Luigi Ghirri – L’immagine impossibile / Danilo Bucchi

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA POGGIALI
Via Della Scala 35A, Firenze, Italia
Date
Dal al

Martedì – sabato 10 – 13 /15.00 -19

Vernissage
19/10/2014

ore 18.30

Artisti
Luigi Ghirri, Danilo Bucchi
Curatori
Angela Madesani
Uffici stampa
SILVIA MACCHETTO
Generi
fotografia, personale
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La mostra propone un’antologia di oltre venti fotografie di uno dei più importanti maestri della fotografia del XX secolo: Luigi Ghirri. In contemporanea con la rassegna antologica dedicata a Ghirri, la galleria Poggiali e Forconi presenta, nel suggestivo spazio della sua project room, Monochrome la personale dell’artista romano Danilo Bucchi che espone per la prima volta a Firenze.

Comunicato stampa

GALLERIA POGGIALI E FORCONI
LUIGI GHIRRI - L'IMMAGINE IMPOSSIBILE
A cura di Angela Madesani

PROJECT ROOM
DANILO BUCCHI - MONCHROME
Testo critico a cura di Angela Madesani

Inaugurazione sabato 18 ottobre 2014 ore 18.30
18 ottobre 2014 – 20 gennaio 2015

La Galleria Poggiali e Forconi di Firenze presenta una rassegna dedicata a Luigi Ghirri (1943-1992) a cura di Angela Madesani.
La mostra propone un’antologia di oltre venti fotografie di uno dei più importanti maestri della fotografia del XX secolo: un artista, un teorico dell’arte, un organizzatore culturale, un editore, un protagonista fondamentale del panorama della fotografia e dell’arte in Italia a partire dagli anni Settanta.
Le immagini selezionate per questa rassegna, datate fra gli anni Settanta e l’inizio degli anni Novanta, provengono da alcune serie dell’artista emiliano, in particolare da Piazza Betlemme, Il giardino di tutti, Paesaggio italiano; sono inoltre presenti alcune immagini provenienti da altri cicli di lavori come Topographie - Iconographie, Still Life, I Teatri di Reggio Emilia, Il Museo dell’Astronomia di Bologna.

Luigi Ghirri ha iniziato a utilizzare la fotografia dalla fine degli anni Sessanta durante alcuni viaggi. Fortemente interessato al mondo dell’arte concettuale ha, ben presto, dato vita a un suo linguaggio, immediatamente riconoscibile, in cui, attraverso una sorta di presunta normalità, è riuscito a porre in luce le icone della contemporaneità, elementi portanti dell’immaginario collettivo.
Nel corso degli anni, l’artista emiliano ha continuato ad approfondire in particolare i concetti legati al linguaggio stesso, per realizzare un corposo gruppo di immagini, poi confluite tra le altre nelle raccolte Still life e Topographie-Iconographie, di cui alcune opere sono presenti in mostra.

Protagonisti della personale dedicata all’artista emiliano, sono soprattutto i paesaggi e l’architettura, costanti dell’iconografia ghirriana in cui l’orizzonte è come ampliato. Le prospettive mostrate da Ghirri sono reali, ma anche artificiali, in una dimensione di apparente quanto gradevole semplicità, a cui tutti si possono accostare con facilità.
La fotografia di Ghirri ha infatti, - come scrive Angela Madesani nel testo critico della mostra - il potere di variare i rapporti con il reale evocando una naturalità illusoria come ad esempio nella serie di Piazza Betlemme (documentazione di un ciclo pittorico costituito da una serie di tromphe-l’oeil eseguiti tra il 1990-1992 da Gino Pellegrini a San Giovanni in Persiceto.) Qui, in un ironico gioco percettivo, il vero protagonista per il fotografo di Scandiano, è il concetto stesso di riproduzione dell’immagine che porta Ghirri all’appropriazione dello spazio fino a metabolizzarlo e a renderlo proprio.

Nelle fotografie presentate, centrale è la presenza di immagini dedicate ai giardini; specialmente a quelli di Reggio Emilia, di cui sono in mostra alcuni scatti, che funzionano come una sorta di inventario. Lo stesso Ghirri, infatti, definisce il giardino come “un enorme abbecedario della natura, come il luogo appartato, nelle città, dove si mescolano in una misteriosa sospensione tempo e spazio, organizzazione razionale e forme libere”.1.
I suoi paesaggi superano gli stereotipi stilistici più comuni e l’identità della sua ricerca si pone in rapporto ai mutamenti radicali del mondo contemporaneo che Ghirri ha vissuto con grande intensità percependo con sottile intelligenza anche le trasformazioni che sarebbero avvenute dopo la sua scomparsa.

In occasione della mostra verrà realizzato un catalogo con testi a cura di Angela Madesani edito dalla Galleria Poggiali e Forconi

1.L. Ghirri, Le dolci lettere in a cura di W.Baricchi e P.Cardelli, Il giardino di tutti Storia dei Giardini Pubblici di Reggio Emilia, Comune di Reggio Emilia, Assessorato alla Cultura, Biblioteca Panizzi, 1991; p.87.

Luigi Ghirri nasce a Scandiano (Reggio Emilia) nel 1943 e si spegne a Roncocesi (Reggio Emilia) nel 1992.
Considerato tra gli autori più importanti e influenti nel panorama della fotografia contemporanea, inizia il suo lavoro nel 1970 sulla base di un approccio maturato all'interno dell'arte concettuale e le sue ricerche lo portano ben presto a essere noto sulla scena internazionale. Nel 1973 realizza “Atlante” e tiene la prima mostra personale a Modena. Nel 1975 è tra le "Discoveries" del Photography Year di "Time-Life" e partecipa all'esposizione Photography as Art di Kassel. Nel 1977 fonda insieme a Paola Borgonzoni e Giovanni Chiaramonte la casa editrice Punto e Virgola, per i tipi della quale pubblica, in Italia e in Francia, Kodachrome (1978) frutto di una ricerca intrapresa all’inizio del decennio.
Nel 1979 il CSAC dell’Università di Parma gli dedica una grande
mostra monografica.
Nel 1982 è invitato all’esposizione “Fotographie 1922-1982” alla Photokina di Colonia. L’anno seguente la rivista “Lotus
International” gli affida l’incarico di fotografare il cimitero di Modena di Aldo Rossi. Inizia ora un intenso lavoro finalizzato all’analisi dell’architettura e del paesaggio italiano realizzando volumi su Capri (1983), con Mimmo Jodice, l’Emilia Romagna (1985-1986), Aldo Rossi (1987); collabora inoltre stabilmente con la rivista “Lotus International”. Svolge anche un’importante opera di organizzazione di progetti espositivi, tra cui “Iconicittà”(1980) al PAC di Ferrara, “Penisola”(1983) al Forum Stadtpark di Graz, “Viaggio in Italia” (1984), mostra itinerante, e “Descrittiva” (1984) per il Comune di Rimini. Nel 1985 porta a termine un lavoro sulla Città Universitaria di Piacentini, l’anno successivo intraprende il progetto di lettura del paesaggio padano “Esplorazioni lungo la via Emilia”. Nel 1988 viene pubblicato il volume “Il Palazzo dell’Arte“, di A.C. Quintavalle, corredato da una sua ricerca fotografica sui principali musei italiani e stranieri.
Nel 1989 concepisce il progetto “Paesaggio Italiano”, una monografia, pubblicata in occasione della mostra tenuta a Reggio Emilia, portata poi a Mantova e quindi in ’America del Sud presso varie sedi dell’Istituto Italiano di Cultura. Il progetto, un vero e proprio libro d’artista, si propone come un momento fondamentale della poetica di Ghirri perchè definisce l’inscindibile connubio tra paesaggio esterno e paesaggio interno, esplicitando il meccanismo della visione su cui è basata la sua opera, in cui al sedimentarsi della memoria egli attinge per associazioni d’idee innescando così una nuova possibilità immaginativa per creare una sua personalissima “geografia sentimentale” del paesaggio. Nel 1991 conclude un lavoro su Giorgio Morandi, che lo aveva impegnato per due anni.
I suoi lavori sono conservati presso varie realtà museali nel mondo, tra cui: Stedelijk Museum (Amsterdam), Musée-Château (Annecy), Musée de la Photographie Réattu (Arles), Polaroid Collection (Cambridge, Massachusetts), Musée Nicéphore Niépce (Chalon-sur-Saòne), Museum of Fine Arts (Houston), Museo di Fotografia Contemporanea (Cinisello Balsamo, Milano), Archivio dello Spazio - Amministrazione Provinciale (Milano), Galleria Civica (Modena), Canadian Centre for Architecture - Centre Canadien d'Architecture (Montreal), Museum of Modern Art (New York), Cabinets des estampes - Bibliotèque Nationale (Paris), Fond National d'Art Contemporain (Paris), Collezione Fnac (Paris), Centro Studi e Archivio della Comunicazione (Parma), Biblioteca Panizzi -Fototeca (Reggio Emilia), Palazzo Braschi -Archivio Fotografico Comunale (Roma).

PROJECT ROOM
DANILO BUCCHI - MONOCHROME

In contemporanea con la rassegna antologica dedicata a Ghirri, la galleria Poggiali e Forconi presenta, nel suggestivo spazio della sua project room, Monochrome la personale dell’artista romano Danilo Bucchi che espone per la prima volta a Firenze.
La mostra presenta le ultime opere di Bucchi, realizzate appositamente per la galleria con la particolarissima tecnica di pittura che contraddistingue l’artista romano, resa attraverso un marcato segno grafico che resta inseparabilmente legato ad un’attenta ricerca formale e stilistica
Le sue opere più note, sono infatti costituite da linee nere che vanno a costruire figure, pupazzi stilizzati, piccole case e segni. Per farlo utilizza non un pennello ma una siringa, dotata di aghi più o meno sottili che danno per Bucchi una maggiore precisione e continuità del tratto rispetto al pennello. La sua pittura appare, quindi, quasi come una sorta di scrittura, tanto che lui stesso afferma: <>
E proprio per questa sua peculiare tecnica di pittura che Bucchi ha compiuto lunghe ricerche sui materiali per preparare le sue tele in modo far diventare la tessitura il più possibile simile alla texture di un foglio di carta: le rende bianche, pure, impenetrabili nella trama allo smalto, in modo che il tratto lasciato dalla siringa sia preciso e senza sbavature.
Il segno per l’artista romano è, infatti, un elemento primario della sua ricerca che si contorna soltanto di pochi non colori: il bianco e il nero ai quali a volte aggiunge il rosso intenso e drammatico. Pochi tratti, a volte leggeri, a volte più spessi, che vanno a creare un mondo di figure e situazioni in cui il segno, come scrive Angela Madesani nel suo testo critico “è un elemento primario dell’alfabeto pittorico, che si espone nella sua nudità”.

In occasione della mostra verrà realizzato un catalogo con testi a cura di Angela Madesani edito dalla Galleria Poggiali e Forconi

Danilo Bucchi nasce a Roma nel 1978. Studia tecniche del disegno e della Pittura alla Accademia di Belle Arti di Roma.
Dal 1998 al 2001 si dedica alle scenografie di film e al mondo pubblicitario, assorbendo modelli creativi e attitudini espressive che plasmeranno i suoi codici figurativi. Poi è la volta di un master in fotografia, linguaggio che influenzerà le sue soluzioni pittoriche, soprattutto nelle inquadrature, nei tagli di prospettiva, nei contrasti tra corpi e fondali.
Mostre personali: 2013 “ANTONIO MARRAS+DANILO BUCCHI Insieme siamo altro” a cura di Gianluca Marziani _Palazzo Collicola Arti Visive, Spoleto“DANILO BUCCHI” a cura Gianluca Marziani, EMMEOTTO Gallery_Roma. 2012 “THE DOLLS” a cura di Sabiana Paoli, Sabiana Paoli Art Gallery, Singapore;“COLLICOLA ON THE WALL-SOCIAL CUBE” a cura di Gianluca Marziani, Palazzo Collicola Arti Visive, Spoleto. 2011 “DANILO BUCCHI” a cura di Gianluca Marziani, Palazzo Collicola Arti Visive , Spoleto; “SIGNS. THE BLACK LINE. OFF” a cura di Gianluca Marziani, Galleria Soligo, Roma; “SIGNS” THE BLACK LINE a cura di Giorgia Calò e Domenico Scudero, MLAC, Roma; “TEMA SACRO” a cura di Federica Fabbro e Roberto Martorelli , Museo del Risorgimento, Bologna.
Mostre collettive: 2014 “LA METAMORFOSI E IL SIMOLO ANIMALE” a cura di Graziano Menolascina, Spazio Nea, Napoli. 2013 “MILKY WAY The Luminous Galaxy of the 20th Century “ a cura di Gianluca Marziani, Partners & Mucciaccia Gallery, Singapore; “NOVANTA ARTISTI PER UNA BANDIERA” a cura di Sandro Parmigiani, Chiostri di San Domenico, Reggio Emilia. “OPEN// the generation of future” a cura Graziano Menolascina, BLUorg, Bari. 2012 “OPEN SPACE 2″a cura di Fabio De Chirico e Carmeòo Cipriani, Galleria Nazionale di Cosenza, Cosenza; “CHANGE / Revolution Starts in the street” a cura di Francesca Briganti, Palazzo Candiotti, Foligno; “IL LABIRINTO DEL FAUNO” a cura di Graziano Menolascina, Masseria il Brigantino , Fasano.

GALLERIA POGGIALI E FORCONI
LUIGI GHIRRI - L'IMMAGINE IMPOSSIBILE
Curated by Angela Madesani

PROJECT ROOM
DANILO BUCCHI - MONOCHROME
Critical essay by Angela Madesani

Vernissage Saturday 18 October 2014 at 6.30 p.m.
18 October 2014 – 20 January 2015

The Poggiali e Forconi gallery of Florence is presenting a show dedicated to Luigi Ghirri (1943-1992) curated by Angela Madesani.
The exhibition proposes an anthology of over twenty photographs by one of the most important masters of 20th century photography: artist, art theorist, cultural organiser, publisher and one of the seminal figures on the photography and art scene in Italy from the 1970s on.
The photos selected for this show, dated between the 70s and the early 90s, come from several series produced by the Emilian artist, and in particular from Piazza Betlemme, Il giardino di tutti and Paesaggio italiano; there are also several images from other cycles of works, including Topographie - Iconographie, Still Life, I Teatri di Reggio Emilia and Il Museo dell’Astronomia di Bologna.

Luigi Ghirri began using photography in the course of travels at the end of the 1960s. With his marked interest in the world of conceptual art, he very soon developed an immediately recognisable language in which, through a sort of assumed normality, he succeeded in casting light on the icons of the contemporary world, the cornerstones of the collective imagination.
Over the course of the years the Emilian artist continued to explore in particular the concepts linked to the language itself, producing a conspicuous body of images that were then channelled, inter alia, into the cycles Still life and Topographie-Iconographie, some works form which are on display in the exhibition.

The principal protagonists of the one-man show devoted to Luigi Ghirri are landscapes and architecture: constants in his iconography in which the horizon is, as it were, amplified. The perspectives displayed by Ghirri are real, but at the same time also artificial, in a dimension of simplicity as apparent as it is attractive that anyone can approach with ease.
Indeed, as Angela Madesani writes in the critical essay accompanying the exhibition, Ghirri’s photography has the power of altering the relations with the real by evoking an illusory naturalness, as for example in the series Piazza Betlemme (documentation of a pictorial cycle made up of a series of trompe-l’oeil paintings executed by Gino Pellegrini in San Giovanni in Persiceto between 1990 and 1992). Here, in an ironic-conceptual game, for the photographer from Scandiano, it is the very concept of reproduction of the image that leads him to appropriate the space until he has metabolised it and made it his own.

In the photos on display, the presence of images of gardens is central; especially those of Reggio Emilia, some shots of which in the exhibition function as a sort of inventory. Ghirri himself defines the garden as “a vast ABC of nature, like the secluded spot in the cities where – in a mysterious suspension – time and space, rational arrangement and free forms are fused together.
His landscapes go beyond common stylistic stereotypes, and the identity of his research is set in relation to the radical changes of the contemporary world that Ghirri experienced with great intensity, perceiving with subtle intelligence even the transformations that were to take place after his death.

A catalogue with texts by Angela Madesani published by the Galleria Poggiali e Forconi will be produced to coincide with the show.

Luigi Ghirri was born in Scandiano (Reggio Emilia) in 1943 and died in Roncocesi (Reggio Emilia) in 1992.
Considered one of the most important and influential figures in the panorama of contemporary photography, Ghirri started his work in 1970 on the basis of an approach matured within conceptual art, and his research soon led him to become known on the international scene. In 1973 he produced “Atlante” and held his first solo show in Modena. In 1975 he was among the “Discoveries” in Time-Life's Photography Year and he participated in the exhibition Photography as Art in Kassel. In 1977, with Paola Borgonzoni and Giovanni Chiaramonte, he founded the publisher Punto e Virgola, with which he published Kodachrome (1978), in Italy and France, the result of research he had started at the beginning of the decade. In 1979 the CSAC at the University of Parma devoted a major retrospective to him. In 1982 he was invited to take part in the show “Fotographie 1922-1982” at the Photokina fair of Cologne. The following year the magazine “Lotus International” assigned him to photograph the Modena cemetery of Aldo Rossi. He then launched on an intensive project aimed at the analysis of Italian architecture and landscape, producing volumes on Capri (1983), with Mimmo Jodice, Emilia Romagna (1985-1986) and Aldo Rossi (1987); he was also a regular contributor to the magazine “Lotus International”. He carried out important work as an organiser of shows, including “Iconicittà”(1980) at the PAC in Ferrara, “Penisola”(1983) at the Forum Stadtpark of Graz, the itinerant show “Viaggio in Italia” (1984), and “Descrittiva” (1984) for the Rimini City Council. In 1985 he completed a work on the Città Universitaria of Piacentini and the following year commenced a project for the reading of the Padua landscape “Esplorazioni lungo la via Emilia”. In 1988 the book “Il Palazzo dell’Arte” by A.C. Quintavalle was published, complete with Ghirri’s photographic research on the leading Italian and foreign museums.
In 1989 he conceived the “Paesaggio Italiano” project, a monograph that was published to coincide with the exhibition held in Reggio Emilia, which was then taken to Mantua and went on to tour various Italian Cultural Institutes in South America. This project, an authentic artist’s book, constitutes a fundamental moment in Ghirri’s poetics. It defines the inseparable bond between external landscape and internal landscape, rendering explicit the mechanism of the vision on which his work is based: he draws upon the sedimentation of memory by association of ideas, thus sparking a new imaginative possibility of creating his own highly personal “sentimental geography” of the landscape. In 1991 he completed a work on Giorgio Morandi on which he had been engaged for two years.
His works are to be found in various museums all over the world, including: Stedelijk Museum (Amsterdam), Musée-Château (Annecy), Musée de la Photographie Réattu (Arles), Polaroid Collection (Cambridge, Massachusetts), Musée Nicéphore Niépce (Chalon-sur-Saòne), Museum of Fine Arts (Houston), Museo di Fotografia Contemporanea (Cinisello Balsamo, Milan), Archivio dello Spazio - Amministrazione Provinciale (Milan), Galleria Civica (Modena), Canadian Centre for Architecture - Centre Canadien d'Architecture (Montreal), Museum of Modern Art (New York), Cabinets des estampes - Bibliotèque Nationale (Paris), Fond National d'Art Contemporain (Paris), Collezione Fnac (Paris), Centro Studi e Archivio della Comunicazione (Parma), Biblioteca Panizzi -Fototeca (Reggio Emilia) and Palazzo Braschi -Archivio Fotografico Comunale (Rome).

PROJECT ROOM
DANILO BUCCHI - MONOCHROME

Simultaneously with the retrospective show dedicated to Ghirri, in the evocative space of its project room the Poggiali e Forconi gallery is presenting Monochrome, the one-man show of the Roman artist Danilo Bucchi who is displaying in Florence for the first time.
The exhibition presents Bucchi’s latest works, created especially for the gallery using the highly distinctive painting technique of this Roman artist, rendered through a hallmark graphic touch that is intrinsically bound up with an attentive formal and stylistic research.
His most famous works are indeed made up of black lines used to build up figures, stylised puppets, little houses and signs. To create them, rather than a brush he uses a syringe, fitted with needles of different sizes, which Bucchi feels offer a greater precision and continuity of stroke than a brush. As a result his painting appears almost as a sort of handwriting, and indeed he himself says: “It comes naturally to me to express myself through a flow of ink, which runs over the paper as if it were writing.”
It is precisely on account of this peculiar technique that Bucchi has carried out extensive research into materials, so as to prepare his canvases in such a way that the texture becomes as similar as possible to a sheet of paper. He renders them white and pure ensuring that the weave cannot be penetrated by the paint, so that the trace left by the syringe is neat and without blurs or dribbles.
The sign is indeed a primary element in the research of the Roman artist, and it is surrounded by just a few non-colours: to which he occasionally adds an intense and dramatic red. Just a few lines, sometimes faint, elsewhere thicker, which go to create a world of figures and situations in which the sign, as Angela Madesani writes in her critical essay, “is a primary element of the pictorial alphabet, which is revealed in all its nudity.” A catalogue with essays by Angela Madesani will be published by the Poggiali e Forconi gallery to coincide with the show.

Danilo Bucchi was born in Rome in 1978. He studied the techniques of drawing and painting at the Accademia di Belle Arti in Rome.
From 1998 he devoted himself to film sets and the world of advertising, absorbing creative models and attitudes that were to mould his figurative codices. Then came a Master’s degree in photography, a language that was to influence his pictorial solutions, especially in the frames, in the perspective cuts and in the contrasts between bodies and backgrounds.
Solo shows: 2013 “ANTONIO MARRAS+DANILO BUCCHI Insieme siamo altro” curated by Gianluca Marziani _Palazzo Collicola Arti Visive, Spoleto“DANILO BUCCHI” curated by Gianluca Marziani, EMMEOTTO Gallery_Rome. 2012 “THE DOLLS” curated by Sabiana Paoli, Sabiana Paoli Art Gallery, Singapore;“COLLICOLA ON THE WALL-SOCIAL CUBE” curated by Gianluca Marziani, Palazzo Collicola Arti Visive, Spoleto. 2011 “DANILO BUCCHI” curated by Gianluca Marziani, Palazzo Collicola Arti Visive, Spoleto; “SIGNS. THE BLACK LINE. OFF” curated by Gianluca Marziani, Galleria Soligo, Rome; “SIGNS” THE BLACK LINE curated by Giorgia Calò and Domenico Scudero, MLAC, Rome; “TEMA SACRO” curated by Federica Fabbro and Roberto Martorelli, Museo del Risorgimento, Bologna.
Group shows: 2014 “LA METAMORFOSI E IL SIMOLO ANIMALE” curated by Graziano Menolascina, Spazio Nea, Naples. 2013 “MILKY WAY The Luminous Galaxy of the 20th Century “curated by Gianluca Marziani, Partners & Mucciaccia Gallery, Singapore; “NOVANTA ARTISTI PER UNA BANDIERA” curated by Sandro Parmigiani, Chiostri di San Domenico, Reggio Emilia. “OPEN// the generation of future” curated by Graziano Menolascina, BLUorg, Bari. 2012 “OPEN SPACE 2″ curated by Fabio De Chirico and Carmeòo Cipriani, Galleria Nazionale di Cosenza, Cosenza; “CHANGE / Revolution Starts in the street” curated by Francesca Briganti, Palazzo Candiotti, Foligno; “IL LABIRINTO DEL FAUNO” curated by Graziano Menolascina, Masseria il Brigantino, Fasano.