A Londra oltre 60mila scatti d’autore per salvare la natura

Il prestigioso concorso del Natural History Museum di Londra, giunto nel 2025 alla 61esima edizione, unisce fotografia d'eccellenza e sensibilizzazione ambientale. E quest’anno tra gli scatti selezionati c’è anche quello di un’italiana

Una sfida potente e silenziosa, quasi all’O.K Corral, tra un leone e un cobra. S’intitola Wake up call, ovvero Sveglia, ed è lo scatto con cui Gabriella Comi ha ricevuto la Menzione d’onore, per la sezione Comportamento – Mammiferi, al Wildlife Photographer of the Year di Londra. Ed è solo una dei vincitori della 61esima edizione di questo prestigiosissimo premio di fotografia. 

Lo scatto di Gabriella Comi al Wildlife Photographer of the Year di Londra

Lo scatto è stato realizzato quasi per caso in Tanzania, al Parco Nazionale del Serengeti. “Io e la mia guida David – racconta Gabriella – stavamo quasi per andarcene. Eravamo in piedi dall’alba come sempre si fa per cercare di fotografare la natura africana e la fauna selvatica, si stava facendo tardi, il sole era già alto e pensavo: ‘Che noia, questi leoni’. All’improvviso, però, David notò un cobra, che prima non avevamo proprio visto e che anzi sembrava quasi un ramo secco. Stava strisciando verso due leoni all’apparenza addormentati quando, in pochi secondi, il più anziano dei due felini gli si è alzato davanti. A quel punto sotto il sole accecante ho preso la macchina e ho scattato in sequenza centinaia di foto. Il serpente e il leone si guardano, si sfidano, poi la situazione si calma. Mi trovavo al momento giusto nel posto giusto, le cose a volte capitano per caso. Al concorso ho spedito solo tre immagini e quando mi hanno detto che ero stata selezionata non ho dormito per due giorni». Gabriella Comi, ex avvocato, oggi responsabile di un ufficio di Polizia locale nella parte sud-occidentale della Sardegna, ha coltivato la sua passione per la fotografia naturalistica fin dall’infanzia. “Amo gli animali, sono una fervente ambientalista, mi piace catturare la bellezza perfetta della natura e condividerla con il mondo. Ma il mio obiettivo è contribuire a sensibilizzare sulle problematiche legate alla conservazione”.

I partecipanti del Wildlife Photographer of the Year di Londra

Giunto alla sua 61esima edizione, Wildlife Photographer of the Year è la piattaforma globale del Natural History Museum di Londra dedicata alla migliore fotografia naturalistica e fotogiornalismo ambientale. La competizione annuale, che riceve oltre 60.000 partecipazioni, è aperta a fotografi di tutte le età, nazionalità e livelli di esperienza. L’intento è quello di celebrare e difendere il mondo naturale anche attraverso attività di sensibilizzazione e mostre itineranti che coinvolgono milioni di persone in tutto il mondo ogni anno. I vincitori di categoria e i prestigiosi premi Grand Title e Young Grand Title saranno annunciati martedì 14 ottobre. In seguito sarà possibile visitare l’esposizione, che apre presso la sede del museo londinese, e poi grazie all’Associazione Culturale Radicediunopercento, arriverà al Museo della Permanente di Milano, dal 15 novembre al 25 gennaio. “Da oltre tredici anni portiamo a Milano il Wildlife Photographer of the Year, trasformando la città in un punto di riferimento per chi ama la fotografia, la natura e la cultura scientifica”, spiega Roberto Di Leo, presidente dell’Associazione. “Nella tappa milanese le immagini prendono vita in grande formato, retroilluminate da cornici a LED che ne esaltano la forza visiva e rendono l’esperienza ancora più immersiva. Accanto alla visita, il programma propone diverse soluzioni di visite guidate e almeno quattro incontri gratuiti con ospiti prestigiosi della fotografia e della divulgazione scientifica”.

Wake up call, Sveglia ļ Gabriella Comi, Wildlife Photographer of the Year
Wake up call, Sveglia ļ Gabriella Comi, Wildlife Photographer of the Year

Fenicotteri rosa, cervi rossi e lupi artici

A fare “compagnia” ai leoni di Gabriella Comi ci saranno i rari lupi artici fotografati da Amit Eshel, sull’isola canadese di Ellesmere, l’elefante asiatico che si muove in una discarica a Sri Lanka, immortalato da Lakshitha Karunarathna, un bradipo tridattilo dalla gola bruna aggrappato saldamente a un palo di filo spinato dopo aver rischiato la vita nell’attraversamento di una strada in Costa Rica, di Emmanuel Tardy. E ancora stormi di fenicotteri che tingono il cielo di rosa, coyote che corrono leggeri,  giovani cervi rossi ritratti con sensibilità da alcuni dei migliori fotografi emergenti (tra cui ragazzi di appena nove anni). La mostra offre anche strumenti per comprendere come stiano cambiando gli habitat naturali grazie al Biodiversity Intactness Index (BII). Questo innovativo indicatore, sviluppato dal Natural History Museum, quantifica su una scala da 0 a 100% quanto rimane della biodiversità originaria di ogni regione. Il BII è stato riconosciuto come indicatore ufficiale del Global Framework Biodiversity, diventando uno strumento fondamentale per monitorare i cambiamenti della biodiversità mondiale e valutare i progressi verso gli obiettivi internazionali di conservazione.

Luisa Taliento

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Luisa Taliento

Luisa Taliento

Primo viaggio: Milano-Istanbul, in pullman. Da allora ha sempre amato girare il mondo. Dopo la laurea in Lettere moderne, conseguita presso l’Università degli Studi di Milano, con una tesi dal titolo: “La stampa socialista negli Stati Uniti” si è diplomata…

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