A Milano c’è un bosco verticale nascosto e ai suoi piedi una mostra di inediti di Schifano
È aperta solo fino al 19 maggio la mostra ospitata presso Spazio Roseto in Corso Garibaldi 95 da cui è anche possibile scoprire un'architettura contemporanea inattesa nel bel mezzo della Milano più antica
Ha inaugurato lo scorso 17 aprile 2024 e sarà visitabile per appena un mese (fino al 19 maggio) la mostra (con oltre 20 tele degli Anni ’60 ancora mai esposte) dedicata a uno dei più noti artisti italiani del dopoguerra: Mario Schifano (Homs, Libia, 1934 – Roma, 1998). La mostra è a cura di Monica Schifano (compagna dell’artista) e Marco Meneguzzo. E l’occasione, ospitata da Spazio Roseto in via Garibaldi 95, offre anche la possibilità di osservare un nuovo edificio di Milano da un punto di vista segreto.
La mostra su Mario Schifano allo Spazio Roseto a Milano
È un ex convento seicentesco ristrutturato quello che oggi ospita la mostra su Mario Schifano con opere realizzate tra il 1966 e il 1968 fino a ora inedite e provenienti da varie collezioni private, alcune delle quali di proprietà della nuova società Roseto e Harves, sostenuta dalla holding leader nel settore immobiliare e creditizio Hopafin, che promuove l’esposizione proprio negli spazi della sua sede. Dal cortile di Spazio Roseto è visibile un edificio di 10 piani di nuova costruzione (realizzato dallo studio Arassociati) che si distingue per terrazzi lineari ospitanti giardini pensili, che ricordano il poco lontano bosco verticale di via Gaetano de Castillia e un atteggiamento ‘botanico’ che è molto frequente nelle terrazze e negli attici milanesi.
La mostra su Mario Schifano a Milano. Per la prima volta opere inedite insieme in un’unica narrazione
“Un unicum, una prospettiva assolutamente nuova nella pur vastissima serie di mostre dedicate all’artista con opere di grandi dimensioni, realizzate appositamente per personaggi che come lui stavano vivendo le stesse sensazioni, e mai più esposte da allora”, esordisce il curatore e membro della commissione dell’Archivio Opere Schifano Marco Meneguzzo. Sono Inevitabile viaggio a Marrakesh, Compagni (bacio), Oasi (o Palme) e Tutte stelle alcune delle opere presentate mai viste e nemmeno fotografate fino a oggi. In particolare, quest’ultimo, è un lavoro composto da 8 tele concepite (nel 1967) per coprire pareti e soffitto di un soppalco nella casa a Roma della principessa Patrizia Ruspoli, fedelmente riprodotto in mostra: Schifano, tra moti poetici di stelle (di diverse dimensioni e colori) ed esaltazione dei sensi, crea un portale immersivo ispirandosi a esperienze personali (la sua infanzia in Libia, tra notti di stelle e palme), visioni psichedeliche e miti ed esplorando le dimensioni oniriche e immaginifiche della realtà. L’opera è accompagnata in catalogo da una fotografia di raro valore che ritrae la principessa fra i dipinti murali di stelle alla fine degli Anni ’60.
La mostra su Mario Schifano a Milano. Tra cambiamenti del costume e contestazione politica
“La mostra riguarda un periodo breve e intenso di Schifano, che lo vedeva da un lato impegnato a vivere, a condividere e a registrare in pittura i cambiamenti nel costume – a partire dalla conquistata libertà nelle relazioni e dalla liberazione sessuale – dall’altra a sondare i movimenti della contestazione politica, a partire dagli slogan di ispirazione maoista. Tra il 1966 e il 1970 Schifano vive la sua personale rivoluzione producendo cicli di opere come “Oasi” (più noto come “palme”) e “Compagni Compagni” esplicito riferimento alla contestazione del ’68”, continua Meneguzzo. È una palma su fondo rosso e stelle Oasi del 1967, mentre nella serie Compagni Compagni del 1968 – tra cui Compagni (bacio) è esposto per la prima volta – emerge la cronaca del tempo raccontando l’energia, la vitalità e l’azione di quegli anni in sagome che ne rivelano le icone. A questi si aggiunge il polittico Inevitabile viaggio a Marrakesh sempre del 1968, anno in cui visitò la città (dall’atmosfera intensa e vibrante) che segnò profondamente tutta la sua produzione artistica successiva.
Caterina Angelucci
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