Stefano Rovai – Manifesti 78/25

Informazioni Evento

Luogo
IED FIRENZE - POLO DELLE ARTI DIGITALI E VISIVE
Via dell' Oriuolo, 31, Firenze, FI, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

9:00 - 18.00 (chiusa sabato e domenica)
Chiusa 4-17 agosto 2025

Vernissage
26/06/2025

ore 11.30

Artisti
Stefano Rovai
Generi
arte contemporanea, personale

Una retrospettiva dedicata al lavoro di Stefano Rovai, figura di riferimento nel panorama della grafica italiana contemporanea.

Comunicato stampa

Nell’ambito del programma “Campo Aperto”, IED Firenze - in collaborazione con WHY Festival l’appuntamento annuale dedicato alla comunicazione visiva, alla grafica e all’illustrazione - presenta all’ex-Teatro dell’Oriuolo una retrospettiva dedicata al lavoro di Stefano Rovai, figura di riferimento nel panorama della grafica italiana contemporanea.

"In un tempo in cui la comunicazione rischia di perdere spessore e responsabilità, questa retrospettiva è un’occasione per riaffermare il potere della grafica come pratica critica, capace di incidere sullo spazio pubblico e di cambiare lo sguardo. La mostra di Stefano Rovai - in dialogo con WHY Festival - celebra questa capacità e si inserisce nel programma Campo Aperto come occasione per connettere il design alla vita della città, alimentando processi di partecipazione, ascolto e relazione con il territorio.", dichiara Benedetta Lenzi direttrice IED Firenze.

Art director e progettista visivo, Rovai ha firmato oltre 1300 manifesti nel corso della sua carriera, molti dei quali legati a temi politici, sociali e culturali di grande rilevanza.
Attraverso 130 manifesti dal 1978 al 2025, la mostra ripercorre decenni di attività mettendo in luce l’impegno civile e il linguaggio diretto e potente del manifesto come strumento di comunicazione pubblica.
Affisso per le strade, nelle piazze e nei luoghi di passaggio più frequentati, il manifesto continua a rappresentare un mezzo espressivo immediato e coinvolgente, capace di attivare la coscienza collettiva e generare riflessione. Questa invita il pubblico a interrogarsi sul ruolo sociale e politico del design grafico.

“Il valore del design grafico in questo scenario è duplice”, spiega Stefano Rovai “Da un lato, rappresenta la possibilità di strutturare il pensiero visivamente, rendendo tangibile l’astratto e accessibile il complesso; dall’altro, costituisce un atto di cittadinanza, un gesto di costruzione dello spazio pubblico.”.
“Progettare una comunicazione chiara, empatica, democratica non è solo una competenza tecnica, ma un impegno etico. La grafica diventa così ponte tra istituzioni e cittadini, tra bisogni collettivi e azioni concrete. È un’arte civile, che forma coscienze e connette individui.”, aggiunge Rovai.

Nato nel 1958, Stefano Rovai è stato socio fondatore dello studio Graphiti – Progettazioni visive. Fino alla metà degli anni Ottanta il suo lavoro ha avuto un carattere spiccatamente sociale; si è poi indirizzato sempre più verso l’immagine coordinata, la grafica editoriale, la progettazione di allestimenti e campagne di comunicazione. Fondatore insieme a Susanna Weber dello studio RovaiWeber design , di cui è partner dal 2019 anche Niccolò Mazzoni. Attualmente lo studio si occupa di progettazione visiva in vari settori, dalla cultura, all’editoria, alla brand identity e alla comunicazione. Si è aggiudicato alcune importanti gare internazionali fra cui quella per la grafica dell’allestimenti del Nasjonalmuseet di Oslo, della Bibiothèque National de France Musée Richelieu a Parigi, il museo della città di Béziers, il Museo Marmottan a Parigi. Stefano Rovai è docente di comunicazione visiva alla Facoltà di design dell’Università di San Marino e presso IUAV a Venezia.