La pittura empatica e provocatoria di Jenny Saville in un’importante mostra a Londra
Con opere dagli Anni ’90 a oggi, il National Portrait Museum presenta la prima retrospettiva di Jenny Saville nel Regno Unito; un’esaustiva panoramica della ricerca con cui l’artista ha ripensato la rappresentazione del corpo femminile in antitesi agli stereotipi estetici
Jenny Saville (Cambridge,1970), nota per i suoi nudi monumentali, articolati in astrazioni complesse, realizzati con pennellate decise e texture dense, ha rinnovato il linguaggio dell’arte del corpo dopo Francis Bacon. E le sue figure oggi sono protagoniste al National Portrait Museum di Londra di The Anatomy of Painting, la sua prima grande retrospettiva nel Regno Unito.
La visione critica e provocatoria di Jenny Saville a Londra
Rispetto al gruppo dei Young British Artists (anni ’80-’90) Saville si distingue per aver riportato, con sensibilità e gestualità materica, la pittura figurativa al centro della scena, offrendo una visione critica e provocatoria del corpo femminile che si staglia contro gli stereotipi estetici. Saville rompe con il gusto istituzionale e usa un linguaggio diretto senza trascurare i classici (Rembrandt, Rubens, Michelangelo) per delineare delle figure che non sono vittime della tragedia esistenziale.
I nudi e i volti frammentati di Jenny Saville al National Portrait Museum di Londra
I corpi nei dipinti di Jenny Saville sono iper-realistici e materici. La carne occupa lo spazio in modo monumentale. Le figure diventano vive, aggrovigliate o perse ma resilienti. Con tratti densi e corposi il segno del pennello diventa parte del soggetto; i colori sono accesi e caldi non cupi. Una pittura empatica da cui emerge una percezione condivisa del corpo e della fragilità umana che, trasmessa dagli sguardi sofferenti, può commuovere e mettere in crisi lo spettatore.
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Le figure sono assenti, reali, sempre segnate, vulnerabili e oscillanti tra il bello e il vero. I corpi non sono astratti a icone e gli sguardi, folgorati dall’ignoto, catturano, ponendo sfide e interrogazioni. I denti bianchi stereotipati ingannano e respingono l’artificio; indizi psicologici che parlano del modo in cui il corpo diventa un campo di tensione tra identità, percezione e rappresentazione.
Jenny Saville, tra bellezza e realismo, a Londra riflette sulla vulnerabilità
I dipinti monumentali dedicati al corpo femminile e alle sue trasformazioni (malattia, maternità, ferite) diventano incontri fisici: sono composizioni che esprimono fatica, carne, e presenza con una fisicità palpabile. Le dimensioni e il loro realismo concorrono a ribaltare la prospettiva tra soggetto e spettatore innescando turbamento.
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Oltre ai dipinti, in mostra al National Portrait Museum anche gli schizzi e i pastelli di Jenny Saville
Accanto ai dipinti a olio sono esposti numerosi schizzi e pastelli, lavori che catturano la fragilità e la forma con una delicatezza classica. In Propped (1992), Plan (1993), Trace (1993-94), autoritratti e corpi nudi affrontano temi di vergogna, identità e femminilità. In Aleppo (2017-18) si legge una potente riflessione sulla violenza e la sofferenza umana, ispirata al conflitto siriano. I ritratti intimi di maternità e relazioni carnali, realizzati con tratti morbidi e intensi evocano movimento. Le opere più recenti, come Eve, mostrano un’evoluzione cromatica e stilistica verso tonalità più audaci, pur conservando consapevolezza anatomica e emotiva.
Cristina Zappa
Londra // fino al 7 settembre
Jenny Saville. The Anatomy of Painting
National Portrait Gallery
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