Domingo Milella – Il Teatro del Tempo

Informazioni Evento

Luogo
POLO BIBLIOTECARIO REGIONALE EX ROSSANI
Via Benedetto Croce, San Pietro, Bari, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

La mostra resterà aperta fino al 29 giugno dal giovedì alla domenica dalle 21 alle 24 (ultimo accesso alle 23.30)

Vernissage
05/06/2025

ore 21

Patrocini

La mostra, prodotta dalla Fondazione Pascali in collaborazione e con il sostegno del Polo Bibliotecario della Regione Puglia, si sviluppa con il supporto scientifico del Museo della Preistoria di Nardó e in collaborazione speciale con il Segretariato regionale Mic, della Soprintendenza per le Province di Lecce e Brindisi e ICCD – Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione.

Artisti
Domingo Milella
Curatori
Michele Spinelli
Generi
arte contemporanea, personale

Tredici opere di grande formato, tra cui diverse immagini inedite, segnano il secondo capitolo della mostra di Milella, dopo l’esposizione di un primo corpus di opere nel plesso museale di San Francesco della Scarpa a Lecce nel 2021.

Comunicato stampa

Inaugura alle 21 del 5 giugno 2025 la mostra Il Teatro del Tempo di Domingo Milella (Bari, 1981), a cura di Michele Spinelli con la direzione artistica di Giuseppe Teofilo, nell’ambito della programmazione culturale espositiva regionale presso l’ex Caserma Rossani di Bari, finalmente restituita alla città. La mostra, prodotta dalla Fondazione Pascali in collaborazione e con il sostegno del Polo Bibliotecario della Regione Puglia, si sviluppa con il supporto scientifico del Museo della Preistoria di Nardó e in collaborazione speciale con il Segretariato regionale Mic, della Soprintendenza per le Province di Lecce e Brindisi e ICCD – Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione.

Le opere saranno fruibili in orari di visita notturni, accogliendo i visitatori e guidandoli in un viaggio simbolico verso la Grotta dei Cervi di Porto Badisco (LE), immergendoli, anche grazie all’allestimento e all’illuminazione adottati, in una esperienza sotterranea, poetica ed evocativa. La mostra resterà aperta dal 5 al 29 giugno dalle 21 alle 24 (ultimo accesso alle 23.30).

Tredici opere di grande formato, tra cui diverse immagini inedite, segnano il secondo capitolo della mostra di Milella, dopo l’esposizione di un primo corpus di opere nel plesso museale di San Francesco della Scarpa a Lecce nel 2021.

“Tredici opere”, spiega Mauro Paolo Bruno, Dirigente della Sezione Sviluppo Innovazione Reti, della Struttura di Cooperazione territoriale europea e del Servizio Poli biblio-museali della Regione Puglia, “come tredici sono le campate della Palazzina F dell’Ex Caserma Rossani e che ospita la mostra. Uno spazio che attraverserà trasversalmente il tema del Mediterraneo; una biblioteca pubblica porta di ingresso alla conoscenza di questa “Pianura Liquida”, come l’ha definita Fernand Braudel, alle sue etnie e alle sue famiglie linguistiche, dove i confini non sono luoghi di divisione, ma di incontro”.

"Celata nel sottosuolo della costa salentina, la Grotta dei Cervi di Porto Badisco”, spiega Giuseppe Teofilo, direttore artistico di Fondazione Pascali, “rappresenta uno dei più straordinari giacimenti di arte rupestre d’Europa, con oltre tremila pittogrammi risalenti al Neolitico. Questo “santuario della preistoria”, chiuso al pubblico per motivi conservativi, custodisce un patrimonio fragile, ma di inestimabile valore storico e simbolico. In questo contesto, l’arte contemporanea – e in particolare la fotografia di Domingo Milella – si configura come uno strumento potente per restituire visibilità, significato e accessibilità a un luogo altrimenti invisibile. La mostra “Il Teatro del Tempo” sottrae e proiettata in una nuova dimensione narrativa l’essenza e il rapporto tra natura, segno, mito e memoria. Milella operando tra rigore scientifico e libertà poetica, ha creato immagini oniriche che evocano la densità visiva e spirituale della pittura neolitica, offrendo un’esperienza immersiva e simbolica”.

Le opere in mostra documentano la ricerca artistica in uno spazio/tempo inaccessibile dalla quale emergono visioni stratificate e riflessioni profonde sull’idea di origine e di permanenza. Nella Grotta dei Cervi — tra pitture di figure stilizzate, simboli enigmatici, geometrie complesse e tracce labirintiche del passaggio umano — il tempo si cristallizza in una dimensione sospesa e misteriosa, di cui anche i maggiori studiosi lasciano aperta l’interpretazione, pur concordando sulla connessione con la natura e sulla componente spirituale e rituale. Una dimensione con la quale, nel corso delle epoche della storia dell’arte, si sono confrontati moltissimi artisti da Klee a Dubuffet, da Penone a Long, fino ad Anselm Kiefer.

“Lo spettatore”, spiega Spinelli, “viene guidato in un dialogo preistorico con la grotta neolitica più simbolica d’Europa, tra passato e presente, memoria e percezione, realtà e visione”. Milella, in un cortocircuito tra noi e i nostri antenati, “a partire dal preciso momento vissuto sulla solida soglia di questa grotta — a pochi chilometri dalla sua città d’origine — ha portato la sua ricerca autoriale fino all’esplorazione di alcuni dei più importanti luoghi preistorici dell’umanità nel mondo. Armato del suo banco ottico analogico, è andato alla ricerca di un rapporto tra il tempo umano e il tempo geologico. Con l’esplorazione della Grotta dei Cervi, in sinergia con la Soprintendenza, ha finalmente avuto accesso al più grande e meglio conservato sito neolitico del Mediterraneo. Situata lungo la costa salentina, la grotta racchiude uno dei più complessi e ricchi tesori d’arte rupestre, ad oggi ad accesso limitato per la delicatezza dei graffiti e il microclima sensibile, preservando intatto il suo enigma millenario. Il Teatro del Tempo, come suggerisce il suo nome”, conclude Spinelli nel suo testo ad accompagnamento del progetto, “si interroga su questa sovrapposizione di epoche e significati, su cosa dimostri oggi confrontarsi con un luogo tanto remoto e simbolico. Uno spazio che ci parla di sopravvivenza, ritualità e memoria collettiva. La grotta diventa metafora della nostra condizione contemporanea, in bilico tra l’oscurità dell’incertezza e il desiderio di luce e comprensione. Le immagini di Milella si dispongono come il percorso di un racconto senza tempo, connettendo epoche, immaginari e saperi”.