti come problemi
architettonici, intesi come struttura sociopolitica. Oltre la logica dell’in-situ e del contesto, si
sviluppa un’indagine sulla pittura come volume, sulla profondità della superficie e sull’estensione
di questa pratica verso un campo d’azione performativo.»1