Roger Ballen / Mohamed Keita

Informazioni Evento

Luogo
MATTATOIO
Piazza Orazio Giustiniani 4 , Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Dal martedì alla domenica 11.00 – 20.00 - Ingresso gratuito
Chiuso il lunedì. L’ingresso è consentito fino a un’ora prima della chiusura

Biglietti

ingresso libero

Artisti
Roger Ballen, Mohamed Keita
Curatori
Alessandro Dandini de Sylva, Carmen Pilotto
Uffici stampa
PALAEXPO
Generi
arte contemporanea, doppia personale

Due mostre: “Roger Ballen. Animalism” e “Porto Roma. Mohamed Keita”.

Comunicato stampa

Roger Ballen: Animalism
Padiglione 9A, Mattatoio di Roma
27 maggio – 27 luglio 2025

A cura di Alessandro Dandini de Sylva in collaborazione con Marguerite Rossouw
Installazione sonora di Cobi van Tonder

Dal 27 maggio al 27 luglio 2025, il Padiglione 9a del Mattatoio di Roma presenta Roger Ballen Animalism, promossa da Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e da Azienda Speciale Palaexpo, organizzata da Azienda Speciale Palaexpo in collaborazione con ISTMO, a cura di Alessandro Dandini de Sylva in collaborazione con Marguerite Rossouw e con un'installazione sonora di Cobi van Tonder.

Roger Ballen (nato a New York nel 1950, vive da oltre quaranta anni in South Africa) è uno dei maggiori e più noti fotografi contemporanei. Con Animalism, una ricerca che conduce da oltre due decenni, esplora il rapporto profondo e spesso inquietante tra esseri umani e animali. Le immagini in mostra sfumano il confine tra comportamento umano e animale, mettendo in discussione la natura stessa di questa distinzione. Pensata per lo spazio espositivo del Mattatoio di Roma – un ex macello dove un tempo venivano uccisi gli animali per l’alimentazione degli umani – la mostra è concepita come un’unica installazione: un teatro tipicamente “ballenesco”, in cui regnano l’assurdo e gli istinti primordiali. Il Mattatoio stesso, simbolo di violenza storica e del dominio umano sugli animali, diventa parte dell’opera, reinventato come spazio di riflessione.

La mostra si snoda in tre ambienti offrendo un'esperienza immersiva e al contempo contemplativa dei lavori di Ballen: si passa da un luminoso spazio introduttivo in cui è esposta una selezione di ventuno fotografie realizzate tra il 1996 e il 2016, a un spazio oscuro centrale animato da otto proiettori che presentano, in modo asincrono, oltre ottanta fotografie appartenenti ai principali progetti di Ballen, tra cui Outland, Shadow Chamber, Boarding House, Asylum of the Birds e Roger’s Rats; per giungere, infine, allo spazio caratterizzato da quattro lightbox e da una video-animazione della serie Apparitions. L’ambiente centrale del Padiglione, immerso nell’oscurità, è concepito per coinvolgere e avvolgere i visitatori e le visitatrici. Le fotografie disposte cronologicamente, dall’ingresso verso il fondo, tracciano un percorso che riflette l’evoluzione del linguaggio visivo dell’artista: da una pratica più propriamente documentaria a un’intensa messa in scena dello spazio fotografico, fino alle creazioni più sperimentali e di impatto pittorico.

Attraverso composizioni surreali e un’oscura assurdità, Animalism rivela come l’animale sia al tempo stesso una presenza esterna e una parte intrinseca della psiche umana, svelando le profonde connessioni tra civiltà e natura selvaggia.

La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Quodlibet, disegnato da Filippo Nostri, con una conversazione tra Roger Ballen e il curatore Alessandro Dandini de Sylva e le tavole di tutte le immagini esposte.

Infine, Roger Ballen, che ha più volte dichiarato la sua ammirazione e il suo debito artistico nei confronti di Mario Giacomelli, è presente, in un dialogo diretto, nel percorso espositivo della mostra “Mario Giacomelli. Il fotografo e l’artista” visitabile a Palazzo Esposizioni Roma dal 20 maggio al 3 agosto 2025. Dal 5 giugno al 30 settembre 2025, inoltre, Ballen parteciperà con l’installazione di una sua capanna alla quarta edizione del Festival des cabanes 2025 in programma presso l’Accademia di Francia a Roma -Villa Medici.

Roger Ballen
Artista americano, Roger Ballen vive e lavora in Sudafrica dal 1982. Considerato uno dei fotografi più influenti del XXI secolo, il suo lavoro è stato esposto in numerose istituzioni internazionali e fa parte di importanti collezioni museali, tra cui il Victoria and Albert Museum di Londra, il Centre Pompidou di Parigi e il Museum of Modern Art di New York. La sua ricerca, caratterizzata da un'estetica unica che fonde fotografia, disegno e installazione, rivela un universo surreale e spesso inquietante, popolato da personaggi freak, ambientazioni claustrofobiche e simbolismi enigmatici. Le sue immagini testimoniano viaggi nell'abisso della psiche umana, dove realtàà e sogno si mescolano in un intreccio complesso di significati e interpretazioni. Roger Ballen è rappresentato dalla galleria BUILDING di Milano, in Italia.

Alessandro Dandini de Sylva
Curatore, editore e artista italiano, Alessandro Dandini de Sylva ha curato numerose mostre e pubblicazioni dedicate alla fotografia contemporanea in istituzioni nazionali come il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma, il Museo Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano di Roma e il Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro. É fondatore di Aniene, un progetto editoriale dedicato alla città di Roma in collaborazione con il designer Filippo Nostri, e di Istmo, uno studio di ricerca visiva per organizzazioni industriali che combina fotografia contemporanea, documentazione di progetti di tecnologia avanzata e sperimentazione artistica.

Marguerite Rossouw
Direttrice artistica dello studio di Roger Ballen da diciotto anni, ha partecipato in modo intimo a tutti gli aspetti creativi del suo lavoro, dalla creazione delle immagini fotografiche alle installazioni e ai film. In particolare, ha dato un contributo significativo ai progetti più seminali di Ballen, tra cui Boarding House, Asylum of the Birds, Theatre of Apparitions, Roger the Rat e la sua prossima pubblicazione con Thames & Hudson, Spirits and Spaces.

Cobi van Tonder
Compositrice, artista e ricercatrice sudafricana, Cobi van Tonder crea installazioni sonore immersive che esplorano la relazione tra suono, spazio e percezione. Il suo lavoro sull’acustica e la musica microtonale è stato presentato in numerosi festival e istituzioni internazionali, ricevendo riconoscimenti per l'innovazione e la ricerca nel campo della musica elettronica e dell'arte sonora. Ha conseguito un PHD in composizione musicale presso il Trinity College di Dublino, un MFA in pratiche artistiche a Stanford e un BHons in musicologia presso la University of the Witwatersrand di Johannesburg.

PORTO ROMA
di Mohamed Keita

Padiglione 9B, Mattatoio di Roma
27 maggio – 27 luglio 2025

a cura di Carmen Pilotto

Dal 27 maggio al 27 luglio 2025, il Padiglione 9b del Mattatoio di Roma presenta PORTO ROMA di Mohamed Keita, promossa da Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e da Azienda Speciale Palaexpo, organizzata da Azienda Speciale Palaexpo, a cura di Carmen Pilotto.

La mostra racconta la città di Roma attraverso lo sguardo unico di Mohamed Keita, giovane fotografo nato in Costa d’Avorio che oggi vive e lavora tra Roma e Bamako (Mali).
Le sue immagini, estranee ai luoghi comuni e alle rappresentazioni patinate, conducono in un universo di dettagli nascosti, paesaggi urbani intimi e presenze umane che narrano storie di quotidianità e resilienza.

Visitatori e visitatrici sono invitati a immergersi nel continuo vagare di Keita per Roma, alla ricerca del soggetto da immortalare, per scoprirla a misura d’uomo, con le sue imperfezioni, meraviglie e segreti.

Il titolo della mostra, Porto Roma, rispecchia la visione personale del fotografo, restituendo al pubblico la Roma vissuta da Keita attraverso la sua ricerca: non solo città eterna ma porto dell'anima, dove l'antico dialoga col presente, l'umanità si fonde col silenzio degli spazi.
La mostra, nel suo insieme, è un ritratto di Roma: porto d’accoglienza, luogo aperto a chi arriva da fuori, come è accaduto al fotografo, ma anche punto di partenza per chi la lascia, come i romani che sono andati via; luogo in cui il tempo scorre e si intreccia con le vite di chi vi abita e vi transita, al contempo casa, rifugio e palcoscenico di incontri.

Il percorso espositivo inizia con alcune delle fotografie realizzate da Keita durante i primi dieci anni trascorsi a Roma e raccolte nel volume Roma 10/20. La mostra prosegue con la sua più recente ricerca fotografica, Prima-Dopo, che documenta il suo incessante ritorno negli stessi luoghi per coglierne mutamenti e suggestioni: ogni fotografia diventa una meditazione sul tempo e sui cambiamenti che trasformano i luoghi, sulle ombre fugaci che raccontano storie diverse, sui volti che si confondono nel paesaggio, ridefinendolo. Il suo sguardo di flâneur trasforma ogni scorcio urbano in un'opera da contemplare. La spontaneità dello scatto, il gioco di luci e ombre, i dettagli spesso trascurati diventano elementi chiave della sua poetica visiva.

I ritratti presentati sono punti cardine di una mappa artistica e personale della capitale. Attraverso questi scatti Roma si svela nella sua complessità e ricchezza culturale, offrendo un contenuto autentico e in continua evoluzione. Il punto di partenza simbolico è la Stazione Termini, luogo chiave per Keita, essendo stato il primo spazio vissuto al suo arrivo a Roma. La sua prima fotografia è stata scattata proprio qui, e il progetto rilegge i luoghi della sua esperienza romana, espandendosi dal centro alle periferie, raccontando una città profondamente stratificata e multietnica.
Porto Roma nasce invece dall’urgenza di documentare i cambiamenti dei luoghi e delle cose giorno dopo giorno. Keita ritorna ripetutamente negli stessi posti, catturandone le trasformazioni e gli effetti della luce e del passare del tempo sul paesaggio urbano, mettendo in dialogo passato e presente.

Biografia
Mohamed Keita, nato in Costa d’Avorio, è un giovane fotografo che oggi vive e lavora tra Roma e Bamako (Mali). Ha studiato presso l’Istituto Cine-TV Roberto Rossellini e la scuola di fotografia Exusphoto. La sua carriera artistica è iniziata precocemente: ha iniziato a collaborare con diverse associazioni, fondazioni e scuole come Action for Children in Conflict, Fondazione Pianoterra ETS e Fondazione Paolo Bulgari. I suoi lavori fotografici sono stati esposti in molti contesti culturali, sia in Italia che all’estero, tra cui il Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, il MACRO di Roma e gli Istituti Italiani di Cultura di Londra e New York. Tra le mostre personali possiamo ricordare Piedi, scarpe e bagagli presso la Camera dei deputati di Roma nel 2012, La mostra che non esiste (La mostra che non c’è) al Complesso del Vittoriano di Roma nel 2014, Refugees presso l’Istituto Francese di Cracovia nel 2017, Nel pensiero, nello sguardo presso il MAD - Murate Art District di Firenze nel 2019 e Donne e ragazze nell'Africa subsahariana presso United Nations Headquartered di New York nel 2022. Tra le mostre collettive possiamo menzionare invece Portraits per la XIII edizione di Fotografia - Festival Internazionale di Roma al Museo MACRO nel 2014, Rothko in Lampedusa presso il Palazzo Querini a Venezia nel 2019 e La memoria del dolore presso il Museo Nazionale Romano Terme di Diocleziano a Roma nel 2021, la partecipazione a Photolux Festival di Lucca nel 2019 e al Verzasca Photographic Festival di Sonogno nel 2019.

Ha ricevuto vari premi come il premio young/old photographer al Festival PhC-CapalbioFotografia,
assegnato da Josef Koudelka nel 2015, il premio SUFA (Stand Up For Africa), fondato da Paolo Fabiani e Rossella Del Sere, nel 2019, e il premio come miglior fotografo per l’Universities Network for Children in Armed Conflict nel 2021. Ha inoltre partecipato a diversi workshop, tra i quali Seeds for Future Memories a Tambacounda, in Senegal, nel 2018, e Caleidoscopio, sguardi luccicanti con Mohamed Keita, al Museo Pecci di Prato nel 2018 e 2019.

Tra i suoi progetti principali troviamo lo Studio KENE, un laboratorio di fotografia permanente fondato a Bamako, in Mali, nel 2017, e a Roma nel 2022. Questo laboratorio nasce dall’idea di restituire quanto lui aveva appreso ad altri giovani in Africa, per offrire un’alternativa alla strada e al viaggio. La fotografia per Keita si basa soprattutto su un’idea di condivisione, motivo per cui questo spazio non è solo un laboratorio fotografico, ma anche uno spazio di condivisione e relazione sociale.