Anticorpi

Informazioni Evento

Luogo
SPAZIO TECNE CUBE
piazza Crispi , Cosenza, Italia
Date
Dal al
Vernissage
25/02/2017

ore 18,30

Curatori
Roberto Sottile
Generi
arte contemporanea, doppia personale
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Anticorpi è un progetto espositivo caratterizzato da una forte denuncia sociale e morale.

Comunicato stampa

“l’artista è un anticorpo che la società crea contro il potere”
- Fabrizio De Andrè -
Sabato 25 febbraio alle ore 18.30 presso lo spazio espositivo Tecne Cube di Cosenza (Piazza Crispi 9) gli artisti Angelo Gallo e Stefano Pullano saranno i protagonisti di Anticorpi, mostra a cura del critico d’arte Roberto Sottile. L’appuntamento, promosso dall’Associazione Tecne fa parte di una serie di iniziative dedicate all’arte contemporanea con artisti provenienti da tutto i territorio regionale e nazionale, che nella loro ricerca artistica affrontano tematiche sociali di denuncia intesa come momento di riflessione e confronto.
Anticorpi è un progetto espositivo caratterizzato da una forte denuncia sociale e morale. L’artista si pone non più e non solo come osservatore sopra le parti, di una società complessa e spesso incoerente, ma diventa protagonista, attraverso la sua arte, di quella realtà in cui vive, con l’intento di generare una discussione, una riflessione che aiuti lo spettatore ad affrontare la società; ad osservarla con i suoi occhi che diventando anticorpi contro il potere di quella stessa società che lo ha generato. Un progetto espositivo che vede l’incontro e il dialogo e la comprensione dei linguaggi degli artisti Angelo Gallo e Stefano Pullano. La mostra diventa quindi un pretesto per una denuncia nei confronti dell’indifferenza di una società sempre più infettata dai virus di una contemporaneità priva della “bellezza” del pensiero e della forza dell’immagine. Una società che fa fatica a ristabilire nell’organismo del tessuto sociale la giusta temperatura emozionale, che attraverso i lavori in mostra, ritrova uno spiraglio, una cura, che risiede nel potere dell’arte e della sua comunicazione visiva e concettuale.
Gli artisti arrivano a questa diagnosi riuscendo in prima persona a mettersi in gioco attraverso un percorso di rivoluzione della propria poetica, concretizzata da una ricerca introspettiva che ha segnato nel loro percorso una crescita e una maggiore consapevolezza del valore e della capacità di denuncia dell’arte, lasciando comunque libero lo spettatore di godere visivamente di un progetto costruito con avvezze capacità tecniche e stilistiche.
Da una parte c’è Angelo Gallo, che demolisce gli schemi di una società precostituita usando quelle strutture di narrazione visiva che sono alla base di quella stessa società , e dall’altra parte Stefano Pullano che scardina quel contesto di apparente anonimato con un vigore concettuale e visivo di forte impatto emozionale. Un dibattito ed una discussione artistica che si amalgama perfettamente con una ricerca sperimentale costruita con una forte conoscenza tecnica che non diventa mai leziosa ed artefatta.
Angelo Gallo ci propone dei lavori che sono la conseguenza di un ragionamento dei linguaggi di una società contemporanea assuefatta ai deliri dei codici di comportamento e di appartenenza, che a tutti i costi vuole imporre un nuovo valore alla cultura e alla morale, riuscendo, a far dialogare l’immagine razionale con una riflessione più profonda che prende forma in storie capaci di essere lette e decifrate ad ogni latitudine.
Stefano Pullano diventa con i suoi lavori custode di quei deliri contemporanei che ci vengono restituiti con una visione artistica a tratti irriverente, mai banale, capace di creare accordo tra quel processo che vede da una parte competere la destrutturazione dell’immagine, l’evoluzione gestuale che diventa intesa visiva, consonanza ed armonia, con quella forza artistica-espressiva che traduce in una forte denuncia sociale quell’immagine.
Angelo e Stefano si propongo attraverso Anticorpi, come interpreti e traduttori di una verità autentica, ma non assoluta, che va assorbita e compresa. Per fare questo spogliano quella società dal dovere dell’apparenza, consegnandocela priva di strutture illogiche concepite dai “mercati” del nostro tempo presente. Il risultato diventa autentico. Diventa impegno, poesia, concepimento di una riflessione priva di abusi, che vive e si alimenta con, e per mezzo, e attraverso la potenza dell’arte.

Roberto Sottile
Critico d’Arte