Romina De Novellis – Architetture Terrone

Attraverso la gestualità contro-rituale delle sue performance di lunga durata, Romina De Novellis evidenzia, scardina e smembra visioni e formae mentis binarie e patriarcali insite nel pensiero contemporaneo.
Comunicato stampa
Architetture Terrone: ripensare lo spazio, la geografia e il territorio di una cultura stigmatizzata, tradizionalmente legata alla terra.
È a partire da un’affermazione forte e puntuale che Romina De Novellis (Napoli, 1982), artista visiva, performer, ricercatrice e antropologa con radici mediterranee, ma attiva da molti anni a Parigi, intende dare forma alla sua esposizione personale presso la sede veneziana della Galleria Alberta Pane.
Attraverso la gestualità contro-rituale delle sue performance di lunga durata, Romina De Novellis evidenzia, scardina e smembra visioni e formae mentis binarie e patriarcali insite nel pensiero contemporaneo.
In Architetture Terrone particolare attenzione è posta su strutture fragili ed effimere che nelle performance dell’artista si fanno strumento visivo e cognitivo per ripensare il Sud e l’oppressione di genere. Mediante un approccio eco-femminista, Romina De Novellis denuncia infatti le costrizioni della società, dirompe i paradigmi di genere e interroga il rapporto uomo-natura.
In un percorso retrospettivo, l’esposizione intende mettere in luce, in modo particolare attraverso strutture installative di diversa natura, alcune delle performance più significative che l’artista ha realizzato negli ultimi quindici anni; una serie di dispositivi labili e temporanei si fanno quindi strumento visivo per ripensare lo spazio e le costrizioni e limitazioni a esso associate. Queste strutture, prive della presenza del corpo che le ha occupate, sono messe in relazione con video e fotografie: tracce essenziali dell’attività performativa di Romina De Novellis.
Il lungo corridoio d’ingresso della galleria accoglie infatti il visitatore con una sequenza ritmata di piccole fotografie che documentano tutte le performance realizzate dall’artista dal 2009 al 2024; la mostra prosegue nello spazio espositivo principale dove installazioni, video e fotografie di grandi dimensioni dialogano tra loro.
Tra i progetti esposti, Del maiale non si butta via niente (2022), presentato per la prima volta al Jeu de Paume di Parigi, propone una riflessione critica sulla produttività dell’industria agroalimentare, mettendo in relazione il corpo femminile e quello animale in una dimensione di co-presenza e, al contempo, di assenza.