Eppur si muove – Luca Arena

Informazioni Evento

Luogo
FOURTEEN ARTELLARO
piazza Figoli 14 , Tellaro, Italia
Date
Dal al
Vernissage
26/11/2017
Artisti
Luca Arena
Curatori
Gino D’Ugo
Generi
arte contemporanea, personale
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Per la rassegna “Eppur si muove” curata da Gino D’Ugo, inaugura presso lo spazio Fourteen ArTellaro, l’esposizione di Luca Arena Sprawl / spazi abitativi.

Comunicato stampa

Al primo colpo d’occhio le fotografie di Luca hanno immediatamente evocato nella mia mente Luigi Ghirri ed Edward Hopper, per la solitudine dei soggetti - oggetti. In Ghirri maggiormente per una forma di ambiguità del paesaggio, in Hopper per la sua inclinazione verso il soggetto architettonico. Ma del primo è assente una peculiare forma di malinconia nel soggetto; del secondo l’atmosfera d’attesa che luoghi e persone sembrano avere. L’immagine di Luca Arena ha un terzo tempo: la solitudine del soggetto nelle sue foto richiama ad un bisbigliare fuori campo, come a dire che c’è qualcuno quaggiù. In alcuni casi il bisbiglio diventa il brusio di una moltitudine. L’interesse specifico per l’architettura richiama sì ad un immaginario del consumo ma ha anche la curiosità specifica per la gentrificazione, lo spostamento degli uomini e il loro strano e differente modo di vivere. Luci fredde e taglienti a sottolineare la forma delle residenze che si innestano nel paesaggio.

Nell’allestimento per Fourteen Luca Arena tratta la materia prima fotografica con decisa geometrizzazione della parete di fondo utilizzando la strategia della sproporzione degli ambienti in cui gli uomini vivono e ne ricostruisce una proporzione sistematica restituendone la loro disuguaglianza.
Lo stretto dilatabile degli elementi che s’innestano nello smisurato paesaggio fanno da contraltare alla grande immagine del palazzo popolare di Berlino, dove il massiccio di cemento contiene piccole unità abitative e una moltitudine di persone.

“La percezione fotografica del mondo esterno non si realizza solo nella visione degli oggetti, ma, principalmente, nella percezione delle varie sfumature di colore che lo costituiscono. Nel mio caso, sono fortemente attratto dai colori vivaci degli oggetti che risaltano sulle sfumature dello sfondo.
Quando mi trovo per la prima volta davanti a un nuovo paesaggio, da daltonico quale sono, ho da subito il dubbio su quale siano i colori che mi circondano. Mi hanno insegnato che gli alberi hanno il tronco marrone e la chioma verde e che il prato è verde, quindi nel momento in cui vedo un elemento a me familiare e che ho già incontrato, come per l’appunto un albero in un prato, gli associo immediatamente il colore che ho memorizzato sfruttando la memoria dei colori e la posizione in cui si trova. La vera sfida è riuscire ad allargare tale ventaglio di colori e quindi percepire le sfumature.”