Static Cinema

In concomitanza con la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, mentre la città volge lo sguardo al grande schermo, STATIC CINEMA, curata dall’artista e fotografo di fama internazionale Danila Tkachenko, propone una “visione immobile”: un racconto in cui la fotografia prende in prestito la grammatica del cinema e sospende il movimento in un silenzio visivo.
Comunicato stampa
La mostra, aperta dal 29 agosto al 24 settembre 2025 alla Giudecca, negli spazi di Crea – Cantieri del Contemporaneo, dall’atmosfera sospesa tra artigianato e nuove visioni, la mostra invita a riconsiderare la percezione tradizionale del cinema — non come flusso continuo di fotogrammi, ma come spazio di pause, di attimi congelati, dove la fotografia non è semplicemente un frammento immobilizzato, ma una realtà temporale autonoma.
STATIC CINEMA è un’indagine sulla fotografia e sulle arti visive influenzate dal cinema, una riflessione sul concetto di immagine statica che ingloba la grammatica del linguaggio cinematografico per dialogare con il tempo e l’azione. Il concetto del filosofo francese Gilles Deleuze, di immagine-movimento viene qui riletto attraverso la lente del fotogramma, che non si limita a fissare l’azione ma la trasforma, generando una nuova percezione di tempo e spazio. Allo stesso tempo, l’eco delle riflessioni di Jean Baudrillard sul simulacro emerge nelle opere in cui il confine tra realtà e rappresentazione si dissolve, aprendo a una forma di esperienza visiva che trascende la narrazione tradizionale.
Come afferma il curatore Tkachenko «Ci interessa il momento in cui la fotografia smette di essere un frammento congelato del movimento e diventa un modo di pensare il tempo. Static Cinema esplora i confini tra immagine in movimento e immagine statica, e riflette su come il cinema influenzi altri media — come, la videoarte e la scultura e la fotografia appunto»
In esposizione i lavori di oltre 160 artisti internazionali che portano avanti questa indagine attraverso prospettive differenti tra cui:
● Jon Rafman (A Man Digging) immerge lo spettatore in uno spazio meditativo dove corpo e immagine congelata si intrecciano in uno stato trascendentale.
● Antoine d’Agata, celebre per il suo approccio psicoanalitico alla fotografia, cattura la potenza emotiva del movimento nella sua decelerazione.
● Roger Ballen, maestro della fotografia psicologica, costruisce narrazioni visive sospese tra reale e immaginario, dove l’immagine statica diventa uno spazio cinematografico di tensione e drammaticità.
● Un raro fotogramma di Lars von Trier da Nymphomaniac, rappresenta un ponte tra cinema e fotografia e mostra il fotogramma cinematografico come artefatto autonomo.
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● Mark Seliger, fotografo americano noto per i suoi ritratti. Chief Photographer di Rolling Stone dal 1992 al 2002, ha realizzato oltre 188 copertine. In Static Cinema presenta il suo ritratto di Cindy Sherman.
● Graziano Arici, storico fotografo della Mostra del Cinema, negli ultimi 50 anni —con il suo archivio di ritratti lega tradizione e contemporaneità, immagine statica e biografia cinematografica, sottolineando il legame eterno tra cinema e fotografia.
All’esposizione voluta e organizzata da Art- Icon, associazione no profit con sede a Parigi e Milano che promuove la fotografia contemporanea e l’arte visiva attraverso formati innovativi e inclusivi partecipa anche MC2 Gallery di Milano, che presenta i lavori di Antoine d’Agata, Michael Ackerman e Céline Croze, offrendo un ulteriore sguardo intenso e personale su questo dialogo tra cinema e immagine statica.
Static Cinema non è soltanto una mostra, ma un tentativo di sintesi tra flusso dinamico e fermata statica, tra divenire e immobilità. Qui fotografia e videoarte divengono spazi di riflessione sul modo in cui la cultura visiva costruisce il nostro rapporto con il tempo, movimento e senso.
NOTE PER I REDATTORI
DANILA TKACHENKO – artista e curatore di fama internazionale, vincitore di World
Press Photo, Peace Prize, Leica Oskar Barnack Award, Foam Talent e Gabriele
Basilico Award.
SLAVICA VESELINOVIĆ – curatrice con base a Milano, fondatrice di Just Women,
piattaforma internazionale di supporto alle fotografe, e di Going East: A Visual
Journey into the New Eastern Europe.
ART‐ICON
Fondata nel 2024, Art‐Icon è un’organizzazione non profit con sede tra Milano e Parigi, impegna-
ta nella promozione della fotografia contemporanea e dell’arte visiva attraverso formati innovativi
e inclusivi. Il progetto è guidato dai curatori Danila Tkachenko e Slavica Veselinović, che propongono
un approccio interdisciplinare all’immagine e alla pratica curatoriale.
La mostra inaugurale di Art‐Icon, Corporeality, ha debuttato a Parigi con una riflessione su come
i media, la tecnologia e i cambiamenti culturali stiano ridefinendo la percezione del corpo umano.
L’installazione ha trasformato lo spazio della galleria in una sorta di chiesa contemporanea, con
le fotografie sospese dal soffitto in una disposizione che ricordava un’iconostasi.
L’esperienza era intima, simbolica e profondamente contemplativa.
La mostra ha riunito un gruppo eterogeneo e audace di artisti, tra cui Christopher Makos (con un autoritratto di Andy Warhol), David Lynch,Roger Ballen (la cui opera è in copertina del catalogo), Vladimir Sorokin, Nadya Tolokonnikova(Pussy Riot), Tali Lennox e Natalie Curtis.
Nel 2025, Art‐Icon ha ampliato la propria visione con FACES, una monumentale esposizione di
land art ad Arles: un’installazione lunga un chilometro lungo le sponde del fiume Rodano. La
mostra ha presentato 270 ritratti fotografici di persone comuni e icone culturali, tra cui spiccano
le immagini potenti e senza tempo di Graziano Arici.