Frida Kahlo – Attraverso I miei occhi
La mostra “Attraverso i miei occhi: Frida Kahlo e la costruzione del mito” si propone di indagare il
profondo legame tra l’artista e la propria immagine.
Comunicato stampa
Frida Kahlo è una delle figure più iconiche e complesse della storia dell’arte: una donna la cui
esistenza, segnata da profondi traumi fisici ed emotivi, ha generato un’opera potente e autentica,
capace di lasciare un’impronta indelebile nella cultura visiva contemporanea.
La mostra "Attraverso i miei occhi: Frida Kahlo e la costruzione del mito", che accoglierà i visitatori
dall’8 ottobre 2025 all’11 gennaio 2026 presso MYOWNGALLERY – Superstudio Più a Milano,
propone una straordinaria selezione di fotografie che ritraggono l’artista messicana, immortalata da
alcuni dei più importanti fotografi del XX secolo.
Un corpus iconografico che, oltre a documentare il volto pubblico e il corpo segnato dalla sofferenza,
restituisce la forza del suo spirito ribelle, la profondità del suo legame con la cultura messicana e la
potenza innovativa della sua visione artistica.
Attraverso gli scatti di Edward Weston, Nickolas Muray, Imogen Cunningham, Lucienne Bloch, Leo
Matiz, Julien Levy, Lola Álvarez Bravo, Bernard Silberstein, Gisèle Freund, la mostra offre uno
sguardo intimo e sfaccettato su Frida Kahlo, mettendo in luce le sue passioni, le sue fragilità e la sua
relazione con il mondo che la circondava. Ad arricchire il percorso espositivo è una sezione dedicata
al materiale documentario, che contribuisce a contestualizzare ulteriormente il mito.
Di particolare rilievo è il lavoro della fotografa messicana Graciela Iturbide, che si è confrontata con
l’universo di Frida in una serie realizzata “in assenza”: protagonista è la stanza da bagno della Casa
Azul, riaperta eccezionalmente da Diego Rivera nel 2005, in cui oggetti personali dell’artista
continuano a evocare la sua presenza e la sua memoria.
"Attraverso i miei occhi: Frida Kahlo e la costruzione del mito" è più di una semplice mostra
fotografica: è una riflessione sull’identità, sull’autorappresentazione e sulla costruzione del mito.
Un percorso emozionante che invita il visitatore a esplorare non solo l’immagine pubblica di Frida
Kahlo, ma anche la sua interiorità, la sua forza vitale e l’eredità culturale che continua a ispirare
generazioni.
"Attraverso i miei occhi: Frida Kahlo e la costruzione del mito" è una produzione Navigare srl, in
collaborazione con Superstudio Più – MyOwnGallery, con il patrocinio di Comune di Milano,
Ambasciata del Messico in Italia, Consolato Generale del Messico a Milano.
ATTRAVERSO I MIEI OCCHI - FRIDA KAHLO e la costruzione del mito
Frida Kahlo: l'icona tra arte e immagine.
Frida Kahlo era poco conosciuta al di fuori del mondo dell'arte fino a circa 40 anni fa, tanto che
quando morì, nel 1954, il New York Times annunciò: “È morta Frida Kahlo, artista, moglie di Diego
Rivera”.
Da allora le cose sono molto cambiate e Frida Kahlo è diventata un'icona culturale. Così come è
accaduto per l’Urlo di Munch, il David di Michelangelo, o La notte stellata di van Gogh un'intera
industria è cresciuta intorno a lei. Oggi il suo volto, con lo sguardo intenso e le celebri sopracciglia
marcate, campeggia su tazze da caffè, magliette, carte da gioco, portachiavi, calamite, cartoline e
poster, ma anche su oggetti più insoliti, come piastrelle, cosmetici, detersivi e persino prodotti
alimentari. Ciò che colpisce, però, è che — a differenza degli altri esempi — a diventare icona non è
stata un’opera, ma l’artista stessa."
La riscoperta di Frida Kahlo come artista è spesso ricondotta alla mostra del 1982 presso la
Whitechapel Gallery di Londra, in cui le sue opere furono esposte accanto a quelle della fotografa
Tina Modotti, e alla fondamentale biografia di Hayden Herrera — divenuta il principale testo di
riferimento sulla sua vita — pubblicata pochi anni più tardi.
A partire dagli anni ’90, l’immagine di Frida Kahlo ha cominciato a permeare l’immaginario collettivo:
numerosi film hanno raccontato la sua vita, stilisti di fama internazionale hanno tratto ispirazione
dal suo stile inconfondibile, celebrità di ogni ambito ne hanno celebrato la figura, e le sue opere
hanno spesso stabilito nuovi record nelle aste internazionali.
La mostra "Attraverso i miei occhi: Frida Kahlo e la costruzione del mito" si propone di indagare il
profondo legame tra l’artista e la propria immagine. Pittrice che fece dell’autoritratto uno dei suoi
principali strumenti espressivi, Frida Kahlo appartiene a quel ristretto gruppo di figure la cui identità
è stata elevata a icona, fino a trascendere — in molti casi — la portata stessa della propria opera.
Diversi fattori hanno contribuito a questo processo di iconizzazione, e non pochi furono
consapevolmente orchestrati dalla stessa Kahlo. È noto, ad esempio, che scelse di indossare abiti
tradizionali messicani in netta controtendenza rispetto alla moda del tempo, e che arrivò persino a
modificare elementi della propria biografia per allinearsi idealmente alla causa rivoluzionaria —
dichiarando di essere nata nel 1910, anno d’inizio della rivoluzione messicana, o attribuendosi origini
ebraiche. È dunque legittimo affermare che Frida Kahlo costruì con straordinaria lucidità la propria
immagine, dando vita a una forma di autorappresentazione totale, anticipando con sorprendente
modernità dinamiche oggi diffuse nell’era dei social media e dell’identità visuale.
Di particolare interesse è anche il rapporto dell’artista con la fotografia. Kahlo non solo non rifuggiva
l’obiettivo, ma anzi si prestava con naturalezza allo sguardo dei più diversi fotografi e fotografe,
generando una documentazione visiva tanto ampia quanto rara nel panorama delle arti visive del
Novecento.
Lungi dall’essere un percorso biografico per immagini, la mostra si concentra sul dialogo tra Frida
Kahlo e la sua raffigurazione fotografica, interrogandosi su quanto questa narrazione visiva sia
stata guidata, influenzata o persino costruita dall’artista stessa.
Lo sguardo dell’amante, quello del gallerista, delle amiche più intime, dei fotografi più celebri, dei
reporter, dei connazionali ispano-americani: Frida Kahlo è stata ritratta in innumerevoli fotografie,
sin dalla tenera età, quando il padre Guillermo Kahlo — fotografo di professione — la scelse come
soggetto privilegiato. Questo lungo e articolato corpus fotografico rappresenta oggi una chiave
preziosa per comprendere non solo la figura pubblica dell’artista, ma anche il modo in cui lei stessa
desiderava essere vista.
ATTRAVERSO I MIEI OCCHI - FRIDA KAHLO e la costruzione del mito
I FOTOGRAFI IN MOSTRA
Imogen Cunningham la cui fotografia mette in evidenza la forza e la bellezza della figura femminile
con uno stile che fonde la delicatezza con l'intensità.
Leo Matiz che ha catturato la carica visiva della personalità di Frida, rendendola protagonista di
una serie di scatti vibranti.
Lucienne Bloch amica e collega di Frida, che ha documentato con grande intimità la vita
dell'artista, offrendo una visione di Frida fuori dai riflettori.
Edward Weston che, con il suo occhio acuto, ha colto Frida in momenti più riflessivi, usando la luce
e la forma per rivelare la sua potenza interiore.
Bernard Silberstein con il suo approccio quasi iconografico, ha scattato fotografie che raccontano
Frida non solo come artista, ma come un simbolo di forza e determinazione.
Lola Alvarez Bravo, una delle più importanti fotografe messicane, che ha contribuito a fissare
immagini di Frida intrise di cultura e tradizione.
Nickolas Muray il fotografo più strettamente legato a Frida, ne fu anche amante, ha immortalato
non solo la sua bellezza e la sua passione, ma anche la sua vitalità e le sue prime affermazioni
come artista. Le sue fotografie sono un omaggio intimo alla loro relazione.
Julien Levy, il primo in assoluto ad aver esposto le opere di Kahlo, ha colto l’artista in momenti
privati, rivelando la sua sensibilità e il suo carattere eccentrico.
Gisele Freund che ha realizzato alcuni dei ritratti più celebri di Frida, cogliendo la sua quotidianità
accanto all’ingombrante marito Diego Rivera.
Accanto a questi scatti, la mostra include anche alcune fotografie postume che hanno continuato
ad esplorare l'immagine di Frida nel tempo:
Graciela Iturbide Nel 2005, per la prima volta dopo 51 anni dalla morte di Frida Kahlo, è stato
riaperto il bagno di “Casa Azul”, abitazione privata della pittrice. In questa occasione Graciela
Iturbide ha compiuto un “viaggio” nel privato dell’artista messicana e ha raccolto attraverso il suo
obiettivo ha catturato l'essenza di Frida come icona della cultura messicana e della sua identità
indomita.
BIOGRAFIA FRIDA KAHLO
Frida Kahlo, nata il 6 luglio 1907 a Coyoacán, in Messico, è stata una delle artiste più iconiche del XX
secolo, famosa per i suoi autoritratti e per il modo in cui ha espresso il dolore, la passione e l’identità
femminile attraverso l'arte. La sua infanzia è segnata da difficoltà: a sei anni contrae la poliomielite,
che le lascia una gamba più debole e le procura un lieve zoppicare, una caratteristica che la renderà
oggetto di scherno da parte dei suoi coetanei. Nonostante ciò, Frida cresce con una personalità
vivace e determinata, che la porta a distinguersi a scuola e a sognare una carriera nella medicina.
A diciotto anni, però, un tragico incidente d’autobus cambia per sempre la sua vita. Le gravi ferite
riportate costringono Frida a lunghi periodi di immobilità e a soffrire di dolori cronici per il resto della
sua vita. Durante la convalescenza, inizia a dipingere per distrarsi e trova nei suoi quadri un modo
per esprimere le sue emozioni. La pittura diventa così un mezzo per esplorare la sofferenza fisica e
psicologica, un tema ricorrente nelle sue opere.
Nel 1929, Frida sposa il celebre pittore messicano Diego Rivera, con il quale condivide una relazione
tumultuosa, fatta di passioni e tradimenti reciproci. Il loro legame intenso e complesso, sebbene
spesso doloroso, diventa un punto di riferimento per la sua vita e la sua arte. In molti dei suoi dipinti,
Frida esplora le dinamiche della loro relazione, mostrando le sue ferite emotive e il suo amore per
Rivera.
Frida Kahlo è conosciuta soprattutto per i suoi autoritratti, caratterizzati da una fusione di realismo
e simbolismo. I suoi quadri, spesso crudi e intensi, riflettono un linguaggio visivo unico che esplora
il corpo femminile, l’identità di genere e le radici culturali messicane. Simboli come la natura, gli
animali e il folklore messicano sono spesso presenti nei suoi dipinti, intrecciandosi con la
rappresentazione di dolore e sofferenza.
Negli anni ‘40, Frida ottiene finalmente riconoscimento internazionale: le sue opere vengono
esposte a New York e Parigi, e lei stessa viene acclamata come un’icona dell’arte messicana e del
surrealismo, sebbene lei stessa rifiuti questa etichetta. Negli ultimi anni della sua vita, nonostante il
peggioramento della salute, Frida continua a dipingere e a partecipare attivamente alla vita artistica
e politica del Messico, sostenendo i diritti delle donne e le cause sociali.
Frida Kahlo muore il 13 luglio 1954 nella sua casa a Coyoacán, oggi trasformata nel Museo Frida
Kahlo.
ATTRAVERSO I MIEI OCCHI - FRIDA KAHLO e la costruzione del mito
BIOGRAFIE FOTOGRAFI
Imogen Cunningham (1883-1976) è stata una delle fotografe più influenti del XX secolo, celebre per
la sua abilità nel ritrarre la bellezza della natura, dei corpi umani e degli oggetti quotidiani. Allieva di
Edward Weston, Cunningham è conosciuta per il suo stile nitido e dettagliato, che univa il
modernismo alla sensibilità poetica. Fu pioniera nella fotografia in bianco e nero, riuscendo a
catturare l'intimità e la forza dei soggetti. La sua carriera, che ha abbracciato oltre sei decenni, ha
lasciato un'impronta indelebile nel panorama fotografico mondiale.
Leo Matiz (1917-1998) è stato un fotografo colombiano di fama internazionale, noto per i suoi ritratti
vibranti e le immagini evocative della cultura latinoamericana. Attivo principalmente negli anni '40
e '50, ha documentato la vita quotidiana, le tradizioni e le personalità di grande rilevanza, come Frida
Kahlo e Diego Rivera. Matiz ha lavorato con una tecnica che univa il realismo sociale alla bellezza
poetica, creando immagini iconiche che raccontano la complessità della cultura e della storia del suo
paese.
Lucienne Bloch (1909-1999) è stata una fotografa e artista elvetico-americana, celebre per il suo
lavoro di documentazione e per i ritratti di figure artistiche e intellettuali del XX secolo. Fu una delle
prime a ritrarre Frida Kahlo e Diego Rivera. Bloch era anche una talentuosa pittrice e muralista, fu
infatti una delle assistenti di Rivera, e il suo stile fotografico si distingueva per la capacità di catturare
l'intimità e l’essenza dei suoi soggetti.
Edward Weston (1886-1958) è stato uno dei fotografi più influenti del XX secolo, pioniere della
fotografia modernista. Conosciuto per la sua abilità tecnica e la sua visione artistica, Weston ha
rivoluzionato la fotografia con un approccio che enfatizzava la forma e la texture degli oggetti,
catturando la bellezza nella natura, nei nudi e nei paesaggi. Membro fondatore del gruppo "Group
f/64", ha promosso l'uso di una nitidezza impeccabile e della luce naturale. La sua opera ha avuto
un profondo impatto sullo sviluppo della fotografia come arte.
Bernard Silberstein (1937-2020) è stato un fotografo e documentarista statunitense, noto per il suo
approccio intimo e penetrante nel ritrarre le persone e gli eventi del suo tempo. Fotografo “per
hobby”, il suo lavoro suscita un interesse tale da fargli ottenere incarichi a livello locale e poi
nazionale. Si costruisce una reputazione internazionale con incarichi per National Geographic, Life,
Holiday, The New York Times, Time, Colliers, Esquire, Popular Photography, The Camera e
Photographic Society of America (PSA) Journal. Tra i suoi soggetti figurano il re del Marocco e artisti
della scuola muralista messicana e del Taller de Grafica Popular.
Lola Alvarez Bravo (1907-1993) è stata una dei fotografi più importanti del Messico del XX secolo.
Assieme al marito Manuel, considerato uno dei padri fondatori della fotografia moderna messicana,
ha catturato immagini poetiche e simboliche della cultura e della vita quotidiana del suo paese.
Fotografa di grande talento, ha lavorato principalmente nel campo del ritratto e della fotografia
sociale, documentando la vita delle donne e delle comunità rurali messicane. Insieme, hanno
contribuito in modo significativo alla fotografia latinoamericana.
Nickolas Muray (1892-1965) è stato un fotografo e artista ungherese-americano, noto per i suoi
ritratti vividi e colorati di celebrità del XX secolo, tra cui Frida Kahlo, con cui ebbe una relazione
sentimentale per diversi anni. Pioniere nella fotografia a colori, Muray ha contribuito a portare
questa tecnica alla ribalta, influenzando la moda e il ritratto contemporanei. Le sue immagini sono
caratterizzate da una straordinaria attenzione alla luce e al colore, catturando l’intimità e la
personalità dei suoi soggetti. La sua opera ha avuto un impatto duraturo sulla fotografia commerciale
e artistica.
Julien Levy (1906-1981) è stato un fotografo e gallerista americano, noto per il suo ruolo nel
promuovere la fotografia come forma d'arte. Fondò la sua galleria a New York nel 1931, diventando
un punto di riferimento per l’arte fotografica contemporanea. Le sue fotografie, spesso in bianco e
nero, esplorano temi surrealisti e psicologici, e includono ritratti di artisti e scrittori dell'epoca. Levy
è stato un pioniere nel portare la fotografia d'arte nelle gallerie e ha influenzato profondamente la
percezione della fotografia nel contesto artistico.
Gisele Freund (1908-2000) è stata una fotografa tedesca naturalizzata francese, conosciuta per i suoi
ritratti di celebrità e figure letterarie del XX secolo, tra cui James Joyce, Simone de Beauvoir e Albert
Einstein. Dopo aver studiato fotografia a Berlino, Freund si trasferì a Parigi, dove divenne una figura
di spicco nel panorama fotografico. Il suo stile si caratterizzava per una profonda capacità di captare
l’anima dei suoi soggetti. Ha anche contribuito al movimento del reportage sociale, documentando
la vita quotidiana e le trasformazioni politiche.
Graciela Iturbide (nata nel 1942) è una delle fotografe più importanti del Messico contemporaneo.
Il suo lavoro esplora la cultura e le tradizioni del suo paese, con particolare attenzione agli aspetti
più mistici e simbolici della vita quotidiana. Iturbide è celebre per le sue immagini in bianco e nero,
che catturano paesaggi, rituali e persone in una luce quasi onirica. Tra le sue opere più note c'è la
serie Mujeres Ángel, che racconta la vita delle donne messicane, e il suo lavoro postumo su Frida
Kahlo. La sua fotografia ha contribuito a una visione più profonda della cultura messicana.
ATTRAVERSO I MIEI OCCHI - FRIDA KAHLO e la costruzione del mito
Vittoria Mainoldi – Storica dell’arte e curatrice
Una mostra inedita indaga il particolare rapporto tra una delle più importanti artiste del Novecento,
Frida Kahlo, e l’immagine fotografica. “Attraverso i miei occhi” è un percorso espositivo che si articola
attraverso 75 scatti di alcuni dei più grandi maestri del mezzo per analizzare il ruolo che la fotografia
ha avuto nella creazione del mito di Frida Kahlo, sia per l’artista che per la cultura popolare.
Frida Kahlo era poco conosciuta al di fuori del mondo dell'arte fino a circa 40 anni fa, tanto che
quando morì, nel 1954, il New York Times annunciò: “È morta Frida Kahlo, artista, moglie di Diego
Rivera”. Da allora le cose sono molto cambiate e Frida Kahlo è diventata un'icona culturale.
Similmente che per l’Urlo di Munch, il David di Michelangelo, o La notte stellata di van Gogh
un'intera industria è cresciuta intorno a lei. Ora si può trovare il suo viso con il suo, sguardo
penetrante e le sue sopracciglia pronunciate, su tazze da caffè, magliette, carte da gioco, portachiavi,
calamite, cartoline e poster, ma anche oggetti più improbabili come, mattonelle, prodotti per
cosmesi e pulizia e persino su prodotti alimentari. Ciò che è particolarmente interessante però, è
che, a differenza degli altri esempi citati, è l'artista stessa piuttosto che uno dei suoi quadri ad essere
divenuta icona.
La riscoperta di Frida Kahlo come artista è probabilmente riconducibile alla mostra del 1982 alla
Whitechapel Gallery di Londra, in cui le opere della pittrice erano esposte accanto a quelle della
fotografa Tina Modotti, o ancora alla fondamentale biografia scritta da Hayden Herrera, il principale
testo di riferimento sulla vita di Kahlo, uscita qualche anno dopo. Dall’inizio degli anni ’90 le immagini
che raffigurano Frida Kahlo permeano la nostra quotidianità, molti film ne hanno ripercorso la vita,
altrettanti stilisti hanno tratto ispirazione dal suo modo di vestire, celebrità di ogni settore si sono
dichiarate sue appassionate, e le sue opere hanno più volte infranto i record di vendita all’asta.
Questa mostra vuole indagare il particolare rapporto tra la Kahlo e la sua immagine. Pittrice che ha
fatto largo uso dell’autoritratto, Kahlo è infatti entrata a far parte di quel ristretto numero di artisti
che hanno subito un processo di iconizzazione e la cui figura ha trasceso spesso la portata della
propria opera.
A questo processo di trasformazione in icona contribuirono diversi fattori, ad alcuni dei quali la stessa
Kahlo non fu estranea. È ben noto, infatti, il fatto che l’artista scegliesse di vestirsi secondo i costumi
tradizionali messicani – contrariamente alla moda dell’epoca - e ancora che la Kahlo avesse
modificato la propria biografia per meglio farla aderire alla causa della rivoluzione messicana
(fingendo di essere nata nel 1910, anno dello scoppio dei moti, o di avere origine ebraiche).
Possiamo asserire che Frida Kahlo sia stata determinata nel forgiare la propria immagine e nel
costruire se stessa, quasi come un’opera d’arte totale, in largo anticipo rispetto all’epoca nella quale
viviamo fatta di immagini veicolate dai social media.
Di particolare interesse è anche il fatto che Kahlo amasse essere fotografata e non si sottraesse mai
all’obbiettivo dei più diversi fotografi che a loro volta ci hanno restituito una documentazione
amplissima e difficilmente paragonabile a quella di altri artisti visivi.
Lungi dal voler essere un precorso biografico per immagini, questa mostra vuole quindi indagare il
particolare rapporto di Frida Kahlo con la sua raffigurazione fotografica e capire se questa è stata in
qualche modo influenzata dall’artista stessa.
Lo sguardo dell’amante, quello del gallerista, quello delle amiche più intime, quello dei fotografi e
delle fotografe blasonati; e ancora quello dei fotografi reportagisti e quello dei suoi conterranei
ispano-americani, Frida Kahlo e stata immortalata in moltissime fotografie a cominciare dalla tenera
età, quando il padre Guillermo Kahlo, fotografo di professione, fu il primo ad usarla come suo
soggetto.
La mostra presenta le opere di Edward Weston, Nickolas Muray, Imogen Cunningham, Lucienne
Bloch, Leo Matiz, Julien Levy, Lola Alvarez Bravo, Bernard Silberstein, Gisele Freund, ed include anche
diverso materiale documentario. Particolare attenzione è dedicata al lavoro realizzato dalla fotografa
messicana Graciela Iturbide che si è confrontata con Frida Kahlo dopo la morte dell’artista - in una
serie “in assenza” - il cui protagonista è la sua stanza da bagno e gli oggetti che ancora la abitano,
aperta appositamente per la fotografa da Diego Rivera nel 2005.
NAVIGARE SRL – Produzione
Azienda leader in Italia per la produzione, l’organizzazione e l’allestimento di mostre d’arte.
Presente ormai da diversi anni nel settore dei beni culturali e specializzata per l’organizzazione di
mostre d’arte e multimediali, collabora con importanti istituzioni nazionali ed internazionali.
Progettazione mostre
Dall’ideazione del concept alla realizzazione della mostra, co-produce eventi con il settore pubblico
o con enti privati, assumendoci il pieno rischio aziendale. Mette in campo le migliori eccellenze nel
settore della produzione, dell’entertainment culturale, della creatività e degli eventi. Fornisce
un’offerta integrata di servizi nel settore dei beni culturali.
Miglioriamo la fruizione dei luoghi della Cultura
Promuove accordi con soggetti pubblici e privati per ampliare il patrimonio museale.
La strategia adottata ha il fine di incrementare l’offerta nei luoghi della cultura, mirando ad
estendere il grado di fruibilità̀ dei musei e dei siti culturali, secondo un approccio che interpreti le
esigenze del grande pubblico.
Coordina attività̀ dirette alla conoscenza del patrimonio, promuove la conoscenza del patrimonio
culturale implementando la capacità di comunicare e trasmettere il patrimonio attraverso l’analisi
del pubblico attuale o potenziale cui ci si rivolge.
Tra gli obiettivi del management di Navigare Srl per la Valorizzazione del Patrimonio Culturali ha
un posto rilevante il grado di fruibilità̀ dei musei e dei siti culturali, mettendo il visitatore al centro
dell’attenzione.
Iniziative Culturali
Valorizzazione finalizzata al recupero dei beni culturali: un’azienda specializzata nella consulenza
della gestione di iniziative culturali. Tra le attività̀:
• la pianificazione e l’organizzazione di attività̀ ed eventi prevalentemente culturali all’interno di
siti storici, con lo scopo di contribuire ad aumentarne la notorietà̀ e la frequentazione e restituire
loro dinamismo e vitalità̀ all’interno del tessuto turistico e culturale del territorio;
• la comunicazione e la promozione dell’insieme delle attività̀ di valorizzazione, realizzate al fine
di favorire positive ricadute sul territorio;
• organizzazione di manifestazioni ed eventi culturali che promuovano la crescita culturale della
città.
Movimentazione opere
Un team dedicato si occupa di progettare il trasporto delle opere d’arte nei minimi dettagli,
garantendone la sicurezza in ogni fase del trasporto. Il servizio fornisce una serie di tecniche
innovative per supportare le esigenze di musei, gallerie d’arte, case d’asta, artisti e collezionisti
privati.
Articolazione organizzativa sul territorio di Milano e sede scelta
Navigare Srl conta da diversi anni attività e collaborazioni sul territorio nazionale.
A Milano vanta numerose collaborazioni con l’amministrazione del Comune e, in particolare, la
realizzazione di mostre di grande successo, presso gli spazi della Fabbrica del Vapore, dedicate a
grandi artisti, come Andy Warhol, Frida Kahlo, etc.
Da sempre attenta alle collaborazioni con specialisti del settore, la società ha trovato a Milano delle
collaborazioni consolidate, che coinvolgerà anche per l’allestimento della mostra proposta alla
MYOWNGALLERY di Superstudio Più.