Davide Saibene/Valeria Tripadus / Pietro Guglielmin

Due mostre: Davide Saibene/Valeria Tripadus e la personale di Pietro Guglielmin
Comunicato stampa
Pietro Guglielmin
Nel boschetto della mia fantasia
21 Settembre - 31 Ottobre 2025
Surplace presenta Nel boschetto della mia fantasia, mostra personale di Pietro Guglielmin, che propone un’installazione composta da centinaia di microdipinti su cubetti di legno – i cosiddetti “waldinini” – disposti a formare un paesaggio pittorico stratificato, tattile e atmosferico. Con ironia e rigore, l’artista indaga il rapporto tra miniatura, forma-colore e percezione, allontanandosi dalla tradizione illusionistica per costruire una narrazione visiva evocativa e sensoriale. Attraverso una poetica della ripetizione e della variazione, Guglielmin trasfigura frammenti di natura in oggetti pittorici autonomi, dando vita a un linguaggio personale fatto di ritmo, cromatismi innaturali e di geometrie quasi musicali. Il risultato è un universo sospeso tra infanzia e astrazione, in cui la pittura si fa volume e lo sguardo si perde tra le cose, in bilico tra realtà e immaginazione.
L’installazione composta dai numerosi waldinini è una costruzione spaziale abilmente ripartita, segna la differenza delle varie “cifre”, dei vari quadri, che, se pur piccoli, sono immagini del tempo. Significano suoni, contrappunti coloristici, unità cromatiche in continuo rapporto, trasmettono la sensazione di movimento, quasi di un caos controllato, fanno sentire e vedere lo spazio dell’inconchiuso. Il colore è altro, un’altra cosa, è il colore filtrato non dall’umore, ma da un vedere diverso, per cui gli schemi cromatici abituali sono messi da parte. È il boschetto della “sua” fantasia, che si attraversa con lo sguardo, dove tutto è inaspettato e curioso, un luogo in cui tutto è una spruzzata di meditato colore e nulla ha a che fare con la verità della foresta.
Per i più attenti e curiosi, il titolo della mostra ha un sottile riferimento, un rimando ad una storiella di una certa trappola, di qualcuno che parla molto male di qualcun’altro e dell’invenzione di una storia falsa e di un ascolto forzato per scoprire la verità. Cosa c’è dentro e fuori dal boschetto?
LS
Pietro Guglielmin (Desio 1998) diplomato in Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Brera, vive e lavora a Milano. Tra le mostre personali 2023 Eden, Chiesa di Santa Marta, Magnano (BI); Festa in terrazza, location privata, Milano; Non si muove una foglia, Luca Tommasi Arte Contemporanea, Milano. Ha esposto inoltre presso Casa Testori, Novate Milanese (MI); Chalet Naegeli, Gstaad, Svizzera; BienNoLo Talitha Kum, Mosso Milano; Palazzo Meravigli, Milano; Alberobello Contemporary Art, Casa Alberobello (Casa delle Arti), Alberobello (BA); Cartavetra Gallery, Firenze; Luca Tommasi Contemporary Art, Milano; Superstudio Maxi, Milano, Lorenzelli arte, Milano; Westend Galerie, Frankfurt, Germania; Auditorium, Seregno (MB).
DAVIDE SAIBENE
Com’è? 2025, matita bianca e nera, china su foglio bianco preparato con gesso, 50X70
VALERIA TRIPADUS
Ritratto d’artista, 2025, olio su tela ,40X60
21 Settembre - 31 Ottobre 2025
L’appuntamento con la Palestra di Surplace è per incontrare il lavoro di Davide Saibene e Valeria Tripadus.
Ci si concentra sulla pittura con suggestioni diverse. Davide Saibene lavora con una tecnica grafica, espandendo le possibilità del disegno. Crea un’atmosfera quasi barocca, in cui le forme, anche se abbassate di tono dalla grisaille, quasi esplodono nello spazio. Si deve andare proprio a cercare le forme, definirle con lo sguardo e riconoscerle. A tratti sembra invitare la mente a lavorare con il supporto dell’illusione della pareidolia, per solleticare anche il subcosciente. C’è una continua evoluzione nel suo disegnare le forme che diventano cose ed eventi, apparizioni fantasmatiche che l’occhio a volte riconosce, ma che non sempre sono le cose a cui assomigliano, perché gli occhi e gli sguardi degli spettatori sono sempre diversi. C’è qualcosa che sembra… qualcosa che assomiglia, altre cose sono decisamente a fuoco. I segni e i loro intrecci diventano così protagonisti, fanno nascere e crescere continuamente possibili storie che si rincorrono in una struttura verticale sinuosa. Ritroviamo quindi il senso dell’illusione, l’instabilità, la metamorfosi e il moto, e un invito a guardare il lavoro lentamente.
Con il ritratto di Valeria Tripadus andiamo invece incontro al classico ritratto, il ritratto di un artista, che tra l’altro è il suo compagno di esposizione. Qui la tecnica è la classica pittura ad olio, stesa con la giustapposizione della sfumatura delicata e dei valori tonali. Il volto risalta su uno sfondo astratto, uno spazio altro, a tratti luminoso e straniante come lo sguardo del ritratto. È un’impostazione fotorealistica che ricorda da vicino la grande pittura di Gerhard Richter, quella dei dipinti in generale basati sulla fotografia (richiamo alla memoria anche opere come “Betty” del 1991, ritratta di schiena), ed è un bel dipingere. Nel ritratto, c’è una leggera e curiosa incertezza interpretativa, perché sembra colto da uno specchio, c’è quindi qualcosa che “riflette” sulla pittura, sull’idea di ciò che la pittura sa cogliere, sul suo confine, sul visualizzare e trasformare aspetti della realtà in modo non scontato, anche quando questa si adegua al dato reale, e come nel maestro tedesco, quello che conta non è tanto la retorica del riuscire a cogliere l’anima del soggetto, ma quello di costruire un’immagine che fa “vedere” il “suo” modello, la sensazione del suo modello, e questo riguarda le possibilità determinate dal colore, dalla luce, dalla forma, e il passare del tempo che viene per un momento sospeso. Ma solo per un attimo.
LS
Davide Saibene (1998) e Valeria Tripadus (2000) frequentano l’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano.
Surplace_Palestra è un format espositivo di Surplace che nasce dalla volontà di esplorare e rileggere i confini tra arte visiva, installativa e performativa, all'interno di un processo creativo che evolve continuamente. Sviluppato negli spazi comuni di R+S/AK, “Palestra” è uno spazio in cui giovani artisti, studenti dell'Accademia di Belle Arti, possono sperimentare e confrontarsi. L’idea di Palestra si fonda sulla ricerca continua e sulla sorpresa: ogni evento è una sorta di “allenamento”. Non si tratta di un luogo fisso né di un programma definito, ma piuttosto di un’interstizio, un momento che accade inaspettatamente con interventi che pongono l’accento sulla fluidità e l’adattabilità dell’esperienza artistica. Il nome Palestra, evoca proprio questo spirito di allenamento continuo, per prendersi cura dell’arte, per mettersi alla prova e per uscire dall'ora di lezione.